Umbria, a settembre torna Garanzia giovani

Quasi 30 milioni di euro dai fondi europei per gli ‘under 30’. A giugno avevano fatto domanda in 28 mila, ma solo il 10% alla fine ha ottenuto un contratto di lavoro

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L.P.

Sono stati più di 28 mila i giovani umbri che, a fine giugno, avevano aderito al programma ‘Garanzia giovani’. Di questi, 15.641 hanno effettuato almeno il primo colloquio di orientamento attraverso i centri per l’impiego e 12.751 hanno sostenuto anche il colloquio specialistico. Appena 5.500, invece, dopo la presa in carico hanno avuto un’occasione di lavoro e solo 2.868 quelli che hanno avuto un contratto di lavoro incentivabile, 850 un contratto a tempo indeterminato, 1199 apprendistato, a termine o superiore a sei mesi invece in 819.

Garanzia giovani In linea con il trend nazionale, sono questi i dati del programma europeo per aiutare gli under 30 a trovare un lavoro anche in Umbria. Nato nel 2014 per supportare i giovani disoccupati o ‘neet’, in Italia il programma ha coinvolto circa 2 milioni di persone, un giovane su quattro. E da Bruxelles sono arrivati alle regioni fiumi di finanziamento in base al tasso di disoccupazione. Per l’Umbria lo stanziamento è stato di 22,8 milioni di euro del piano nazionale, a cui si sono aggiunti 7 milioni di cofinanziamento regionale del Fondo sociale europeo, come ha ricordato il consigliere regionale Smacchi martedì nella riunione del consiglio regionale.

Numeri «Tra le misure più richieste quella dell’inserimento lavorativo – ha ricordato Smacchi – per la quale sono stati erogati 5.400 voucher, ma anche quella dei tirocini extracurriculari, per cui sono arrivate 4mila proposte di tirocinio, delle quali 2.471 si sono trasformate in progetti formativi ammessi a finanziamento». Numeri che fanno riflettere, soprattutto se si tiene conto della grandissima mole di lavoro cui sono stati sottoposti i centri per l’impiego di tutta Italia dove, ancora oggi, dopo quasi due anni, un iscritto su quattro non ha ancora ricevuto risposta.

Il nuovo programma Intanto, in attesa del rifinanziamento nazionale, a settembre partirà il progetto Garanzia giovani Umbria, un pacchetto di misure da 24 milioni di euro, come ha spiegato l’assessore Paparelli, all’interno del piano lavoro da 70 milioni predisposto dalla giunta con cinque diverse misure. La prima prevede orientamento, voucher formativi da 4 mila euro, incentivi alle assunzioni tra 1.500 e 6 mila euro; la seconda proposta, rivolta ai giovani con competenze e senza bisogno di ulteriori percorsi formativi, prevede orientamento e tirocinio extra curriculare, con 30 mila euro di indennità. La terza prevede voucher, il tirocinio e l’incentivo all’assunzione per giovani disoccupati da dodici mesi, con un voucher iniziale, un’indennità complessiva di 2 mila euro, più eventuali due mesi a carico dell’azienda, e in più il percorso di incentivo all’occupazione.

Voucher e tirocini Il quarto percorso è dedicato a chi non ha conseguito un diploma o una qualifica e viene indirizzato per i corsi biennali. La quinta proposta è il voucher formativo per chi vuole autonomamente sviluppare impresa, e avrà a disposizione un voucher per la formazione propedeutica all’avvio di costituzione di impresa per un importo massimo di mille euro e successivamente la possibilità di accedere al microcredito per un contributo massimo di 25 mila euro. Il pacchetto di 24 milioni si aggiunge al progetto ‘Cresco’ che ha già incassato 450 richieste di assunzione di giovani a tempo indeterminato o apprendistato.

Agenzie e anomalie Buone notizie, insomma, per gli oltre 29 mila umbri che non studiano e non lavorano. Ma per capire se il programma ha funzionato davvero, contando che tra tutti gli iscritti, solo il 10% ha avuto un contratto di lavoro, bisogna forse guardare la percentuale di tirocini attivati che, in tutta Italia, è sempre superiore a quella dei contratti, quattro a uno, perché meno costosi e meno vincolanti per le aziende. E, anche, la lunga lista di agenzia formative che, da Città di Castello fino a Terni, sono spuntate come funghi per accaparrarsi tirocinanti e creare nuovi corsi di formazione. Sono duecentosedici, infatti, quelle accreditate in Umbria. Sulla questione, lo scorso ottobre, dopo l’interrogazione posta dalla parlamentare europea del Movimento 5 Stelle Laura Agea, la Commissione europea aveva aperto un’inchiesta in seguito alle denunce fatte da alcune agenzie che avevano denunciato anomalie circa la gestione delle informazioni sensibili degli utenti.

 

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