Umbria, crisi editoria: ecco la legge regionale

Non solo Giornale dell’Umbria, anche La Nazione in forte difficoltà. E intanto arriva in Regione il disegno di legge regionale: fondi europei a sostegno delle imprese

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L.P.

E’ una strana coincidenza quella che lega l’arrivo in giunta del disegno di legge regionale sull’editoria alle due giornate di sciopero indette dal comitato di redazione de La Nazione.

Il Giornale dell'Umbria

Il Giornale dell’Umbria

Non solo Giornale dell’Umbria Quella dell’editoria umbra e, più in generale italiana, è una crisi di settore che sembra difficile da contrastare. Dopo il rapido e veloce declino che ha portato, in appena un anno, alla chiusura di quella che per oltre 13 anni era stata una delle testate locali più autorevoli, il Giornale dell’Umbria, la crisi tocca e sfiora gruppi ben più solidi. Come quello Poligrafici Editoriale che, a Perugia, edita La Nazione. Così il Cdr ha indetto due giornate di sciopero dal momento che l’azienda non intende rispettare il piano firmato al Ministero nel giugno 2014, che prevedeva dal 1 ottobre 2016 l’assunzione di 44 colleghi nonostante negli ultimi due anni siano uscite 63 persone. Mentre il nuovo piano di riorganizzazione prevede la riduzione degli organici da 315 unità a 271, con la Nazione che scenderebbe da 103 a 92 giornalisti e con la redazione perugina che vedrebbe tre giornalisti professionisti abbandonare il capoluogo e andare a lavorare altrove.

Crisi di settore Intanto la crisi investe tutto il settore, come emerso anche durante le audizioni che hanno portato poi alla stesura del testo sull’editoria regionale. «I giornali umbri sono colpiti da una crisi straordinaria – aveva detto l’ex presidente del Corecom Umbria Gabriella Mecucci – con le vendite che sono fortemente calate negli ultimi cinque anni, tra il 35 e il 40 per cento. La vendita complessiva è di circa 20mila copie. Le tv private umbre hanno un’audience giornaliera complessiva di circa 100-120mila persone. Ma tutti questi numeri hanno una tendenza a calare». E di giornalisti a spasso, poi, ce ne sono tanti, come aveva ricordato anche il presidente dell’Ordine Roberto Conticelli che aveva parlato di circa un migliaio di giovani pubblicisti in cerca di un’occupazione e senza alcuna prospettiva concreta. Poi ci sono gli editori che se ne approfittano, con pezzi pagati appena 2,5 euro o giornalisti che lavorano senza contratto e un popolo, come quello umbro, che legge sempre meno.

Andrea Smacchi

Andrea Smacchi

La legge Nel frattempo la Regione prova a correre ai ripari con il decreto ‘Norme in materia di sostegno alle imprese che operano nell’ambito dell’informazione locale’. Una legge frutto di un gruppo di lavoro, istituito dalla Giunta e dall’assemblea legislativa che, di concerto con l’Ordine dei giornalisti dell’Umbria e con l’Associazione stampa umbra ha redatto il testo. «Un documento aperto – ha spiegato il consigliere Smacchi, presidente della prima commissione – che potrà raccogliere ulteriori spunti che arriveranno dalle diverse fasi di partecipazione alle quali sarà sottoposta».

Destinatari La legge, destinata all’emittenza radiofonica via etere, web tv e web radio, stampa quotidiana e periodica, quotidiani e periodici online, agenzie di stampa quotidiana, uffici stampa e alle imprese di produzione e distribuzione di contenuti informativi locali, prevede l’erogazione di fondi pubblici attraverso diverse tranche alle diverse realtà già strutturate che ne faranno richiesta. «Abbiamo pensato a una platea larga e moderna – commenta Smacchi – che porti l’Umbria ad essere una regione all’avanguardia nel settore e nella normativa che lo regolamenta».

I lavori in prima commissione

I lavori in prima commissione

Aree di intervento Cinque saranno le aree di intervento della normativa: il supporto alle nuove tecnologie e allo sviluppo digitale dell’editoria, aiutando le imprese che vogliono investire in questo campo, l’utilizzo della leva fiscale con alcuni possibili sgrav, fondi strutturali per le imprese operanti nel settore con il sostegno, in particolar modo, all’informazione di qualità veicolata dai media e, infine, politiche attive del lavoro per favorire la transizione di imprese e lavoratori, con forme di ammortizzazioni sociali e l’educazione, fin dall’età più giovanile, verso una corretta informazione.

I fondi E sulle risorse che la giunta intende investire, Smacchi spiega che quello arrivato all’attenzione della giunta regionale è un documento che prevede, nelle sue fonti di finanziamento, le risorse della programmazione europea. Quindi saranno bandi successivi a regolamentare nel dettaglio le risorse. «Però, con una legge sull’editoria moderna, mettiamo anche a fuoco l’importanza del settore, al momento in difficoltà. Con questa legge vogliamo mettere nero su bianco anche una serie di tipologie di interventi che potranno fare la differenza: la Regione si impegna a sostenere l’innovazione tecnologica, la modernizzazione del sistema regionale di produzione, distribuzione e vendita, gli abbonamenti alle agenzie di stampa, le iniziative di autoproduzione per diverse piattaforme tecnologiche, progetti che sostengano la valorizzazione del giornalismo partecipativo».

Occupazione Una boccata d’ossigeno, dunque, per un settore in forte crisi. Ma, forse, non basta. Servirebbe un impegno concreto favorire la stabilizzazione dei lavoratori e per l’assunzione di personale giornalistico. «Abbiamo studiato un impegno concreto per il sostegno alla stabilizzazione dei dipendenti del settore – spiega Smacchi – ma anche attraverso una regola chiara nei requisiti per accedere ai finanziamenti: un corretto inquadramento contrattuale di giornalisti e collaboratori e la regolarità nel pagamento al personale e dei relativi oneri». Ora i tempi sono quelli dettati dall’iter legislativo regionale. Dopo la preadozione inizierà la fase partecipativa della giunta regionale, prima di una adozione definitiva. Poi sarà avviato il percorso consiliare in commissione e poi in Aula.

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