Umbria: «Nuova legge per creare lavoro»

L’annuncio viene dal vice presidente della regione, Fabio Paparelli, secondo il quale «diamo l’avvio ad un cambiamento epocale»

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«L’Umbria è la prima Regione che si doterà di una legge quadro in materia di lavoro che per la prima volta si occuperà di finanziare l’occupazione, con un cambiamento epocale che segna un’inversione di tendenza rispetto alle politiche di questi anni. Una legge fortemente innovativa, in linea con la normativa nazionale e le migliori esperienze europee, importante e innovativa anche perché costruita dal basso insieme a forze datoriali e sindacati attorno all’obiettivo comune di far crescere l’occupazione». Parola del vice presidente della giunta regionale con delega allo Sviluppo economico e Lavoro, Fabio Paparelli.

paparelli-2La legge Paparelli ha detto questo presentando i principi e finalità della proposta di legge per il ‘Sistema integrato per il mercato del lavoro, l’apprendimento permanente e la promozione dell’occupazione’ preadottata dalla giunta regionale. Il disegno di legge, composto da oltre 50 articoli, abroga numerose leggi regionali attualmente in vigore. «È il frutto di un lavoro durato mesi realizzato congiuntamente con i rappresentanti delle imprese e dei lavoratori – ha spiegato Paparelli – e l’obiettivo è quello di creare occupazione stabile e a questo sono orientati strumenti e risorse. A questo scopo è destinata parte dei 70 milioni di euro attivati per i prossimi tre anni con il Programma regionale per le politiche del lavoro per strumenti quali Garanzia Giovani e Garanzia Adulti o come il bando ‘Cresco’, per la realizzazione di piani di sviluppo aziendale e per l’incremento dell’occupazione a livello regionale, che ha ottenuto un grande riscontro da parte delle imprese. In valutazione ci sono infatti oltre 500 progetti di assunzione a tempo indeterminato o apprendistato da parte di circa 300 imprese. Uno strumento che con la legge diventerà strutturale e, come gli altri, verrà supportato dalla programmazione 2014-2020 dei fondi sociale e per le politiche di sviluppo, oltre che dalle risorse nazionali».

Premi di risultato Il vice presidente della regione ha poi ricordato che «è la prima volta che una legge regionale prevede che si premi il risultato ottenuto in termini di occupazione. Non a caso in parallelo all’avvio del percorso di questa proposta di legge, abbiamo approvato gli standard dei servizi per il lavoro e nella prossima seduta di Giunta è prevista l’approvazione del dispositivo che regolerà le procedure di accreditamento dei soggetti privati che intendono candidarsi per realizzare servizi al lavoro nella rete che potrà essere costituita fra pubblico e il privato che offra servizi di qualità e certificati. Viene anche ridefinita la rete dei servizi per le politiche del lavoro e viene istituita l’Agenzia regionale per il lavoro, articolata in dipartimenti territoriali e uffici locali denominati Centri per l’impiego».

L’autoimpiego Un capitolo importante e innovativo, secondo Paparelli, «è poi quello dell’introduzione di norme a sostegno dell’autoimpiego e della creazione d’impresa soprattutto attraverso strumenti di microcredito quali sostegni essenziali per l’aggiornamento e l’ammodernamento di norme come la legge 12/95, superando il criterio dell’età per la selezione, rivolto dunque alle persone di ogni età con un percorso prima di accompagnamento e poi di supporto finanziario all’autoimpiego ed alla creazione d’impresa».

I commenti Con questa legge, ha detto il professor Romano Benini, uno dei consulenti che hanno collaborato alla stesura, «l’Umbria per prima si assume la sfida di attivare occupazione con un cambio di passo rispetto a quanto è stato fatto finora e creando, come spiega il titolo della legge, un sistema integrato per il mercato del lavoro, l’apprendimento permanente e la promozione dell’occupazione», mentre per il segretario generale regionale della Cisl Umbria, Ulderico Sbarra, «è stato fatto un buon lavoro, costruendo dal basso una legge che mette in campo una serie di strumenti nuovi, interessanti e condivisi che possono aiutare la ripresa del lavoro», e Gianluca Tribolati, segretario di Confartigianato, ha parlato di «una buona base di partenza. Ora andiamo avanti».

La Cgil Umbria È un giudizio articolato quello della Cgil dell’Umbria sul testo di legge, preadottato dalla giunta regionale, in materia di lavoro. «C’è apprezzamento per il percorso di confronto preliminare avviato con le organizzazioni sindacali – commenta il segretario generale Vincenzo Sgalla – percorso che però, come l’assessore sa, dovrà ora proseguire e intensificarsi prima dell’adozione definitiva del testo». Per quanto riguarda invece i contenuti della norma, la Cgil, avrebbe preferito «che il confronto si avviasse su un altro livello, ovvero quello di un piano complessivo di rilancio dell’Umbria. Proprio a questo scopo stiamo predisponendo una piattaforma unitaria con le nostre proposte per la ripresa e lo sviluppo». Sulla costruzione della rete regionale dei servizi per l’impiego, afferma Sgalla, «la Cgil ritiene fondamentale definire esattamente quali saranno l’organizzazione, l’organico e i finanziamenti che la Regione intende stanziare per garantire realmente la centralità del servizio pubblico, per noi determinante come punto di riferimento per chi ha perso il lavoro. E questo anche al fine di evitare che una volta accreditati i privati il sistema del collocamento si trasformi in una sorta di far west dove tutto è oggetto della conquista del privato».

Sicurezza e turnover Ci sono poi altri tre aspetti, affrontati nella legge, sui quali per la Cgil «vanno prodotti risultati concreti e misurabili. Questi sono: sicurezza sul lavoro, responsabilità sociale delle imprese e turnover occupazionale. Rispetto al primo tema – prosegue il segretario generale -, l’obiettivo deve essere quello di produrre un abbattimento reale del dato sugli infortuni, che da anni vede l’Umbria ai primi posti nelle classifiche nazionali. Per quanto riguarda invece la responsabilità sociale delle imprese va affermato il principio che chi ha preso soldi pubblici non può licenziare o delocalizzare la produzione. Infine, sul tema del turnover occupazionale, come abbiamo più volte richiesto servono risorse per creare uno scivolo per il prepensionamento per chi è stato bloccato dalla Fornero e favorire così l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, con particolare attenzione ai settori maggiormente innovativi». Sulla base di queste considerazioni, conclude Sgalla, «parteciperemo al confronto che si aprirà sul testo per poi misurarne l’efficacia e costruire il nostro giudizio conclusivo».

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