A Narni una mostra sulla ‘Grande guerra’

Comune e Isuc ospitano la Collezione Moro di Roma: oltre 5 mila cartoline e in quantità più limitata fotografie, opuscoli e manifesti

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Sarà inaugurata venerdì 16 novembre alle 17, al museo civico di palazzo Eroli di Narni, la mostra ‘Nemici, la rappresentazione del nemico nelle cartoline della Grande guerra’. Promossa da Comune e Isuc, con il patrocinio della Regione Umbria, la mostra, di proprietà della Collezione Moro di Roma, racconta la Grande guerra attraverso l’esposizione di oltre 5 mila cartoline e in quantità più limitata fotografie, opuscoli e manifesti prodotti in Italia e all’estero tra la metà del 19° e il 20° secolo. Nata alla fine degli anni ’60 dall’iniziativa di Giovanna Moro allo scopo di illustrare pubblicazioni varie, la collezione offre una panoramica su oltre un secolo di storia politica, sociale e del costume.

La mostra

L’esposizione ha ottenuto il riconoscimento della struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale della presidenza del consiglio dei ministri ed è diventata punto di riferimento per importanti editori italiani e stranieri. All’inaugurazione interverranno il sindaco di Narni Francesco De Rebotti, l’assessore alla cultura Lorenzo Lucarelli, il presidente dell’Isuc Mario Tosti e il direttore Alberto Sorbini. La mostra sarà aperta da venerdì a domenica fino al 15 dicembre dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17.30. Le cartoline, attraverso le immagini, hanno avuto la capacità di veicolare un messaggio diretto, facilmente comprensibile a ogni strato della società, e per questo venne usato come mezzo di propaganda. Inoltre, viene individuato un tema specifico, la rappresentazione del nemico, perché esso costituisce un elemento cardine della propaganda. Le guerre hanno bisogno della costruzione dell’immagine del nemico e della sua demonizzazione, operazione ‘necessaria’ per attivare e sostenere la macchina bellica e creare il consenso. Per tale operazione sono state costruite e veicolate rappresentazioni disumane e crudeli, capaci di prendere, utilizzare e amplificare gli stereotipi negativi già presenti nei confronti dell’altro.

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