Acquasparta, centinaia ai funerali di Roberto

Profondo cordoglio per la scomparsa del 17enne, travolto da un amico in scooter. Lutto cittadino. Cerimonia in piazza Federico Cesi

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L’articolo non conterrà immagini e video della cerimonia funebre, rispettando quanto richiesto dal parroco don Alessandro Fortunati (parrocchia santi Stefano e Cecilia in Acquasparta) in nome e per conto dei familiari di Roberto Albanucci.

In centinaia hanno preso parte mercoledì pomeriggio ad Acquasparta (Terni), in piazza Federico Cesi, ai funerali di Roberto Albanucci, il 17enne morto lo scorso 27 luglio lungo la ‘variante nuova’ di Acquasparta, investito dallo scooter condotto dall’amico 16enne che il giovane, disteso sull’asfalto, stava filmando con il proprio cellulare. Un gioco, quello dei due ragazzi, finito purtroppo in tragedia. In occasione della cerimonia il sindaco della cittadina del ternano, Roberto Romani, ha dichiarato il lutto cittadino. Bandiere a mezz’asta e negozi chiusi durante i funerali.

Il dolore Un intero paese dapprima in silenzio e poi commosso e in preghiera ha accolto in piazza la bara bianca, ricoperta di fiori, del suo figlio Robertino. Nella sua omelia don Alessandro Fortunati, visibilmente commosso, ha lanciato tre messaggi. Il primo ai genitori del ragazzo e ai suoi familiari: «Nessuno può comprendere fino in fondo il vostro dolore ma vogliamo esservi vicini, ci proviamo. In un istante tutto è cambiato ma in un istante è esploso un amore immenso, un’unità che significa che non siamo soli. Anche se questa volta Dio tace, lui resta il nostro rifugio».

I giovani Poi, rivolgendosi ai giovani: «Oggi, nonostante tutto, stiamo celebrando la vita. Tra le cose di Roberto c’era un foglio, un appunto con su scritto ‘beati i puri di cuore, perché vedranno Dio’. Voi avete una grande missione: aiutare i vostri coetanei a cercare il volto di Dio anche quando, come oggi, sembra nascosto ai nostri sguardi».

Non rimandare il bene Infine, con la voce rotta dal pianto, don Alessandro si è rivolto agli adulti in piazza: «La morte di Roberto ci sbatte in faccia i nostri limiti, che sembrano la nostra debolezza ma che sono la nostra forza. Non possiamo più rimandare il bene ad altre occasioni. Da collettività dobbiamo essere comunità in cui ognuno vede nell’altro una persona cara. Oggi è un momento fondativo per la nostra parrocchia, per tutti noi. In questi giorni abbiamo tutti messo da parte ciò che ci divide ed è questa la strada giusta. Perché accade solo oggi e non prima? Chiediamocelo, sapendo però che è questo il tesoro nascosto di cui parla Gesù. Il dolore – ha detto don Alessandro in lacrime – e ci fa scoprire nuovi tesori preziosi». E dalla piazza è partito un applauso spontaneo.

Tanto amore Al termine della cerimonia, un volo di palloncini bianchi e un lungo applauso ha salutato la partenza di Robertino per il suo ultimo viaggio. Tanto dolore sì, ma anche tanto amore. Che non si disperda mai.

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