Acque sotterranee contaminate in Ast

In una lettera il ministero dell’ambiente parla di forte presenza di cromo, metalli e altri inquinanti dopo le analisi di azienda e Arpa. Monitoraggi dentro e fuori l’acciaieria

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Valori inquinanti molto elevati, relativi ai metalli ed altri parametri di base, per le acque sotterranee di Ast. Tanto che il Comune di Terni, sulla scorta dei risultati delle analisi svolte dalla stessa azienda in contraddittorio con Arpa (LEGGI I RISULTATI), ha convocato una riunione per giovedì pomeriggio. Queste le decisioni: «Per valutare eventuali provvedimenti – afferma palazzo Spada  – è stato concordato con la Usl Umbria 2 un monitoraggio delle acque ad uso idropotabile all’interno dell’area di Acciai Speciali Terni, intensificando il monitoraggio sulla distribuzione dell’acqua potabile nei punti più vicini all’area degli stabilimenti». All’incontro erano presenti – oltre al sindaco Leonardo Latini e l’assessore comunale all’ambiente Benedetta Salvati – rappresentati di Usl, Arpa, Regione Umbria e Tk-Ast.

ACQUE SOTTERRANEE AST – LA RELAZIONE DI ARPA UMBRIA

LEGIONELLA IN AST, TROVATA IN UNA FONTANA

La lettera e la riunione

Lunedì il ministero dell’ambiente ha inviato la nota con le risultanze analitiche che evidenziano il forte inquinamento delle acque sotterranee rispetto alle soglie previste. «Il Comune al ricevimento della lettera – prosegue la nota dell’ente – si è attivato a tutela della salute pubblica, ha subito chiesto indicazioni alla Usl ed ha ritenuto necessario convocare e svolgere la riunione con i rappresentanti dell’azienda che, una volta relazionato sulla situazione e sugli interventi posti in essere, si sono allontanati per consentire agli enti di prendere le decisioni tecniche conseguenti che, come detto, consistono nell’intensificazione dei monitoraggi all’interno e all’esterno dell’area degli stabilimenti. Da parte della Usl non sono state comunque comunicate anomalie nella rete di distribuzione dell’acqua potabile in città».

No pozzi privati

Gli uffici tecnici comunali hanno anche verificato che nel censimento dei pozzi e dei sondaggi effettuato dal Comune di Terni per la microzonizzazione nel 2016, nell’area prossima all’acciaieria, ovvero nella zona in cui sono stati registrati gli sforamenti, non esistono pozzi privati destinati a qualsiasi uso.

Stefano Lucidi e Andrea Liberati

«Dati di una gravità inaudita»

M5s scatenato con il capogruppo in Regione Andrea Liberati e il senatore Stefano Lucidi: «Cos’altro deve accadere – si chiedono i due esponenti pentastellati – affinché i responsabili di Thyssen paghino per il disastro ambientale in corso da anni? La settimana scorsa abbiamo ascoltato le bugie di un politico regionale che ha sostenuto un’inverosimile ‘assenza di contaminazione’ dalla discarica industriale Thyssen di vocabolo Pentima-Valle. A seguito di questa assurda esternazione abbiamo diffuso dei documenti del tribunale, perizie tecniche, che attestano l’esatto contrario. Altri atti ufficiali, di rango ministeriale, saranno presto resi noti a conferma della gravità della questione. Oggi – proseguono Liberati e Lucidi – apprendiamo notizie ancor più sconvolgenti, le più gravi di sempre relative al cromo esavalente nelle acque sotterranee di Terni».

«Cromo 1.200 volte oltre il limite»

«Stando alle ultime analisi, altri sei pozzi sui sette verificati risultano contaminati dallo stesso elemento, con una nutrita serie di velenosi metalli pesanti aggiuntivi. E non è certo la prima volta che questo dato emerge dai campioni collocati nell’area stabilimenti-discariche. Un prelievo, tra gli altri, presenta un tenore di cromo pari a 1.200 volte il limite; un tasso di ferro oltre 1.950 volte la soglia; un tasso di nichel superiore di 225 volte, per non tacere di manganese, arsenico e fluoruri. Ci risulta che la procura locale sia stata ampiamente e ripetutamente informata di questi e altri fatti, da vari organismi, ma nulla sembra muoversi in concreto. A questo punto – concludono Liberati e Lucidi – siamo costretti non solo a rivolgerci altrove, ma ad operare sul piano politico nazionale, con contatti diretti in seno al governo vista l’emergenza in corso. Tenendo in conto, peraltro, il fatto che Arpa Umbria ha trasmesso questi dati sconvolgenti anche alla Usl anche ai fini della valutazione del rischio sanitario dei lavoratori del sito».

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