Afor, 4 dirigenti per 300 mila euro l’anno

Mancini (Lega): «Nuovi incarichi senza selezioni, intanto si bloccano le assunzioni degli operai. Andremo alla Corte dei conti»

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«All’Agenzia forestale regionale dell’Umbria sono stati conferiti ben quattro incarichi dirigenziali a tempo determinato lo scorso 4 luglio per la durata di tre anni ciascuno, senza concorso o selezione pubblica. Così, mentre da un lato si procede con la nomina di dirigenti super pagati, dall’altro si decide per il blocco delle assunzioni di 50 operai, ovvero le figure che servono davvero alla comunità umbra»: a denunciarlo è il capogruppo Lega a palazzo Cesaroni, Valerio Mancini, spiegando che «l’amministratore unico di Afor, in forza di una norma regolamentare approvata dalla giunta, ha potuto incaricare direttamente quattro dirigenti a tempo determinato, senza passare per l’iter selettivo previsto dalle norme nazionali». E annuncia che chiederà chiarimenti alla Corte dei conti.

L’attacco

Per Mancini si tratta di «un vero abominio giuridico che non può passare sotto silenzio», in quanto Afor «non è un’impresa privata o la dependance della sinistra umbra, ma un soggetto pubblico che deve rispettare le regole di buon andamento e trasparenza imposte a tutte le pubbliche amministrazioni». Il capogruppo della Lega rileva inoltre che «i quattro dirigenti costeranno ai cittadini circa 300 mila euro di compensi annui. Paradossale che la giunta sia impegnata a tagliare il servizio di trasporto pubblico regionale per mancanza di fondi, isolando interi territori e poi spenda una cifra così esagerata per sistemare qualche poltrona. Evidentemente alla sinistra non è bastato quanto accaduto nella sanità umbra e tutti gli scandali che ne sono scaturiti. I tre dirigenti già presenti a tempo indeterminato erano più che sufficienti per gestire una struttura di piccole dimensioni come quella dell’Agenzia forestale. Queste nuove figure – conclude il capogruppo Lega – sembrerebbero un aggiramento della norma della legge istitutiva di Afor che vieta assunzioni di personale anche a tempo determinato e che pertanto non andrebbero fatte». Da qui la decisione di Mancini di interpellare la magistratura contabile.

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