Allerona, muore sul lavoro: aveva 26 anni

Riccardo Cirilli, di Castel Giorgio, stava lavorando lungo la linea lenta quando è stato colpito da un mezzo pesante del cantiere

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Riccardo Cirilli

Grave incidente sul lavoro nella tarda mattinata di martedì lungo la linea ferroviaria lenta nei pressi di Allerona Scalo (Terni). Vittima il 26enne Riccardo Cirilli, operaio residente a Castel Giorgio ed originario di Orvieto (Terni) che, impegnato in un cantiere della Ceprini Costruzioni ai lati della linea per il rifacimento del binario dispari, è stato investito da un caterpillar condotto da un collega che si stava muovendo in retromarcia. Il ragazzo è deceduto sul colpo.

Soccorsi inutili Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Orvieto, gli operatori del 118, gli addetti del servizio prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro della Usl Umbria 2 e gli agenti della polizia ferroviaria orvietana, quest’ultimi coordinati dal sostituto commissario Marco Tordi. Dell’accaduto è stata informata la procura di Terni nella persona del pm Raffaele Pesiri. Spetterà alla Polfer ed alla Usl Umbria 2 – supportate negli accertamenti dalla polizia scientifica del commissariato di Orvieto – ricostruire la dinamica dell’accaduto. Il ragazzo, da quanto si apprende, viveva con i genitori ed aveva festeggiato il 26esimo compleanno appena due giorni prima della tragedia.

RFI Sull’accaduto anche Rete Ferroviaria Italiana ha diramato una nota: «L’operaio, di una ditta appaltatrice, è deceduto dopo essere stato investito da un mezzo d’opera durante i lavori di manutenzione programmati tra Fabro Ficulle e Allerona, lungo la linea convenzionale Roma – Firenze. L’incidente è avvenuto in un cantiere relativo a lavori programmati di rinnovo di uno dei due binari, in un’area delimitata e non interferente con la circolazione ferroviaria. È stata avviata un’inchiesta interna per accertare le cause dell’incidente». Rete Ferroviaria Italiana esprime «il proprio cordoglio e la propria vicinanza ai familiari».

«Ennesima sconfitta dello Stato» Sulla tragedia di Allerona Scalo interviene la Filt Cgil dell’Umbria: «Questa volta morire sul posto di lavoro è toccato ad un ragazzo di 26 anni, travolto da un mezzo d’opera mentre stava operando al rinnovo dell’armamento ferroviario nella tratta tra Allerona e Fabro. È l’ennesima sconfitta di uno Stato che si è ‘rassegnato’ a considerare mera statistica ciò che noi riteniamo possa e debba essere in ogni modo, con ogni sforzo, evitato». La Filt dell’Umbria e tutta la Cgil chiedono «che venga immediatamente avviato un tavolo di verifica e venga fatta luce sulle cause di quest’ultima tragedia. Chiamiamo tutti ad una assunzione di responsabilità, anche sul fronte politico a vari livelli. Ribadiamo con fermezza l’urgenza di aumentare gli investimenti per la prevenzione, di rafforzare i controlli e allo stesso tempo le sanzioni, per fermare la catena di infortuni. Oltre ad esprimere la nostra vicinanza alla famiglia ed ai colleghi del lavoratore colpito, continueremo senza tregua nella lotta che da anni stiamo portando avanti contro questa piaga delle morti e degli infortuni durante lo svolgimento del proprio lavoro».

Cordoglio «Anche a nome del gruppo del Pd esprimo le più sentite condoglianze alla famiglia del giovane operaio morto stamani a causa di un incidente sul lavoro sulla linea ferroviaria nei pressi di Allerona Scalo». Così il presidente del gruppo regionale del Partito democratico, Gianfranco Chiacchieroni, che aggiunge: «Di fronte ad un dramma di tale entità non si può che esprimere solidarietà e partecipazione, ma il tema della sicurezza sul lavoro sollevato dai sindacati deve diventare una priorità reale nel nostro paese. Un compito questo che spetta soprattutto alla politica che, per prima, dovrà fare la sua parte».

La Cgil  Anche la Camera del Lavoro di Terni esprime «le più sentite condoglianze alla famiglia del giovane operaio rimasto vittima dell’ennesimo infortunio mortale sul lavoro. Chiediamo da tempo – si legge – un’attenta e concreta politica per la sicurezza nei luoghi di lavoro, tema di fondamentale importanza a cui il sindacato, nella consapevolezza di una situazione complessiva in cui le morti sul lavoro continuano a rappresentare un’urgenza, ha interamente dedicato la giornata del 1° maggio. Questo ennesimo infortunio si verifica in un paese che da troppo tempo ha relegato il lavoro lontano dagli interessi della politica e delle istituzioni».

La Cisl «Inaccettabile che nel 2018 si continui a morire sul lavoro – afferma in una nota Riccardo Marcelli segretario della Cisl Umbria -. Quanto accaduto ad Allerona deve spingere ad ampliare e lavorare di più sulla sicurezza, l’obiettivo deve essere zero incidenti senza retorica. Per farlo serve lavorare senza sosta sulla cultura della sicurezza che si coltiva ogni giorno attraverso investimenti e formazione. Serve aumentare la cultura della prevenzione e sotto questo aspetto non è più possibile tollerare il decadimento degli organi pubblici preposti al controllo, come purtroppo è avvenuto nella nostra regione negli ultimi anni. Come Cisl siamo vicini alla famiglia del giovane lavoratore scomparso».

Richiesta di incontro all’azienda La Fillea Cgil e la Filca Cisl Umbria «esprimono la propria vicinanza e le più sentite condoglianze alla famiglia del giovane operaio. Tale triste evento si aggiunge alla già troppo lunga lista di infortuni mortali sul lavoro già occorsi dall’inizio dell’anno e conferma, purtroppo, la drammatica attualità del tema sicurezza nei luoghi di lavoro, da sempre al centro dell’azione sindacale, ma che da tempo non trova nella politica e nelle istituzioni degli interlocutori attenti e sensibili». Entrambe le organizzazioni sindacali hanno inoltrato una richiesta di incontro ai vertici aziendali e alla rappresentanza datoriale per chiarire le dinamiche dell’accaduto.

Rifondazione comunista Umbria «Piangiamo un’altra vittima del lavoro. Un giovane lavoratore di 26 anni ha perso la vita mentre stava lavorando su di un tratto di ferrovia poco distante da Allerona Scalo. Esprimiamo – si legge nella nota – il nostro più profondo cordoglio alla famiglia del lavoratore. Aspettiamo di conoscere le dinamiche di questa ennesima tragedia, le indagini verificheranno le responsabilità, ma la realtà torna ad irrompere anche nella nostra regione. Una realtà che vede una guerra non dichiarata alle lavoratrici e ai lavoratori in un paese in cui, rispetto alla sicurezza sul lavoro, si riscontrano limiti inqualificabili, ritardi insopportabili e gravi inadempienze legislative. Non si può morire di lavoro, mai. Questi sono i problemi veri del paese e il nuovo parlamento, invece di attardarsi su insopportabili balletti di palazzo, assuma subito il tema della sicurezza sul lavoro come centrale e prioritario. Lo può e lo deve fare affinché si ponga fine una volta per tutte a questo drammatico stillicidio».

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