Amanda Knox, Trump «ha pagato i legali»

Il neo presidente degli Stati Uniti ha contribuito all’assoluzione della sua connazionale, ma sarebbe «amareggiato» per il mancato ringraziamento

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Guido ‘George’ Lombardi, un italiano che vive e fa affari negli States, lo ha raccontato a La Stampa: il suo amico Donald Trump, sì, il neo presidente degli Stati Uniti, «fidandosi dell’istinto si era schierato col partito degli innocentisti» ed avrebbe pagato una parte delle spese legali per la difesa di Amanda Konx, la studentessa americana accusata di essere stata implicata nell’omicidio di Meredith Kercher e poi assolta insieme al suo fidanzato di allora, Raffaele Sollecito.

L’omicidio Era la sera del primo novembre 2007; Meredith, studentessa inglese in Italia nell’ambito del progetto Erasmus presso l’Università di Perugia, fu ritrovata priva di vita con la gola tagliata nella propria camera da letto, all’interno della casa che condivideva con altri studenti. La causa della morte fu un’emorragia a seguito di una ferita al collo provocata da un oggetto acuminato usato come arma. Per l’omicidio è stato condannato in via definitiva con rito abbreviato il cittadino ivoriano Rudy Guede.

Il processo ha avuto un iter giudiziario particolarmente travagliato. In primo grado, come concorrenti nell’omicidio, furono condannati dalla Corte d’Assise di Perugia nel 2009 anche la statunitense Amanda Knox e l’italiano Raffaele Sollecito. I presunti coautori del delitto furono successivamente assolti e scarcerati dalla Corte d’Assise d’appello nel 2011 per non avere commesso il fatto (relativamente all’omicidio), mentre per Amanda Knox fu confermata la condanna a tre anni per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba (da lei accusato dell’omicidio e risultato estraneo ai fatti). Decisive furono le perizie che escludevano la certezza della presenza sulla scena del crimine dei due imputati. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso della Procura Generale di Perugia, il 26 marzo 2013 annullò la sentenza assolutoria d’appello e rinviò gli atti alla Corte d’Assise d’Appello di Firenze. Il 30 gennaio 2014 la Corte d’Assise d’Appello di Firenze sancisce nuovamente la colpevolezza degli imputati condannando Amanda Knox a 28 anni e 6 mesi di reclusione e Raffaele Sollecito a 25 anni di reclusione e applicando a quest’ultimo la misura cautelare del divieto di espatrio con ritiro del passaporto. Il 27 marzo 2015 la quinta sezione penale della Suprema Corte di Cassazione, presieduta dal consigliere Gennaro Marasca, annulla senza rinvio le condanne a Raffaele Sollecito e Amanda Knox, assolvendoli per non aver commesso il fatto, affermando la ‘mancanza di prove’ certe e la presenza di numerosi errori nelle indagini, e ponendo così fine al caso giudiziario.

Trump amareggiato Lombardi, parlando con La Stampa, ha rivelato che, secondo lui, l’interessamento di Donald Trump al caso, avrebbe permesso ai Knox di raggiungere la notorietà che ha consentito loro di ottenere sostegno e finanziamenti: «Purtroppo – ha anche detto – da parte di Amanda non è arrivato neppure un ringraziamento, Don ne è amareggiato».

 

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