Ambiente a Terni: ‘consiglio’ al veleno

Non si placano le polemiche dopo la visita della presidente Catiuscia Marini. Il M5S abbandona l’aula: «Il piano regionale farà bruciare a Terni il Css»

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Alla fine, dopo la richiesta partita a febbraio, dopo aver scelto una data – il 5 aprile – poi disdetta per dare la precedenza all’approvazione del bilancio regionale, il tanto agognato consiglio comunale dedicato alle problematiche ambientali, con la partecipazione della presidente della Regione, Catiuscia Marini, si è fatto. Ma è finito male.

Il voto Al termine, infatti, Andrea Cavicchioli (Pd) ha proposto un atto d’indirizzo a nome di tutti gruppi di maggioranza che è stato approvato con una sola astensione dopo l’approvazione di emendamenti di alcuni gruppi della minoranza. Con l’atto il consiglio comunale «impegna il sindaco e la giunta a ribadire in ogni sede la contrarietà alla realizzazione di impianti d’incenerimento e/o alla modificazione della autorizzazione degli impianti esistenti per il trattamento di rifiuti urbani tramite il processo di termovalorizzazione, tenendo conto della necessità oggettiva di azioni virtuose per affrontare le criticità della conca ternana e del principio di precauzione; ad intensificare ogni azione diretta a favorire il raggiungimento del 75% di raccolta differenziata con un ciclo di trattamento, riciclaggio, riuso che in termini economici e ambientali fornisca ogni più ampia garanzia; operare per l’applicazione della tariffa puntuale con premialità e penalizzazioni; porre in essere ogni iniziativa per la diminuzione della produzione dei rifiuti con premialità e penalizzazioni; attivarsi per un confronto da sviluppare con la Regione per la semplificazione dei soggetti gestori e delle aziende che operano nel territorio regionale; a sostenere ogni azione della giunta regionale e dell’Auri per la salvaguardia dei principi confermati nell’atto d’indirizzo per favorire la modernizzazione impiantistica del settore». Con gli emendamenti illustrati da Melasecche si chiede d’inserire che il no alla modificazione delle autorizzazioni riguardi autorizzazioni «di qualsivoglia natura, quantitativamente e qualitativamente». Inoltre con l’emendamento si chiede di applicare con la tariffa puntuale un abbattimento sostanziale delle tariffe.

Il M5S se ne va Ma il Movimento 5 Stelle non ha preso parte alla votazione finale: «La Marini è venuta di fatto a dirci – spiega Thomas De Luca – che il piano regionale non si tocca e. quindi, secondo noi restano sul tappeto tutti i problemi che da tempo andiamo denunciando insieme al comitato ‘No inceneritori’. Il piano non ci piace perché permetterà che si bruci a Terni il Css e noi a questo continueremo ad opporci». La nota ufficiale recita così: «I consiglieri comunali del Movimento Cinque Stelle hanno abbandonato l’aula dopo l’intervento della Presidente Catiuscia Marini. Oltre ad aver rappresentato le informazioni già note, la Presidente ha chiaramente espresso la volontà della Regione di puntare tutto sulla produzione di combustibile solido secondario (Css), balle di rifiuti da bruciare in cementifici e inceneritori. Nessun riferimento invece agli impianti di chiusura del ciclo attraverso il massimo recupero senza combustione».

Contrarietà all’incenerimento Ad aprire i lavori era stato l’assessore all’ambiente del Comune di Terni, Emilio Giacchetti. «Innanzitutto va ribadita una scelta compiuta dalla Giunta, grazie anche al dibattito consiliare, che è di contrarietà all’incenerimento come metodo di chiusura del ciclo dei rifiuti. Scelta che si basa sulle annose criticità ambientali che caratterizzano la conca ternana. Abbiamo sostanziato questa scelta con atti nelle conferenze di servizio rispetto agli impianti ternani. Questa è una risposta solamente parziale al tema delle immissioni in atmosfera, ma c’impone di mettere in cima alla lista delle priorità il raggiungimento degli obiettivi prefissati per la raccolta differenziata. Serve un approccio di sistema che leghi tutti i territori umbri per evitare soluzioni tampone».

La raccolta «Il raggruppamento d’imprese che gestisce la raccolta dei rifiuti – ha aggiunto l’assessore -, superate alcune difficoltà, dal gennaio 2016, sta spingendo sulla raccolta differenziata che sarà estesa a tutto il territorio comunale entro i mesi estivi. Si tratta di uno strumento complesso, che coinvolge più aspetti e molteplici attori e per il quale davvero serve un coinvolgimento forte dei cittadini. I dati sulla percentuale della raccolta di gennaio e febbraio lasciano ben sperare in questo senso. L’amministrazione punta alla strategia rifiuti zero, anche attraverso la diminuzione della produzione di rifiuti e la riduzione a monte non solo da parte dei cittadini, ma anche da parte della grande distribuzione».

Terni consiglio comunale CecchiniI rifiuti «Il piano regionale dei rifiuti fa i conti con le direttive UE e – ha spiegato nel suo intervento l’assessore regionale Fernanda Cecchini – ha tenuto conto delle parti positive, ma anche delle ombre, cercando di accelerare il passo e di individuare soluzioni più verosimili. Il piano è stato quindi meglio declinato attraverso due delibere di giunta che riguardano nuovi indirizzi agli ambiti, ai gestori e ai Comuni. Il nostro – è un buon piano, c’è solo da mettersi al lavoro ognuno con le proprie competenze per attuarlo». La Regione, secondo l’assessore, «ha fatto molto per sostenere i Comuni nella raccolta e nella gestione, introducendo degli elementi a monte, per ridurre la produzione dei rifiuti. Abbiamo cercato di spingere l’ammodernamento degli impianti e l’incremento della differenziata con importanti risorse. I risultati prodotti non sono stati quelli che ci aspettavamo: non abbiamo raggiunto il 65%. Non tutto ha funzionato come dovuto. Siamo al 51% di differenziata, risultato non irrilevante, ma ora occorre accelerare verso gli obiettivi prefissi».

L’INTERVISTA ALL’ASSESSORE CECCHINI – IL VIDEO

L’incenerimento L’assessore si è poi soffermata sul provvedimento del Governo, lo ‘Sblocca Italia’, riferendo al consiglio comunale i termini della vicenda che ha indotto la Regione Umbria a proporre l’emendamento sull’assegnazione della quota d’incenerimento per la regione, che potrà essere superata tramite accordi macroregionali. «In questo senso stiamo lavorando con più Regioni, prima fra tutte con la Toscana, ma anche con le altre che ci stanno accanto». I tre punti cardine attraverso i quali la Regione intende chiudere il ciclo dei rifiuti entro il 2018, secondo le aspettative e le previsioni, sono dunque il raggiungimento del 70% di differenziata, la produzione di combustibile solido secondario da immettere sul mercato e gli accordi con altre regioni per evitare la quota d’incenerimento. L’assessore Cecchini ha ribadito che in Umbria «non vogliamo bruciare rifiuti». Ha anche sottolineato che nell’andamento regionale della raccolta differenziata l’ambito di Terni è quello «un po’ più fragile. Mi auguro che si possa raggiungere l’obiettivo di far partire al galoppo la raccolta ‘porta a porta’. L’Ambito 4, comunque, non parte da zero, ma deve tornare in linea con la media regionale».

Le polemiche La battaglia politica – e polemica – che ha preceduto il consiglio comunale straordinario di mercoledì faceva prevedere che a palazzo Spada si sarebbero fatte scintille. E proprio tutto tranquillo non è stato. La non presenza, fin dall’inizio della seduta, della presidente Marini, ha scatenato la polemica da parte di Melasecche (I love Terni) e Ferranti (Forza Italia): «Se la presidente Marini non ascolta il nostro dibattito – hanno detto – come può poi rispondere in maniera adeguata? Su cosa baserà il suo intervento?». Ringraziando l’assessore Cecchini per la presenza, hanno però ribadito che Terni «ha delle problematiche gravi che la presidente deve ascoltare». Secondo Cavicchioli (Pd), invece, era «giusto proseguire con i lavori, in attesa della presidente Marini, proprio per rispetto nei confronti dell’assessore Cecchini che rappresenta la Giunta regionale». E il dibattito in consiglio è, infatti, proseguito.

Gli interventi Nel corso del consiglio comunale si sono susseguiti gli interventi dei consiglieri comunali Cecconi (FdI-An), Ferranti (Forza Italia), Cavicchioli (Pd), Melasecche (I love Terni), Chiappini (Città aperta), Pococacio e De Luca (M5S), in cui è stato evidenziato che la maggior concentrazione di industrie a forte impatto ambientale si trova proprio nel territorio ternano e che proprio in provincia di Terni si trovano discariche e impianti di incenerimento. Secondo il consiglio comunale si deve progettare il futuro del ciclo dei rifiuti ed è il momento di dire chiaro e tondo, una volta per tutte, cosa si intende fare. Quello che il consiglio chiede alla presidente Marini è una risposta definitiva sul ruolo di Terni in regione e nell’intero sistema nazionale, in materia di smaltimento dei rifiuti.

Recupero e riciclo Nel suo intervento il sindaco e presidente di Ati4, Leopoldo Di Girolamo, ha ribadito la posizione dell’amministrazione sul «no alla chiusura del ciclo dei rifiuti con l’incenerimento. L’ambito territoriale 4 decise in questo senso, con la spinta alla massimizzazione del recupero e del riciclo, puntando anche sull’impiantistica», ha detto. «Per questo decidemmo di investire nel biodigestore di Nera Montoro e nel recupero dello spazzamento stradale e degli pneumatici. Abbiamo inoltre sollecitato imprese private specie nel settore del recupero e del riuso della plastica». Infine il sindaco ha rivendicato alla sua amministrazione la scelta politica di «chiudere l’inceneritore dell’Asm e di essere riusciti comunque a mantenere tariffe per i rifiuti mediamente più basse nel centro Italia».

Terni consiglio comunale cecchini mariniProgrammazione «Che l’Umbria abbia avuto capacità di programmazione – ha sottolineato la presidente Marini nel suo intervento – lo dimostra il fatto che è una regione che in vent’anni non ha mai avuto accesso a quanto previsto dal codice dell’ambiente, che ha invece caratterizzato tante regioni italiane, provvedimenti emergenziali e straordinaria. La Regione dell’Umbria ha sempre lavorato in via ordinaria sulla gestione dei rifiuti, il che vuol dire che la Regione negli anni si è caratterizzata sempre per capacità di programmazione. Il tema per noi è continuare ad avere questa capacità».

L’INTERVISTA ALLA PRESIDENTE CATIUSCIA MARINI – IL VIDEO

Lo ‘Sblocca Italia’ «Dal 2010 – ha spiegato la Marini – abbiamo ‘spinto’ nel considerare l’Umbria un unico sistema regionale integrato dei rifiuti, scelto la strada della raccolta differenziata e puntato alla non chiusura del ciclo con la termovalorizzazione. Io difendo lo ‘Sblocca Italia’ perché ci farà uscire dal sistema industriale di ambito regionale e ci consentirà una strada diversa per la chiusura del ciclo, in una regione di piccole dimensioni, con pochi abitanti e con poca produzione di rifiuti (480 mila tonnellate).

Le discariche «La regione Umbria, secondo dati Istat, tra il 2011 e il 2014, ha incrementato al massimo la raccolta differenziata, raggiungendo il 50%. Inoltre, da 566 chili di rifiuti procapite nel 2010, siamo passati a 500 nel 2015». La scelta strategica della Regione, ha evidenziato la presidente, «per attuare gli obiettivi prevedeva una riorganizzazione del servizio e parallelamente aggiornare il piano regionale dei rifiuti del 2009 sul tema dell’impiantistica, dove le discariche assumessero il ruolo non centrale della chiusura del ciclo, ma avessero una funzione transitoria. I Comuni hanno ora un impegno diretto di innalzare il più possibile la raccolta differenziata per portare tutta l’Umbria ad una media del 65% il prima possibile».

Ast «La Regione sulle acciaierie – ha ricordato infine la presidente Marini – ha voluto affrontare anche i temi più delicati, quelli ambientali, con una sfida alta. Ovvero quella di dire, nell’accordo del 2014, che qualora ci fosse una possibilità concreta di impegno sulla questione delle tecnologie industriali degli investimenti nel settore ambientale, si potesse utilizzare una parte di fondi dedicati, ovvero 5 milioni di euro. Nell’incontro che ho avuto con l’amministratore delegato i primi giorni di maggio, mi è stato ribadito l’impegno e la volontà di utilizzare pienamente gli investimenti sulla parte della qualità dell’aria, su quella energetica e sull’attuazione dell’impiantistica tecnologica per le scorie».

Forza Italia Nei giorni scorsi Francesco Ferranti (Forza Italia), aveva già minacciato: «Se dalla Regione e dal Pd a tutti i livelli non avremo chiare e precise prese di posizione a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini sarà davvero aspro il confronto. Forza italia si mobiliterà per far conoscere la semplice verità: la regione e il Pd non applicano ne sviluppano il piano regionale rifiuti e di conseguenza Terni con l’inceneritore Acea ed Orvieto con la discarica debbono compensare e far da cuscinetto ai danni commessi da amministrazione incapaci e immobili su tutti i fronti. Se di Girolamo non tutelerà Terni dall’ipotesi della Regione di renderla la pattumiera dell’Umbria, come gruppo e come partito ne chiederemo le dimissioni».

Crescimbeni Secondo il consigliere del Gruppo misto Paolo Crescimbeni, invece, «il Consiglio straordinario è l’ennesima presa in giro per Terni sul problema rifiuti e quindi sui problemi ambientali. Forse vareremo l’ennesimo tavolo tecnico per parlare di aria fritta, anzi in questo caso di aria inquinata. Così come l’annunciato tavolo per il Polo universitario già carico delle solite premesse e dei soliti solenni impegni mai mantenuti. In piena contraddizione con l’opzione zero votata dal consiglio comunale, ci apprestiamo, al contrario, ad implementare la quantità dei rifiuti da incenerire, metalli pesanti e diossine inquinano l’aria e si rinvengono ora anche nelle acque dei fiumi, riscaldamento urbano, traffico e immissioni industriali permangono come fattori inquinanti senza soluzione serie. Avrei preferito un impegno concreto, specifico, come quello della tante volte richiesta realizzazione a Terni di un Centro per le ricerche ed il recupero ambientale, ma l’Amministrazione fa le orecchie da mercante».

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