Ammalarsi d’amore? «Ci si può liberare»

Lo psicoterapeuta e psicosessuologo Michele Spaccarotella a Terni: «Intercettare i meccanismi disfunzionali per non cadere nella trappola del carnefice»

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Di amore ci si può ammalare, soprattutto quando si vive un rapporto in cui uno dei due partner svolge, in maniera non corrisposta, un ruolo soccorrevole, dedito alla ‘riparazione’ e alla ‘salvezza’ dell’altro. Ma si può uscire da tutto questo? Se ne è discusso venerdì pomeriggio al Classic hotel Tulipano, nel corso del seminario intitolato ‘Io mi salverò – Come smettere di fare la crocerossina’, organizzato dall’istituto italiano di sessuologia scientifica di Roma.

Amore malato Condotto dal dottor Michele Spaccarotella, psicoterapeuta e psicosessuologo, il seminario ha affrontato, quindi, il tema di come uscire dalla dipendenza affettiva, spesso segnata da amori tossici, malsani, disfunzionali. «Se è malato non è amore», ha detto il dottor Michele Spaccarotella . «Quando una relazione manca di reciprocità e di rispetto possiamo già parlare di un attaccamento disfunzionale. Una relazione può diventare tossica quando uno dei due partner si sente spento, denigrato, non rispettato, dove non c’è una progettualità, allora siamo già in una relazione che col tempo può diventare tossica. Soprattutto nel caso in cui c’è una donna che riveste il ruolo di ‘crocerossina’ nei confronti di un uomo che molto spesso è una persona con un narcisismo patologico perverso, si possono innescare delle dinamiche molto forti che possono portare la donna ad ammalarsi, sotto diversi punti di vista».

Individuare i meccanismi Ed è da qui che «bisogna partire – ha sottolineato – capire come si è arrivati a questo punto e iniziare a lavorare al come poterne uscire. Individuare ed intercettare in anticipo i meccanismi disfunzionali che si celano dietro a queste relazioni, può permettere di non cadere nella trappola del carnefice e di iniziare ad intraprendere quel percorso di auto-cura e di rispetto di se che le permetterà di essere libera di vivere in maniera autosufficiente e di riappropriarsi della propria autostima senza farla dipendere dal giudizio dell’altro».

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