Ampliamento Le Crete: «Non si può attuare»

Orvieto, in vista del sit in di sabato Riccetti (Italia Nostra) scrive al ministero: «Nel 2015 la Soprintendenza ha già dato parere negativo»

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Si allarga il fronte di mobilitazione contro il nuovo progetto di sopraelevazione della discarica di Orvieto presentata da Sao Acea e ‘avallata’ dalla Regione Umbria. Mentre la città si sta organizzando in vista del sit-in di protesta organizzato per sabato e, le tensioni iniziano a farsi sentire. Il paracadute potrebbe venire proprio da una missiva indirizzata al ministero dei Beni culturali e, per conoscenza, a Regione, Comune e Soprintendenza.

La lettera al ministero Ad inviarla è il presidente della sezione orvietana di Italia Nostra, Lucio Riccetti, che propone una via d’uscita ‘definitiva’ dall’impasse con conseguente impossibilità di procedere all’ampliamento della discarica Le Crete.  «La Soprintendenza – scrive Riccetti nella lettera – con una nota del settembre 2015 ha già espresso parere integralmente negativo in relazione al progetto di cui all’oggetto, dichiarandolo al contempo non superabile con modifiche o alterazioni o attenuazioni o mitigazioni di quanto proposto, ma con la sola rinuncia all’intervento».

Soprintendenza A fronte di tale incontrovertibile dissenso, prosegue il ragionamento di Riccetti, «peraltro divenuto irrevocabile per difetto di impugnazione nei termini di legge, Italia Nostra Onlus è a chiedere se la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria ha chiesto e ottenuto, in merito a tale progetto, come oggi riproposto da ACEA S.p.A., rituale parere da parte del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici e del Comitato Tecnico Scientifico di competenza, nella denegata, non creduta, ipotesi che intenda rendere parere positivo».

Discarica Se la Soprintendenza si è già espressa chiaramente contro qualsiasi ampliamento, così come ha fatto, più volte, anche il consiglio comunale, come è possibile dare l’assenso ad un progetto che, in pratica, si tradurrebbe in un ampliamento della discarica? In attesa che lunedì prossimo si pronunci la conferenza dei servizi che sembrerebbe orientata, al momento, a dare un parere favorevole, intanto la città si dà appuntamento davanti al Comune per il sit-in di protesta a cui hanno aderito, oltre alle associazioni ambientaliste promotori, come Amici della Terra, anche Confagricoltura e i partiti di maggioranza e opposizione, dal Pd alla Lega e ai Cinque stelle.

Tensioni Mentre da destra se la prendono con il centrosinistra perché «non si può dimenticare – dicono – la posizione ambigua assunta dal sindaco il 30 settembre che ha accolto favorevolmente il progetto di ampliamento del calanco», Amici della Terra chiama in causa i 5 stelle, colpevoli, secondo gli ambientalisti, di essere poco chiari e trasparenti. «Non capiamo – afferma Monica Tommasi – se aderiranno o meno alla manifestazione».

La risposta del M5s non si è fatta attendere. «Ci distinguiamo dalla posizione di Amici della Terra – replica secca la consigliera comunale Lucia Vergaglia – che, come organizzatori del sit-in, propongono un manifesto in quattro punti che sono un vero e proprio assegno in bianco e pone la città a rischio di vedersi calare in sostituzione della discarica un impianto cosiddetto di recupero dell’energia, cioè un inceneritore, invece che impianti di riciclo della materia che sono un modo qualitativamente sostenibile di gestire i rifiuti e corrisponde a quello che abbiamo presentato come programma di governo. Tuttavia – afferma la Vergaglia – non ci tiriamo indietro ed alla manifestazione sarò presente tra i cittadini. Non intendo farmi strumentalizzare giustificare scelte infami come quella dell’incenerimento e neppure alimentare conflitti tra territori. Non vogliamo un inceneritore ad Orvieto, ma non lo vogliamo neanche a Terni od in altre comunità. Ci sarò per testimoniare la volontà di superare la discarica, unico punto che abbiamo in comune noi e gli organizzatori. Ci sarò perché Orvieto è un territorio da proteggere, la salute dei cittadini è alla base della nostra etica e perché l’ambiente è uno dei nostri principali tesori».

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