Antimafie, chiusura in Umbria con polemiche

Fine anticipata della legislatura e quindi della commissione e dell’osservatorio: «Fatto buon lavoro ma tante cose in sospeso»

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di G.N.

«Il problema principale dell’Umbria legato alle infiltrazioni mafiose è rappresentato dal riciclaggio, l’innesto di capitali sporchi nella nostra regione». Così Giacomo Leonelli, presidente della commissione d’inchiesta ‘Analisi e studi su criminalità organizzata, infiltrazioni mafiose, tossico-dipendenze, sicurezza e qualità della vita’, presentando, giovedì mattina a palazzo Cesaroni, la relazione finale della commissione. Leonelli ha espresso «amarezza» per lo scioglimento anticipato della commissione. Più duro il presidente dell’Osservatorio regionale sull’illegalità, Walter Cardinali che si è detto «infuriato per questo epilogo inaspettato e inaccettabile». All’incontro hanno preso parte anche i consiglieri Claudio Ricci (misto Rp–Ic) e Andrea Liberati (M5s) che hanno fatto parte della commissione, sottolineando, il il lavoro svolto in modo puntuale e con grande cura dalla commissione» e il secondo criticando alcuni «comportamenti da parte di altri rappresentanti istituzionali».

Il punto di Giacomo Leonelli: «Abbiamo puntato un faro sulla nostra regione»

Leonelli ha evidenziato, fin da subito, il lavoro collegiale della commissione che ha approvato all’unanimità la proposta di legge di modifica dell’attuale normativa. Ha definito le mafie un «mostro mutante che cambia ogni giorno e richiede un continuo adeguamento degli strumenti di contrasto e della normativa regionale». E, riferendosi all’Osservatorio, ha detto che «ha dato maggiore consapevolezza ai cittadini, implementando la loro formazione in materia di illegalità e infiltrazioni, per creare ostacoli al riciclaggio e all’innesto di capitali illeciti nell’economia regionale».

La proposta, il primo atto della nuova assemblea legislativa

Proprio perché varata da tutta la commissione, la proposta – ha detto Leonelli – «potrebbe essere il primo atto che la nuova assemblea legislativa approva». Diversamente – avverte – «sarebbe un errore ripartire da zero».

I contenuti della relazione

Il documento riporta, fra l’altro, le molte audizioni fatte con diversi sindaci di città piccole e grandi per conoscere meglio quello che avviene nei territori e con i vertici delle forze dell’ordine. «Ci siamo occupati anche del problema della diffusione della droga nei capoluoghi, dei decessi a essa legati e delle operazioni di contrasto portate a termine dagli apparati dello Stato. Una delle più gravi criticità riguarda la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Abbiamo lavorato per chiedere alla giunta di costituirsi parte civile nel primo processo contro la criminalità organizzata ‘Quarto passo’ e la creazione e la messa a regime dell’osservatorio sulla illegalità e la criminalità organizzata in Umbria».

Ricci: «Un lavoro puntuale»

Il consigliere Ricci ha parlato di tre fattori essenziali nel contrasto alle infiltrazioni mafiose: «Strumenti legislativi e operativi di prevenzione e sostegno alle misure nazionali attuate dalle forze dell’ordine; la cultura della legalità che richiede di mettere in rete le informazioni che provengono da luoghi e soggetti diversi; e le criticità su cui lavorare che riguardano lo smaltimento dei rifiuti legato anche alla dispersione sui terreni agricoli e i rapidi cambi di gestione soprattutto in relazione a strutture commerciali e turistiche».

Liberati: «Non mi è piaciuto l’atteggiamento di qualche prefetto»

E’ andato all’attacco il consigliere Andrea Liberati che non ha gradito «l’atteggiamento di qualche prefetto e gli ostacoli che sono stati frapposti rispetto a necessari approfondimenti relativi a questioni pubbliche e private di alcune multinazionali. Auspico, per il futuro, un maggiore coordinamento con la commissione parlamentare antimafia e un potenziamento delle procure che ne migliori la funzionalità. Serve una diversa selezione del personale politico, affinché esso sia in grado di fare muro alle infiltrazioni e alla diffusione dell’illegalità».

Cardinali: «Una casa senza tetto»

Il presidente Cardinali ha rapportato la proposta di legge a una «casa senza il tetto che dovrà essere costruito dalla prossima assemblea legislativa. La conclusione del lavoro dell’Osservatorio – ha detto – è stata inattesa e inaccettabile. Abbiamo iniziato a costruire un edificio ed ora se ne rinvia il completamento alla prossima legislatura. Abbiamo seguito per due anni tre filoni fondamentali (ricostruzione, informazione e beni confiscati alle mafie, ndR) che però non siamo riusciti a concludere. Auspico che la prossima legislatura veda l’istituzione di una commissione antimafia ordinaria e permanente e che si creda davvero nella creazione di strumenti e misure conto l’illegalità, da portare fino in fondo». Per Cardinali il tema vero da affrontare sarà quello dei beni confiscati che «verrà alla ribalta nei prossimi anni».

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