Apicoltura, 176 mila euro a disposizione

Via libera alla rimodulazione finanziaria per accesso a contributi «Quasi 1400 agricoltori e 30 mila alveari, c’è produzione di qualità»

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Una rimodulazione finanziaria – sottoprogramma regionale – per il 2019 che consente di utilizzare risorse pubbliche per 176 mila e 347 euro, oltre a 95 mila euro di cofinanziamento da parte dei privati. Ad approvarla la giunta regionale su proposta dell’assessore all’agricoltura Fernanda Cecchini: coinvolto il mondo dell’apicoltura e le modalità di accesso ai contributi per il settore.

30 mila alveari in Umbria La Cecchini spiega che «l’atto tiene conto delle ‘performance’ di attuazione della passata annualità, così da individuare le misure realmente rispondenti alle esigenze degli apicoltori umbri ed utilizzare appieno le risorse a disposizione. L’obiettivo è di sostenere un settore particolarmente importante sia per l’agricoltura umbra, che per l’ambiente, in quanto le api hanno un ruolo decisivo nel mantenimento della biodiversità. Anche in questo ambito, con i suoi quasi 1400 agricoltori e 30 mila alveari, l’Umbria si conferma come terra di produzione di qualità».

La rimodulazione dei fondi prevede 50 mila euro destinati all’assistenza tecnica agli apicoltori e alle organizzazioni di apicoltori, 15 mila euro alle attrezzature per la conduzione dell’apiario, per la lavorazione, il confezionamento e la conservazione dei prodotti dell’apicoltura; quindi 80 mila euro per l’acquisto di arnie antivarroa e/o fondi a rete per la modifica di quelle esistenti (spesa ammissibile di 90 euro iva inclusa per ogni arnia o di quattro fondi a rete per la modifica di quelle esistenti, 130 per ogni arnia con sistema a trattamento termico). «Previsto un acquisto – specifica la Regione – minimo di 30 arnie, e fino ad un massimo complessivo di 200 arnie, per società cooperative di apicoltori e di minimo di 5 arnie, e fino ad un massimo di 35 arnie, per ciascun imprenditore apistico, apicoltore professionista, in possesso di partita iva agricola o combinata». In conclusione 31 mila e 347 euro sono destinati alle misure di sostegno per il ripopolamento del patrimonio apicolo attraverso l’acquisto di sciami, nuclei, pacchi d’api ed api regine: possono essere ammessi all’aiuto un massimo di 15 api regine e 10 sciami per ciascun apicoltore singolo o società cooperative di apicoltori. Gli importi massimi ammissibili per ape regina e per sciame sono pari, rispettivamente, a 13 euro e a 95 euro.

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