Terni, arresti shock. PD: «Andiamo avanti»

Domiciliari per il sindaco Leopoldo Di Girolamo e l’assessore ai lavori pubblici Stefano Bucari. Divieto di esercizio dell’attività per Sandro Corsi (Actl) e Carlo Andreucci (Alis)

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Il procuratore Alberto Liguori

Il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo e l’assessore ai lavori pubblici Stefano Bucari sono stati arrestati in seguito all’indagine ‘Spada’, relativa agli appalti pubblici relativi alla manutenzione ordinaria del verde pubblico sia in città sia all’interno dei cimiteri urbani, alla gestione dei servizi cimiteriali e alla gestione dei servizi turistici presso l’area della Cascata delle Marmore.

INDAGINE ‘SPADA’, SFILZA DI NUOVI INDAGATI

Le misure Per entrambi, su disposizione del gip Federico Bona Galvagno, sono scattati i domiciliari. L’arresto del sindaco è stato eseguito nella tarda mattinata di martedì nella sede comunale di palazzo Spada. La misura cautelare interdittiva del ‘divieto temporaneo di esercizio dall’attività di impresa cooperativa’ è scattata nei confronti di Sandro Corsi (coop Actl) e Carlo Andreucci (coop Alis). Interrogatori di garanzia il 4 maggio a partire dalle 9.30 in tribunale per il sindaco Di Girolamo, l’assessore Bucari, Corsi e Andreucci.

OPERAZIONE ‘SPADA’, LE IMMAGINI
OPERAZIONE ‘SPADA’, COINVOLTO IL SINDACO

Francesca Malafoglia

Il PD: «Andiamo avanti» La giornata – terribile – per il Partito Democratico ternano si è concretizzata in una sofferta riunione con le altre forze di maggioranza e nella quale è passata la linea proposta dal partito che ha la componente più numerosa in consiglio comunale: «L’azione amministrativa pò e deve proseguire». Alla riunione – mancavano quattro consiglieri: Pennoni e Masiello del PD, Crisostomi (Città Aperta) e Bencivenga (Progetto Terni) – è spettato il compito di sancire, di fatto, il passaggio delle consegne: sarà Francesca Malafoglia, vice sindaco in carica, a prendere in mano la situazione ed a gestire ‘attività della giunta comunale.

L’INTERVISTA ALL’AVVOCATO SPOLDI – IL VIDEO
PARLA L’AVVOCATO DEL SINDACO – VIDEO

La nota Tanto che sul sito internet del Comune è apparsa questa nota: «A seguito delle notizie sugli arresti domiciliari per il sindaco Di Girolamo e l’assessore Bucari, si è riunita oggi pomeriggio a Palazzo Spada la maggioranza del consiglio comunale che ha espresso la convinzione che il sindaco Di Girolamo e l’assessore Bucari saranno in condizione di chiarire ogni aspetto della vicenda e la legittimità del loro operato. La maggioranza ha deciso di assicurare la funzionalità dell’amministrazione comunale sotto ogni profilo per quanto riguarda la giunta, il consiglio comunale e le commissioni, onorando gli impegni assunti e le scadenze pendenti».

Il gip Federico Bona Galvagno

I ‘filoni’ A riferire degli arresti è stato lo stesso procuratore capo Alberto Liguori attraverso una lunga nota:  «Su segnalazione della squadra Mobile della questura di Terni, poi affiancata nell’attività info-investigativa dal nucleo di polizia Tributaria della Guardia di finanza, la procura della Repubblica ha esaminato una serie di appalti di servizi pubblici che hanno interessato, al momento ed allo stato degli atti, in prima discovery: 1) la manutenzione ordinaria del verde pubblico sia in città (2) sia all’interno dei cimiteri urbani; 3) la gestione dei servizi cimiteriali, nonché (4) la gestione dei servizi turistici presso l’area della cascata delle Marmore, predisposti e gestiti dall’attuale giunta municipale di Terni».

I FILONI DELL’INDAGINE ‘SPADA’
OPERAZIONE ‘SPADA’, IL VIDEO

Polizia e Finanza a palazzo Spada

L’esito degli accertamenti investigativi «Il quadro che è emerso – scrive la procura di Terni – ha consentito di fare luce sulla illecita gestione della cosa pubblica, negli anni a cavallo tra il 2011 ed il 2016, che, in luogo di operare nel rispetto delle regole comunitarie e nazionali della libera concorrenza finalizzata alla scelta del miglior contraente, è stata improntata all’alterazione delle regole di mercato secondo un sistema illegale finalizzato a favorire le medesime cooperative sociali di tipo B, operanti nel territorio di Terni e con affluenza extra-provinciali ed extra-regionali, attraverso l’individuazione e successivo inserimento nei bandi di gara di requisiti spaziali (possesso di un’unità operativa nel territorio) e di requisiti strutturali (inserimento lavorativo di persone svantaggiate). Il percorso criminale ha trovato completamento nell’illecito frazionamento dell’importo d’asta in modo da eludere le prescrizioni del codice degli appalti e le norme comunitarie vincolanti che impongono la scelta attraverso una gara degli appaltatori e non consentono l’individuazione del contraente con l’utilizzo dei bandi modellati su di esso (‘bando fotografia’)».

Stefano Bucari

Il ‘sistema’ «In particolare, l’amministrazione, al fine di far conseguire l’appalto pubblico sempre allo stesso contraente, in violazione delle prescrizioni dell’ANAC e delle annotazioni di alcuni responsabili del settore Servizi pubblici del Comune di Terni, ha predisposto gli appalti ad importo frazionato (ad esempio se il prezzo dl un appalto era 10, è stato frazionato in più tranche) in maniera da evitare l’asta pubblica ed assegnare i lavori con la procedura negoziata (consentita solo per lavori di modesto importo) alle cooperative di tipo B preventivamente individuate nel bando con previsioni che solo le dette cooperative avevano. Infatti, una volta ridotta fraudolentemente la basa d’asta sotto soglia comunitaria, l’amministrazione ternana ha potuto liberamente ed in maniera riservata negoziare con le solo cooperative sociali di tipo B operanti in Terni e provincia, già munite nell’atto costitutivo del requisito previsto nel regolamento comunale del 2013 dell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate».

COOP INDAGATE: «NULLA DA TEMERE»

Sandro Corsi (Actl)

«Sempre le stesse coop» «Il meccanismo fraudolento descritto – prosegue il procuratore capo Liguori – ha trovato completamento criminale nel senso che l’amministrazione comunale ha favorito sempre le medesime cooperative facendo ricorso, alternativamente ed ingiustificatamente, dapprima alla proroga degli appalti di servizio scaduti, cosi come poi alle procedura in economia e/o dell’affidamento diretto, anziché bandire una gara nuova, adducendo motivazioni apparenti e pretestuose, sempre attraverso il frazionamento del lavori in piccole commesse tali da eludere la norma primaria, così continuando a garantire, a volte anche per oltre 5 anni consecutivi, la gestione del contratto al medesimo raggruppamento di cooperative sociali (costituite in Ati ovvero Alis, Ultraservizi, Gea e Asso)».

Le cifre «Solo per citare qualche dato si annota che: per il verde pubblico urbano l’appalto è stato gestito senza gara aperta dal 2008 al 2015 per un totale di costi per il Comune di Terni superiore ai 2 milioni e 700 mila euro, cui si devono sommare i lavori appaltati nel 2015 per una somma totale superiore ai 560 mila euro, poi frazionati in tre lotti; per l’appalto del servizio verde all’interno del cimitero comunale il contratto, senza gara aperta, ha subito 63 proroghe dal 2011 al 2016 per un costo totale di oltre 286 mila euro; per i servizi cimiteriali all’interno dei 16 centri le proroghe sono durate dal 2014 al 2016, il costo sopportato di oltre 687 mila euro; per l’appalto dei servizi turistici all’interno della cascata delle Marmore il contratto ha fatto registrare atti comunali di proroga illegittima dal 2010 al 31 dicembre 2013. I lavori, poi appaltati con procedura negoziale riservata, sono stati aggiudicati per un importo di oltre 1 milione e 700 mila euro».

I protagonisti «La vicenda penale esaminata – spiega l’autorità giudiziaria – ha visto protagonisti sia la componente politica sia la componente tecnica del Comune di Terni. La prima, nelle persone dei componenti della giunta municipale con il ruolo, assegnato al sindaco ed all’assessore pro-tempore ai lavori pubblici, di promotori ed organizzatori del sopra descritto disegno criminoso; la seconda, nelle persone del dirigente e del responsabile del settore lavori pubblici del Comune di Terni, impegnati, i primi, nella fase di preparazione degli strumentali requisiti strutturali e territoriali, trasfusi dai secondi indagati, quali partecipi al sodalizio criminoso, nel bandi di gara e nelle lettere di invito a contrarre, ‘cuciti’ addosso alle cooperative sociali di tipo B, le uniche titolate a vestire il prodotto sartoriale come sopra confezionato. Ai soggetti investiti nelle rispettive qualità sopra descritte, si aggiungono anche altri personaggi, anch’essi inseriti all’intero del Dipartimento lavori pubblici del medesimo ente territoriale, con il compito di contribuire alla realizzazione del programma di alterazione della concorrenza, ora avallando tecnicamente le operazioni di favoritismo, ora componendo le commissioni giudicatrici, ora fungendo da Responsabile unico del procedimento. Ed, infine, la presenza del responsabili delle cooperative sociali di tipo B, quali legali rappresentanti impegnati nell’opera di turbativa degli incanti, suggeritori e fruitori finali degli esiti delle procedure amministrative irregolarmente attivate dalla giunta municipale, che, nonostante la diversa denominazione formalmente assegnata – gara pubblica, affido diretto, in economia, proroga – alla fine hanno garantito un monopolio perfetto nel territorio temano nel settore degli appalti di servizi al medesimo raggruppamento di imprese cooperative».

Le misure cautelari «Su richiesta dell’ufficio di cui lo scrivente ha responsabilità – scrive il procuratore Liguori – il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Terni ha applicato, allo stato, al netto di ulteriori determinazioni della summenzionata, al sindaco e all’assessore ai lavori pubblici del Comune di Terni la misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre a due componenti di cooperative sociali di tipo B, il divieto temporaneo di esercizio dall’attività di impresa cooperativa».

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