Appalto scorie, entro settembre i dettagli

Terni, incontro tra l’ad di Ast e i sindacati, ma ancora nessuna certezza sulla forza lavoro. Le organizzazioni: «Garantire livelli occupazionali e salariali»

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L’aggiudicazione c’è stata, la firma tra le parti ancora no, ma si stanno perfezionando i dettagli che verranno resi noti a sindacati, istituzioni ed altri soggetti interessati, nel corso di un evento, entro la fine del mese, ma spunta qualche elemento in più in merito al progetto di recupero e trattamento delle scorie dell’Acciai Speciali Terni, affidato a metà agosto ai finlandesi della Tapojärvi Oy per la durata di 12 anni e che entrerà a regime in 18 mesi.

Il faccia a faccia

Il tema è stato al centro di un incontro che si è svolto mercoledì mattina tra l’amministratore delegato dell’acciaieria Massimiliano Burelli e i segretari provinciali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb. Incontro dal quale non sembrano essere emerse grosse novità, almeno sul tema della forza lavoro, rispetto al comunicato pubbicato il 13 agosto scorso dall’azienda, in cui si annunciava appunto l’aggiudicazione. Novità che le organizzazioni sindacali attendevano proprio in relazione al destino dei circa 60 lavoratori impegnati nel recupero scorie per conto di Ilserv, la società uscita sconfitta dalla gara internazionale. «Non conosciamo ancora il piano industriale, in ogni caso la questione dovrà essere affrontate con il nuovo committente e non con noi» avrebbe evidenziato Burelli. Un piano industriale che dovrebbe anche questo essere reso noto tra fine settembre ed i primi di ottobre.

Gli impegni

Il numero uno di Ast ha comunque assicurato investimenti importanti da entrambe le parti per rinnovare il processo di recupero – circa 40 milioni complessivi – e risvolti altrettanto rilevanti sotto il profilo del riutilizzo e della commercializzazione del materiale, oltre che ambientale. Il nuovo affidamento permetterà di aumentare il recupero dei residui generati dal processo siderurgico, primo fra tutti la scoria, pari ad un 25-30% dell’acciaio prodotto, che sarà certificata Ce ed utilizzata per la produzione di aggregati per sottofondi stradali, per conglomerati cementizi o bituminosi e per lo sbiancamento della carta. I nuovi impianti saranno dedicati al cosiddetto ‘metal recovery’ e al trattamento delle scorie al coperto, con un abbattimento dei metalli pesanti nelle scorie fino al 4%. Buone notizie per i residenti di Priasciano, visto che il nuovo processo e la sua rinnovata ubicazione dovrebbe portare ad un abbattimento delle polveri.

Le richieste dei sindacati

«Preso atto dei termini dell’appalto, degli aspetti tecnici del progetto e dei tempi di realizzazione – si legge in una nota diffusa al termine della riunione dalle segreterie territoriali – le organizzazioni sindacali hanno ribadito e precisato all’amministratore delegato di Ast che pretendono garanzie totali sugli attuali livelli occupazionali e sui livelli salariale dei lavoratori interessati. Inoltre le organizzazioni sindacali hanno chiesto chiarezza sulla continuità degli appalti in essere fino allo start-up del nuovo impianto». Appalti che comunque andranno verso la riconferma fino all’entrata a regime dei finlandesi, che porteranno dal loro Paese anche del personale esperto.

Nessun altro accenno

Un incontro, quello di mercoledì, convocato a quasi due settimane dal tavolo del Mise per parlare del futuro di Ast. Della situazione più generale dell’acciaieria, nell’appuntamento tra Burelli e sindacati non si è parlato, né è stato reso noto se effettivamente, il 18 settembre prossimo a Roma, saranno presenti alla riunione anche i vertici di Tk, come richiesto da istituzioni e organizzazioni sindacali.

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