Area di crisi complessa I numeri dopo 6 mesi

Terni: fatto il punto fra Regione, associazioni di categoria, istituzioni e sindacati. Un terzo delle 212 manifestazioni iniziali sono investimenti concreti

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Il punto sull’area di crisi complessa Terni-Narni – a sei mesi dall’avvio delle procedure operative – e sull’accordo di programma per la riqualificazione industriale del territorio interessato. Con un imperativo: tornare al tavolo – il comitato di monitoraggio sull’area di crisi aperto al Mise – per dimostrare ciò che è stato fatto e chiedere ulteriori misure per i progetti in campo che, al momento, non hanno potuto ottenere risorse. Tutto ciò è stato oggetto di una riunione che si è tenuta lunedì mattina presso la sede della Regione Umbria a Terni, negli uffici dell’ex Cmm, alla presenza del vice presidente della giunta regionale Fabio Paparelli, del direttore regionale alle attività produttive e lavoro Luigi Rossetti, di rappresentanti dei comuni di Terni (il vice sindaco Andrea Giuli) di Narni (il sindaco Francesco De Rebotti), dei sindacati, delle associazioni di categoria e di Sviluppumbria.

Luigi Rossetti e Fabio Paparelli

La legge 181 del 1989

Nove le domande giunte ad Invitalia, al 17 settembre scorso, da parte di altrettante imprese per accedere ai 20 milioni di euro di finanziamenti previsti. Di queste, otto progetti sono stati dichiarati ammissibili e cinque sono stati ammessi all’istruttoria tecnico economica di Invitalia. Parliamo di Fucine Umbre (quasi 9 milioni di investimenti e 31 nuovi posti di lavoro), Unicalce (4 milioni e 680 mila euro per 5 posti), Green Light Development (5,5 milioni e 25 nuovi occupati), Grande Meccanica (quasi 3 milioni di euro e 15 posti) e Novamont (10 milioni di investimenti e 12 nuovi posti). Quest’ultima verrà finanziata fino al raggiungimento dei 20 milioni disponibili (aveva chiesto agevolazioni per 6 milioni di euro, potrebbe ottenerne per una cifra fra i 3 e i 4 milioni di euro). A ‘bocca asciutta’ («ma il nostro obiettivo è recuperare quegli investimenti, non solo tramite l’azione 3.1.1. del POR-FESR», ha detto Paparelli) per il momento ci cono l’Oleificio Coppini Angelo e la Paolini Spa. In totale i progetti prevedono 70 milioni di investimenti (chieste agevolazioni per 45 milioni di euro) e 205 nuovi occupati.

La misura 3.1.1.

Buono il riscontro dell’avviso di Sviluppumbria terminato lo scorso 17 ottobre per le piccole e medie imprese. La dotazione, dai 4,5 milioni iniziali, è salita fino a circa 10 milioni di euro con una riserva del 60% destinata – in relazione all’area di crisi complessa – alle micro e piccole imprese. Ben 64 i progetti presentati per investimenti previsti pari a 25 milioni di euro (chiesti contributi per 6 milioni e 914 mila euro) e 112 nuovi posti di lavoro. Sviluppumbria ha avviato l’istruttoria per valutare chi ha diritto ai fondi, con la possibilità – in un secondo momento – di disporre di ulteriori 3 milioni di euro legati ad un nuovo avviso.

Altri avvisi

Fra gli avvisi aperti figurano anche quelli per le startup tecnologiche (dotazione di 3 milioni con una riserva di 1 milione per l’area di crisi e scadenza il prossimo 21 dicembre), per il sostegno a programmi di ricerca industriale e sviluppo delle imprese (8 milioni di cui 3 per le imprese dell’area di crisi Terni-Narni con scadenza il 20 gennaio) e per l’efficientamento energetico dei cicli produttivi (3 milioni di cui 1 per l’area di crisi, avviso che verrà pubblicato entro la fine del 2018).

Strumenti finanziari

Dall’asse Gepafin-Artigiancassa, che si sono aggiudicate le procedure pubbliche per la gestione degli strumenti finanziari del POR-FESR 2014-2020, sono nati strumenti finanziari operativi dallo scorso 10 ottobre e relativi a garanzie su rischi di insolvenza (fino all’80% del credito vantato dall’istituto finanziatore, garanzia concessa a titolo gratuito), riassicurazioni su garanzie Confidi, acquisizione di partecipazioni di minoranza a tempo determinato e prestito partecipativo anche nella forma di prestito subordinato.

Gli strumenti nazionali

In itinere l’accordo di sviluppo di Alcantara (150 milioni di euro di investimenti per 170 nuovi occupati, giò sottoscritto e cofinanziato dalla Regione), l’accordo di innovazione con Ast per la verticalizzazione dei processi produttivi (14 milioni, finanziato e in fase di sottoscrizione), accordo di sviluppo con una rete di imprese locali guidata da Smrl per un progetto da 6 milioni di euro sui temi dell’energia per la mobilità sostenibile (istruttoria Invitalia in corso) e il contratto di sviluppo legato a Leolandia (35 milioni di investimenti, 250 nuovi occupati, istruttoria Invitalia in corso). Sul fronte Sgl Carbon – invece – Paparelli e Rossetti hanno spiegato come l’azienda abbia avviato il percorso per giungere alla sottoscrizione di un contratto di sviluppo, strumento per il quale fino al 2012 le imprese dell’area di crisi mantengono una priorità.

Le opinioni

Giudizi sostanzialmente positivi – con dei distinguo ed anche un battibecco Giuli-Paparelli sull’ubicazione del progetto ‘Living Lab’ condotto dalla Regione – sono stati espressi dai presenti, Confindustria (presente con il vice direttore generale Alessandro Castagnino) su tutti. Se le perplessità di Attlio Romanelli sono, ad esempio, legato alla contraddizione fra gli investimenti previsti da Ast e gli esuberi («cento persone in tutto», ha detto) annunciati nel nuovo piano aziendale, quelle di De Rebotti attengono alla qualità degli investimenti ma pure alla ‘governance’ della piastra logistica di Terni e Narni. Sul punto è in definizione – ha detto Paparelli – la convenzione per il collegamento con la linea ferroviaria. Un passo atteso da anni e che potrebbe dare un po’ di respiro ad una città, Terni, attraversata ogni giorno da circa 500 tir.

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