Arte a Perugia, aperta la ‘Marabottini’

Dopo anni di lavoro inaugurata la raccolta voluta dalla Fondazione della Cassa di Risparmio

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Perugia si arreda di un’altra mostra d’arte di grande importanza, dopo tre anni di intenso lavoro di studio, di organizzazione e di allestimento degli spazi, la ‘Collezione Alessandro Marabottini’ viene aperta al pubblico.

Dono d’arte La mostra voluta dalla fondazione della Cassa di risparmio di Perugia è un esempio di collezionismo votato alla bellezza che sarà visitabile al Museo creato a Palazzo Baldeschi, dalla Fondazione CariArte ospiterà oltre 700 opere dello studioso fiorentino; storico dell’arte, scrittore, collezionista ma anche abile restauratore e bricoleur delle proprie opere bisognose di interventi. Marabottini è perugino di adozione, ha insegnato Storia dell’Arte medievale e moderna presso l’Università di Perugia ed ha scelto di affidare alla Fondazione l’importante compito di gestire e curare la sua ricca collezione d mettendola a disposizione degli appassionati e degli studiosi, ma soprattutto degli allievi dell’Ateneo perugino.

Il taglio del nastro

Il taglio del nastro

Allestimento permanente «Le oltre 700 opere che costituiscono la collezione Marabottini – ha affermato il presidente di CariArte Carlo Colaiacovo – rappresentano un allestimento permanente realizzato nella forma originale e assai suggestiva della casa-museo grazie alla perizia scientifica e alla passione delle due curatrici Caterina Zappia e Patrizia Rosazza-Ferraris che hanno dato corpo alla volontà di Marabottini di musealizzare e tenere unita la collezione di una vita invece di vederla dispersa come è spesso capitato ad altre analoghe raccolte di opere. Ventitrè anni di impegno nel settore culturale ed artistico sono dunque culminati in una struttura museale articolata e ricca che rende la Fondazione una realtà destinata a svolgere un ruolo sempre più determinante, anche fuori dei confini umbri, nel campo della promozione culturale».

La casa fiorentina Il progetto ha avuto il suo sviluppo in seguito ad una prima visita del presidente e del segretario generale della Fondazione, Carlo Colaiacovo e Giuliani Masciarri, a casa Marabottini per visionare la collezione che lo studioso aveva in animo di lasciare all’Ente: «Mi disse che erano 400 opere, rivelatesi poi 700 all’atto dell’inventario! Da quel giorno ci siamo rivisti e sentiti più volte al telefono – racconta il segretario generale Masciarri – quando lo chiamavo per salutarlo ed informarmi su come stava procedendo il suo lavoro di catalogazione mi rispondeva che era un lavoro lungo e faticoso. E’ poi andata a finire, come sappiamo, nel verso da lui desiderato e sono contento di aver contributo a che la Fondazione, esaudendo i suoi desiderata, potesse celebrarlo tramandandone, attraverso la sua collezione, la memoria».

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