Arte, finti Modigliani: perquisizioni a Spoleto

Operazione dei carabinieri: l’accusa è di contraffazione di opere d’arte. Indagato il presidente dell’istituto ‘Amedeo Modigliani’

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Contraffazione di opere d’arte. Questa l’accusa per il quale è indagato il presidente dell’istituto ‘Amedeo Modigliani’ di Spoleto: non l’unico nell’operazione – frutto dell’indagine della procura della Repubblica di Palermo – che ha coinvolto il comando carabinieri tutela patrimonio culturale in relazione al sequestro di due dipinti falsamente attribuiti al pittore e scultore livornese, esposti nel capoluogo siciliano a palazzo Bonocore in occasione della mostra terminata a marzo.

Il guaio e i dipinti sequestrati

Ad entrare in azione sono stati i militari del reparto operativo (sezione falsificazione e arte contemporanea): focus sulla mostra inaugurata a novembre che si è basata su proiezioni fotografiche multimediali riguardanti l’artista. I carabinieri hanno acquisito la documentazione delle opere e gli accertamenti successivi hanno permesso di stabilire che i certificati di autenticità e la provenienza erano privi di autorevolezza dal punto di vista scientifico e con molti passaggi contraddittori. Scattato il sequestro di due dipinti: ‘Hannelore’ (olio su tela 65×70 centimetri, proveniente dall’eredità giacente del tribunale civile di La Spezia) e ‘Donna con cappello’ (olio su tela 62,5×40, proprietà privata di una famiglia di Reggio Emilia).

Tra Umbria e Roma

Nel contempo tra Roma e Spoleto sono state eseguite perquisizioni a carico del presidente dell’istituto ‘Modigliani’ (procacciatore delle opere) e del curatore della mostra (autore delle certificazioni di autenticità), entrambi indagati per contraffazione di opere d’arte. In totale nell’operazione c’è stato il sequestro di 27 opere di pregio contraffatte: tre opere di Modigliani e ventiquattro dipinti di Picasso, Chagall, De Nittis, Boldini, Dalì e Guttuso, tutte nascoste in un veicolo. Il valore complessivo – nel caso fossero state immesse sul mercato come autentiche – ammonta a 9 milioni di euro. Quello dei beni sequestrati agli indagati – stesso discorso – supera i 5 milioni di euro.

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