Ast di Terni: «Progetto ridimensionamento»

Raffaele Nevi (FI) dopo il vertice in Regione e l’incontro tra i sindacati e l’ad Burelli: «Procedure di mobilità, preoccupante. Vogliono chiudere l’area a caldo»

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Raffaele Nevi

di Raffaele Nevi
Presidente gruppo Forza Italia in Regione

L’annuncio dell’Ast di riaprire le procedure di mobilità è sbalorditivo e molto preoccupante e la dice lunga sulla affidabilità della multinazionale. Forse questi signori non si sono resi conto che l’età media dei dipendenti è ormai bassissima ma, soprattutto, questo indica che il progetto della multinazionale – come vado dicendo da tempo – è quello di ridimensionare il sito produttivo ternano per farlo diventare un semplice impianto per la lavorazione a freddo chiudendo l’area a caldo.

IL VERTICE IN REGIONE E L’INCONTRO TRA SINDACATI E L’AD BURELLI

Ma questo significa eliminare la produzione di acciaio di qualità in Italia e voglio sperare che questo moribondo Governo nazionale e il moribondo Governo regionale lo abbiano finalmente capito e inizino a combattere seriamente per il rispetto degli impegni sottoscritti e disattesi dall’azienda. Finalmente la Marini e Paparelli si sono svegliati dal letargo e hanno chiesto un incontro al Ministero.

Ma qui serve un confronto con il Ministro e con i vertici della multinazionale e non con i vertici aziendali che appaiono sempre più delle comparse di uno spettacolo diretto e condotto a livello globale da una multinazionale che vuole uscire da questo ‘business’ dell’acciaio. Serve poi un Governo forte e con la schiena diritta e soprattutto una Regione determinata e unita in tutte le sue componenti politiche e sociali per dire ‘basta’ a chi non rispetta i patti, anche sull’ambiente.

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