Ast, incontro-flop al Mise: come da attese

Delusione di istituzioni e sindacati al Mise. Castano replica: «L’azienda è in salute, che non sia strategica per Tk lo sappiamo da 4 anni»

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«Al tavolo servono tedeschi e governo». Non aveva usato mezzi termini la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, quando all’inizio dello scorso agosto aveva inviato al presidente del consiglio Conte e al ministro Di Maio una lettera in cui chiedeva la presenza della proprietà ThyssenKrupp e dei massimi vertici del governo al tavolo convocato al Mise per settembre.

Chi c’era e chi no

Martedì mattina nel ‘parlamentino’ del ministero dello Sviluppo economico erano seduti due rappresentanti della multinazionale tedesca: il capo delle relazioni esterne di Tk, Peter Sauer, accompagnato da Kerstin Göcke, capo della comunicazione della Business Area Materials Services. Non erano presenti invece né il ministro dello Sviluppo economico e vicepremier Luigi Di Maio né alcuno dei sottosegretari a fare le sue veci. Neppure il sindaco di Terni Leonardo Latini si è presentato, lasciando il compito di intervenire al suo vice Andrea Giuli.

Il ruolo del Mise

La presidente della Regione si è trovata davanti Giampiero Castano, da anni responsabile dell’unità di crisi del Mise – che tra l’altro solamente l’anno scorso aveva dichiarato ufficialmente l’uscita di Ast dalla lista delle aziende in stato di crisi – e Giorgio Sorial, vice capo di gabinetto del ministero che si è limitato a riconvocare nuovamente le parti nel momento in cui ThyssenKrupp avrà nominato il successore di Hiesinger e sistemato le questioni al vertice.

Nessuna novità

«Avevamo richiesto la presenza del ministro Di Maio e invece non c’è alcun rappresentante del governo. Come facciamo a sapere come la pensa l’esecutivo nazionale senza figure politiche a questo tavolo? Ast, per quanto ci riguarda è strategica per Terni, l’Umbria e l’Italia. Ma il governo come la pensa?». Con questi interrogativi e con la minaccia di non presentarsi più ai prossimi appuntamenti, la Marini ha manifestato la propria delusione per un incontro tanto cercato ma che non ha portato alcuna novità, se non la notizia che al momento «non ci sono intenzioni di nessun tipo di avviare il processo di vendita di Ast», come sottolineato da Sauer martedì mattina.

Futuro? Numeri e ambiente

Eppure è bastato Castano a sottolineare il nodo centrale della vicenda, ovvero il fatto che Tk dichiari Ast ‘non strategica’ da ormai quattro anni e che poco più di questo poteva emergere dal tavolo di oggi. Difficile prevedere il futuro in un momento così delicato per l’azienda tedesca. Di certo rimangono solamente i numeri che mostrano come Ast abbia rimesso a posto i propri conti e si prepari a pubblicare un nuovo bilancio positivo per l’anno fiscale in chiusura e i diversi progetti che l’azienda mettendo in cantiere, anche per l’ambiente. Saranno probabilmente questi i temi della prossima riunione al Mise, come richiesto da Castano e Sorial.

Ancor un flop?

L’augurio è che anche in questo caso l’incontro non si riveli un buco nell’acqua, dal momento che l’impegno dell’acciaieria di Terni verso i temi ambientali non ha bisogno di un tavolo al ministero per essere discusso. Basterebbe aspettare la presentazione del progetto di recupero delle scorie dell’azienda finlandese vincitrice del bando e lasciare ai tecnici la valutazione. Il rischio, secondo Sauer, è che si crei «un clima di incertezza provocato da notizie non verificate che non aiuta il futuro né dell’azienda né dei lavoratori».

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