Ast, investimenti ‘su’. Rebus integrativo

Terni, salgono a 60 i milioni previsti nel piano industriale dei prossimi due anni. Tutto rimandato su occupazione e piattaforma di secondo livello

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Il confronto in azienda, in attesa della fissazione futura di un nuovo incontro al Mise, prosegue, ma al momento senza grossi avanzamenti. Venerdì l’ad di Ast Massimiliano Burelli e i segretari dei metalmeccanici si sono incontrati in fabbrica per la seconda delle tre riunioni fissate nel corso dell’ultimo tavolo al mistero dell’8 aprile, riunione in cui però non si è ancora entrati nel merito dei due punti cruciali della discussione, quelli che riguardano più da vicino i lavoratori, cioè occupazione e piattaforma integrativa: tutto rimandato a martedì 7 maggio.

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I numeri

Nel frattempo, l’azienda ha comunque annunciato che gli investimenti contenuti nelle linee guida del piano industriale passeranno nel complesso da 57 a 60 milioni (31,5 nell’anno fiscale in corso e 28,5 in quello 2019/2020). Tra questi oltre 14 milioni, sempre quest’anno, saranno dedicati ad interventi sull’impiantistica, 5 a miglioramenti ambientali e sicurezza. Quanto ai volumi produttivi, ci si attesterà per ora alle 940 mila tonnellate di acciaio annunciate, con l’obiettivo di arrivare al milione nella prossima annualità. È però il tema degli organici – rispetto al quale Ast ha annunciato al Mise una contrazione di circa una settantina di unità -, insieme alla contrattazione di secondo livello, quello che rappresenterà il vero banco di prova delle relazioni sindacali. Al momento i rappresentanti di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb hanno preferito non esprimersi ufficialmente, rimanendo guardinghi, in attesa delle valutazioni che emergeranno dall’incontro di martedì, l’ultimo in calendario.

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