Ast: «Corruzione non vale mai la pena»

Presentata dall’ad Burelli la nuova campagna di comunicazione per i dipendenti. Ma è diretta anche a clienti, fornitori e partner

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All’interno di Ast, ogni giorno, vengono verificate 4 milioni di transazioni. Il controllo è così capillare che se, ad esempio, si tenta di fare un versamento su un Iban bancario non autorizzato, se si procede con un pagamento doppio oppure fuori dall’orario di lavoro, i sistemi di verifica interni all’azienda sono in grado di scoprirlo in tempo reale. Solo uno degli strumenti di cui lo stabilimento di viale Brin si è dotato nel campo della lotta alla corruzione, che ora vede un nuovo passo in avanti attraverso una campagna di sensibilizzazione – denominata ‘No Corruption Zone’ – che riguarda tutti i dipendenti e non solo.

La giornata

A presentarla, lunedì mattina a palazzo Gazzoli, è stato direttamente l’amministratore delegato di Ast, Massimiliano Burelli, durante l’evento ‘No Corruption Day’. Un’iniziativa a cui hanno preso parte, come relatori, Hanni Rosenbaum, senior director, policy and strategic planning del Biac (l’associazione che rappresenta l’industria presso l’Ocse), Alfredo Durante Mangoni, coordinatore attività internazionali anti-corruzione del ministero degli affari esteri, Giampaolo Leone, group compliance officer Tim, Sebastian Lochen, chief compliance officer Thyssenkrupp Ag, Antonio Buonafine, regional compliance officer Thyssenkrupp e Nicola Allocca, governance director Ast e membro del Biac task force on anti-corruption dell’Ocse.

L’obiettivo

Accanto agli strumenti giuridici di cui l’azienda si è dotata per prevenire episodi di corruzione – oltre al sistema di controllo interno, una nuova governance, una compliance più forte e l’adozione del modello 231 -, Ast sta ora cercando di puntare sul fattore umano, divulgando i valori anticorruzione all’interno della popolazione lavorativa dell’acciaieria. «La corruzione cancella lavoro, libertà e reputazione» recita lo slogan della campagna, disvelato proprio dall’ad Burelli. «Stiamo rafforzando un percorso iniziato ormai due anni e mezzo fa – ha spiegato il numero uno di Ast -, questo nuovo progetto mira a far capire alle persone che il mancato rispetto delle regole ha conseguenze sicure e certe e che quindi non vale la pena perdere reputazione, credibilità e lavoro. Vale per tutte persone che operano con noi, quindi anche clienti, fornitori e partner».

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