Ast, Marcegaglia ribadisce l’interesse

Il ceo del gruppo mantovano: «Disponibili a valutare il dossier se Tk decide di vendere dopo lo stop alla fusione con Tata»

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Il gruppo Marcegaglia torna alla carica: già lo scorso autunno il patron del gruppo, Antonio, aveva espresso pubblicamente l’interesse per l’Ast di Terni, ora ribadisce il concetto. L’occasione è ‘Made in steel’, l’evento internazionale dedicato alla filiera dell’acciaio in corso fino a giovedì a Rho (Milano). Parlando al portale specializzato Siderweb, il ceo del gruppo mantovano, ha rinnovato la «disponibilità a valutare il dossier Terni, qualora il board Thyssenkrupp decida dopo la mancata joint venture con Tata di porre nuovamente l’asset in vendita». «Come ho già dichiarato in passato – ha aggiunto – ritengo abbia molte sinergie con noi e rientri appieno nella nostra strategia di rafforzamento della presenza del gruppo negli acciai speciali».

AST, BURELLI: «IL SITO DI TERNI SARÀ POTENZIATO»

Scende l’indebitamento

Le dichiarazioni dello scorso settembre erano arrivate nel momento in cui Tk sembrava intenzionata a cedere lo stabilimento ternano, poi c’era stato l’improvviso dietrofront. Ora si attendono nuovi elementi sulle intenzioni della multinazionale tedesca, anche se proprio dalla fiera di Rho, mercoledì, l’ad di Ast Massimiliano Burelli ha rassicurato sul fatto che la prospettiva è quella di un potenziamento del sito ternano, che verrà inserito, nella suddivisione della società in due organizzazioni, nella «good company». Parlando ancora della mancata joint venture tra Thyssen e il gruppo indiano, sempre a Siderweb, Marcegaglia ha invece spiegato che «più in generale il riequilibrio di mercato che avrebbe dovuto portate si otterrà con dinamiche differenti. Pertanto non dovrebbero esserci stravolgimenti rispetto alla situazione attuale». Il gruppo Marcegaglia ha chiuso il 2018 con un fatturato a 5,6 miliardi di euro per la componente steel. Da registrare il terzo taglio consecutivo dell’indebitamento per 240 milioni, dunque l’ammontare complessivo dei debiti del gruppo scende a 690 milioni di euro. Infine anche il 2019 si è aperto in crescita (+2,5% nei volumi di vendita, +3% per il fatturato).

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