Ast, Natale bellicoso: la Fiom alza la voce

Terni, la Rsu aziendale: «Non più rinviabile un confronto con l’azienda per verificare e trasformare in atti concreti quanto di positivo da lei affermato»

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Sarà pure Natale, ma in casa Fiom Cgil covano propositi battaglieri. La Rsu della ThyssenKrupp Ast, infatti, ha messo a punto un documento che sembra andare decisamente in controtendenza rispetto agli atteggiamenti che vanno di moda adesso. Prendendo atto «di tutti i ‘buoni propositi’ che l’azienda sta comunicando in questi giorni», infatti, la componente Fiom della Rappresentanza sindacale unitaria delle acciaierie ternane alza di nuovo il tiro.

I conti «Secondo noi – dice la Rsu Fiom – i 120 milioni di euro recuperati quest’anno, in buona parte provengono dai tanti sacrifici dei lavoratori, i quali si sono trovati costretti a lavorare in questo anno con meno personale e con il salario ridotto; da una politica degli approvvigionamenti che sta mettendo a rischio il futuro dello stabilimento (con alcuni impianti che versano in condizioni precarie, a causa della mancanza e al ritardo nell’arrivo dei più elementari pezzi di ricambio e per una complicata manutenzione degli impianti stessi); dall’attuazione di una politica rispetto agli appalti che ha visto penalizzare in modo pesante i lavoratori delle ditte terze e indebolire tutto il sistema delle manutenzioni; dall’incorporazione delle business unit, la ricapitalizzazione di Ast avvenuta ad inizio anno ed altre voci importanti che hanno influito non poco al recupero delle perdite».

I volumi Se è vero, dice ancora la Fiom, «che per il 2016 è previsto 1,026 milioni di tonnellare di acciaio fuso e visto che tale produzione non permette di saturare in pieno gli impianti interessati, nonostante la turnistica già ridotta a marzo 2015, vorremmo capire come si può affermare che la ristrutturazione in Ast è terminata. Vogliamo capire cosa comporteranno a livello produttivo e qualitativo le modifiche impiantistiche che verranno effettuate al Forno 5 durante la fermata di dicembre rispetto a tutte le produzioni che oggi effettuiamo».

I dubbi Le produzioni del titanio e dei fucinati, «due dei punti cardine dell’accordo del Mise – insiste la Fiom – non è ancora chiaro come saranno incrementate e mantenute. Nonostante l’impegno e la professionalità di chi ci lavora è tutta da verificare quanto sia efficace la politica commerciale aziendale per acquisire nuovi clienti ed ordinativi».

Gli investimenti Il sindacato, poi, ricorda che «l’Interconnector, il trasferimento della linea 5 di Torino e le varie migliorie previste per un totale di 96 milioni di euro sono gli unici investimenti sicuri già messi a bilancio. Consideriamo questi investimenti rilevanti ed importanti. Ma vogliamo ricordare che tali investimenti sono frutto dell’accordo del Mise del 3 dicembre 2014 conquistati grazie alla lotta di tutti i lavoratori dell’intero sito, sia diretti che indiretti» e che «la messa in marcia della linea 5 di Torino, in ritardo rispetto all’accordo di Roma, dovrà prevedere un vantaggio a livello produttivo e quindi un incremento della produzione a freddo ancora tutto da verificare».

La verifica Insomma, la Rsu della Fiom Cgil  di AST, ritene «non più rinviabile un confronto con l’azienda per verificare e trasformare in atti concreti quanto di positivo da lei affermato. I lavoratori di Ast, dopo un anno di sacrifici rispetto alla carenza di personale, un’organizzazone del lavoro penalizzante, la manzanza dei riconoscimento della loro professionalità, l’esposto alla Direzione terrotoriale del lavoro, meritano delle risposte e azioni da parte dell’azienda rivolte a sanare tali mancanze». E dice di non escludere, se necessario a supporto di tali rivendicazioni, nessuna forma di mobilitazione».

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