Borgo Giglione, è caos: discarica al limite

Perugia, necessaria una nuova autorizzazione per lo smaltimento dell’organico e degli scarti di compostaggio

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L.P.

C’è da sperare che l’ultimatum imposto dalla Regione ai Comuni inizi presto a fare effetto. Le discariche sono al limite. La patata bollente, questa volta, è la discarica di Borgo Giglione impantanata da mesi in un complicato tetris di proroghe e ritardi e ormai in funzione senza autorizzazioni. E il rischio caos è dietro l’angolo.

La discarica vista dall'alto

La discarica vista dall’alto

La discarica Già ampliata nel 2010, per garantire autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani dei propri comuni, la discarica di Borgoglione, assieme a quella di Pietramelina già prossima all’esaurimento, ha da sempre rappresentato un problema anche per la viabilità. E ora, in attesa di un’ulteriore autorizzazione, rischia lo stop anche lo smaltimento della frazione umida della raccolta differenziata in modalità bioreattore. Che fine faranno questi rifiuti?

 

Viabilità La strada limitrofa al complesso monumentale Villa colle del cardinale,  infatti, strada sant’Antonio-Belveduto, a Colle Umberto, è da anni oggetto di provvedimenti da parte della Regione, poi sospesi, per vietare il passaggio dei camion che trasportano rifiuti. La prima determina, nel 2011, è stata sospesa per 18 mesi già nel 2013 ma l’Ati2 ha ripetutamente invitato Gest srl, in qualità di gestore del servizio integrato, a intraprendere un confronto con la Regione per ovviare al problema e continuare a garantire il servizio di smaltimento dei rifiuti. Per Gest, però, l’unica azione efficace rimane chiedere un’ulteriore proroga della sospensione. A tutt’oggi l’efficacia della prescrizione risulta scaduta il 13 gennaio, ma i camion continuano ad attraversare quella strada come racconta chi, da quelle parti, ci vive.

Il piano E mentre si cercava di risolvere il problema della viabilità, a settembre, la Tsa, la società operativa di gestione dell’impianto di Borgoglione, ha presentato un progetto di razionalizzazione in cui, oltre alla viabilità, ha inserito di propria iniziativa aspetti riguardanti l’utilizzo delle volumetrie residue. La documentazione, secondo l’Ati, presenta però elementi contraddittori, soprattutto in merito alla concreta possibilità di continuare a conferire rifiuti in discarica.

L’autorizzazione A giugno scorso, la capacità residua utile di Borgoglione era di 410.706 metri quadrati, in linea con quanto indicato nel documento di adeguamento al piano regionale dei rifiuti. Appena 3 mesi dopo, a novembre, la Tsa afferma che la volumetria utile residua è di 370 mila metri quadri e calcolando un normale flusso di ingresso, pari a circa 120 mila tonnellate annue, la discarica potrà ricevere rifiuti fino a tutto il 2018. Nel frattempo, però, è scaduta l’autorizzazione della Provincia per il bioreattore. A tutt’oggi l’Ati ha chiesto ulteriori chiarimenti e il rinnovo non è ancora stato autorizzato.

Gli scenari Per quanto riguarda la viabilità, le strade praticabili risultano quindi due: o una nuova sospensione oppure l’utilizzo di altre discariche di servizio. Così per il bioreattore D8, il 9 novembre la Tsa ha presentato alla Provincia istanza di rinnovo dell’autorizzazione alla gestione e il 17 dello stesso mese la Provincia ha richiesto un parere tecnico all’Arpa che doveva essere trasmesso entro 30 giorni. Ad oggi il rinnovo non è ancora stato autorizzato. Ora, per non creare criticità nella gestione del sistema di smaltimento all’interno dell’Ati 2, la soluzione auspicabile è che l’istanza di rinnovo dell’autorizzazione venga adottata entro la scadenza del volume disponibile del bioreattore. Nel caso in cui il rinnovo, invece, arrivi oltre la scadenza del volume disponibile potrebbe determinarsi l’interruzione del sistema di smaltimento, così come nel caso in cui il rinnovo non venga proprio concesso.

Caos? In quel caso verrebbe meno la possibilità si smaltire a Borgo Giglione gli scarti del compostaggio provenienti dalla discarica di Pietramelina, che a questo punto andrebbero a finire fuori regione con conseguenti costi maggiorati per il trasporto e il trattamento, e il Forsu, la frazione organica del rifiuto solido urbano, proveniente da Ponte Rio, di cui Borgo Giglione possiede l’unico impianto regionale per il trattamento.

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