«Cambiate vita nell’esempio di Giulio»

Terni, in tanti ai funerali dell’anziano ucciso nella sua casa di Gabelletta. Nell’omelia, il messaggio diretto ai rapinatori

Condividi questo articolo su

di F.T.

«Il male rimane sempre tale, un’ingiustizia senza senso. Giustificarlo, cercare una ragione che possa lenire il dolore, è un assurdo. Giulio nella sua vita ha cercato di stare dalla parte del bene, di fare luce e trasmetterla agli altri. Era un uomo capace di donare, non un ladro che toglie, distrugge e offende. Giulio era fra coloro che fanno della propria vita un dono, a volte anche un perdono e di questo gliene siamo grati. Purtroppo è incappato in un’ingiustizia assurda, in una violenza di ladri diventati omicidi, scaduti in dignità, in umanità. Il loro male non cancellerà mai tutto il bene di cui questa famiglia è stata ed è capace. Anche la legge non potrà mai lenire quello che è accaduto, né restituirci Giulio. Chi può, lo prenda ad esempio, ma rendendosi conto che oltre ad offendere gli altri, offende la propria dignità umana, dei propri figli e del proprio futuro. Chiediamo che chi compie il male, si possa accorgere che c’è anche un altro modo di vivere, grazie anche a maestri e testimoni illuminati dalla fede come Giulio».

L’OMELIA DI DON LUCA: IL VIDEO

Funerale Giulio Moracci, omicidio di Gabelletta - 6 maggio 2015 (2)

La bara entra nella chiesa di borgo Rivo

L’omelia di don Luca Andreani rimanda al forte senso di dignità e unità con cui i familiari di Giulio Moracci hanno affrontato e stanno affrontando il dramma che ne ha sconvolto la vita. L’ultimo saluto al 91enne ucciso il 28 aprile da una banda di rapinatori nella sua casa di Gabelletta, dove viveva con la moglie Fioranna Fineschi, si è celebrato nella chiesa di Santa Maria del Rivo, gremita. Al rito funebre sono intervenuti in tanti: familiari, amici, conoscenti e anche rappresentanti delle istituzioni. La moglie, vittima anche lei della furia dei rapinatori e salvata dai carabinieri, ha trovato la forza per essere presente alla messa, accompagnata dal figlio Filippo e dai parenti.

Il ricordo Don Luca ha ricordato Giulio Moracci: «Una bella persona, i suoi occhi azzurri e il suo sorriso hanno insegnato tante cose. La sua è stata una vita di fatica, di lavoro e l’agricoltura è stata la sua grande arte. Giulio era un uomo con dei valori solidi, cose che neanche la ruggine può scalfire, come il suo senso civico: durante alcuni lavori, qualche tempo fa, aveva donato un pezzo del suo orto, a Gabelletta, per permettere ai pedoni di passare senza pericoli».

Giulio Moracci, la vittima

Giulio Moracci, la vittima

La fede Per Giulio Moracci la vita non era scontata: vittima a 20 anni di un grave incidente che ne aveva messo a rischio la vita, aveva trovato nella fede un motivo importante per continuare a lottare. Fatto che lo portò ad attribuire la sua guarigione a Santa Rita, a cui era particolarmente devoto.

Il saluto Al termine del rito funebre, una delle nipoti dell’anziano ucciso ha parlato ai presenti: «Zio Giulio è rimasto vittima di un gesto vigliacco e gratuito di tre balordi. Vittima inerme, strappato all’affetto di tutti noi, di Filippo, Fioranna, della nuora Eleonora che aveva scelto e deciso di stargli vicino, della nipotina Sofia che ha illuminato i suoi ultimi anni di vita. Non troviamo parole per condannare o forse perdonare. Caino e Abele ritornano come se l’uomo, da allora, non avesse compiuto passi avanti. Ma tu sei la testimonianza che si può essere migliori nella fede di Cristo, perchè tu sapevi dare. Non spetta a noi giudicare, non qui né oggi. Tu, Giulio, avresti temuto un altro giudizio. Quello di Dio che, da lassù, ci saprà perdonare».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli