Campus universitario: «Servono le risorse»

Il progetto di riqualificazione dell’area di Pentima c’è, ma manca il sostegno finanziario. Al via un ciclo di seminari interdisciplinari

Condividi questo articolo su

di Fra.Tor.

C’è un progetto strutturato dietro al ciclo di seminari interdisciplinari dedicato al tema ‘Civiltà dei rifiuti ed economia circolare’, promosso dai corsi di laurea di Economia e Ingegneria del Polo scientifico e didattico di Terni, rivolto agli studenti e alla città. Le due facoltà presenti a Terni, infatti, per il prossimo futuro vogliono attivare insieme un’importante iniziativa, ovvero quella di confluire in una sede unica – quella di Pentima – dove si potrebbero realizzare aule e studi condivisi.

Il ciclo di seminari «Il progetto culturale congiunto – spiegano Federico Rossi del dipartimento di Ingegneria e Loris Nadotti del dipartimento di Economia – parte da seminari, appunto, congiunti sulla tematica della rinnovabilità, sostenibilità e circolarità. Tredici incontri, dal 9 marzo al 25 maggio, ad ingresso libero per studenti e cittadini, che si svolgeranno fra la sede di Pentima e quella di Economia in via Papa Zaccaria».

Progettazione circolare sostenibile Quest’anno, inoltre, è partito da Ingegneria «un corso di progettazione circolare sostenibile alla magistrale. Si tratta del primo in Italia. Un esempio – sottolinea Rossi – di come Ingegneria pensi alla progettazione di prodotti e processi in maniera sostenibile, circolare e nuova. Il corso sta avendo un buon successo, ma speriamo che nel futuro, anche con l’aiuto delle aziende locali, possa avere importanza e notorietà a livello nazionale».

IL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE DEL CAMPUS DI PENTIMA

La riqualificazione dell’area Il progetto propone di costituire, spiegano, «un centro formativo e di ricerca nell’area di Pentima a Terni, che rappresenti un riferimento per il tessuto industriale locale. I settori di maggiore attenzione sono la chimica verde, la metallurgia, l’energia e lo sviluppo sostenibile in cui l’area Terni-Narni può esprimere già un vantaggio competitivo». Il progetto prevede «il rafforzamento delle collaborazioni e la sinergia tra i principali attori per l’alta formazione del territorio ternano appartenenti al Polo scientifico didattico di Terni ed alla Regione, e la riqualificazione delle infrastrutture che già insistono nell’area di Pentima».

L’aggregazione dei due corsi di laurea oltre a presentare «l’opportunità di creazione di percorsi di studio condivisi consentirà di costituire un ambiente formativo stimolante e multidisciplinare, con la tipica contaminazione culturale dei campus universitari. La creazione di C-Labs (Contamination Labs), spazi di aggregazione intellettuale per tutti gli studenti universitari del territorio, permettere al Polo di diventare il punto di accumulazione per tutte le idee innovative della città e della regione e terreno di coltura per il trasferimento dei risultati della ricerca e delle innovazioni alle attività produttive».

Il complesso di Pentima costituisce il luogo fisico «adatto al perseguimento delle finalità del progetto, vuoi per la presenza storica di qualificate istituzioni, per la forte infrastrutturazione del sito (laboratori e strutture didattiche) e per la posizione baricentrica rispetto agli stakeholder ai quali il progetto è rivolto (tessuto industriale)», sottolineano Rossi e Nadotti. «A tal fine si propone la riqualificazione strutturale-architettonica del complesso di Pentima, suddivisa in stralci e finalizzata all’ammodernamento delle infrastrutture, comprese la mensa, l’aula magna e successivamente anche degli esistenti impianti sportivi. Il progetto permetterebbe, quindi, il recupero, la riqualificazione e l’aggiornamento dei laboratori ex Isrim che costituiscono ancora oggi un’eccellenza per quanto riguarda la ricerca sui materiali».

Riqualificazione architettonica Il polo è articolato all’interno di una superficie totale «di circa cinque ettari, equamente suddivisa tra spazi aperti e spazi costruiti. Eccezion fatta per le aree verdi collocate a nord del sito, prevalentemente boschive, di grande interesse sono invece l’area sportiva, dotata di due campi da tennis e uno da calcetto, ma ancor più, il sistema di corti che si inserisce tra l’edificato. Allo stato attuale, le tre corti vengono utilizzate quasi esclusivamente come parcheggi piuttosto che come luoghi di socialità. Ciò è dovuto, anche e soprattutto, al particolare trattamento delle superfici e all’assenza di verde e sedute».

Strategie d’intervento A partire da quelle che sono le criticità e le potenzialità della sede per la formazione e la ricerca di Pentima sono state ipotizzate tre strategie di intervento. «La prima riguarda lo studio delle corti e l’individuazione di un luogo in cui concentrare i parcheggi. Vista la svantaggiosa collocazione di una delle corti rispetto alle Acciaierie, si è pensato di destinarla quasi esclusivamente a parcheggio, così da poter rendere totalmente pedonali le altre. Un approccio di questo tipo consentirebbe di ottenere una corte di rappresentanza all’ingresso della sede e una zona filtro tra la mensa/caffetteria e il Centro di formazione professionale». La seconda ha come obiettivo «quello di rigenerare tutti quegli spazi inutilizzati prevedendo per essi nuove destinazioni d’uso. Nello specifico, i laboratori e gli uffici dell’ex Isrim potrebbero diventare rispettivamente sede delle aule e degli studi dei docenti del corso di Economia, mentre la trasformazione della sala conferenze garantirà alla sede anche la presenza di un’aula magna. Determinante è anche l’individuazione di un asse direzionale che metta in relazione le varie funzioni e la riattivazione della mensa/caffetteria». La terza strategia è invece «l’unica che interviene sui volumi, ma lo fa per sottrazione, andando a creare una corte all’interno del massiccio blocco aule/laboratori. La grande quantità di superfici a disposizione ha infatti palesato la necessità di andare a togliere piuttosto che aggiungere, tentando di creare così un luogo per l’incontro e il relax dallo studio, attualmente assente nel sito, e al tempo stesso risolvere tutte quelle criticità legate alla salute e al comfort di coloro che studiano o lavorano in un ambiente privo di luce e ventilazione naturali».

Le istituzioni L’idea è nata tempo fa «quando la possibilità di accedere ai fondi di ‘Area di crisi complessa’ era solo teorica – ricorda Federico Rossi – ma abbiamo comunque comunque abbozzato il progetto e lo abbiamo condiviso con il dipartimento di Economia e fatto partire una serie di lavori in sinergia». Montesi ricorda, però, che «è bello progettare e immaginare un futuro, ma bisogna fare i conti con le risorse. Da accordi formali bisogna passare a quelli sostanziali, sperando nel sostegno delle istituzioni».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli