Ternana, furia tifosi: «Via chi rema contro»

Ennesima contestazione stagionale alla squadra: «Qui si va in serie D». Gallo, Leone e Tagliavento a confronto con i tifosi. Longarini: «Zero chance che io possa tornare»

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Il passaggio dei giocatori

Inevitabile – la società lo sapeva e anche la Digos, presente come di consueto in questi casi – che accadesse. Seduta a ‘porte chiuse’ ma ciò non ha fatto desistere una cinquantina di tifosi della Ternana nell’andare all’antistadio ‘Taddei’ ed attendere con pazienza l’uscita dal tunnel dei giocatori: «Toglietevi la maglia», «indegni», «fate schifo» e via scorrendo nei confronti del gruppo rossoverde, senza risparmiare nessuno. Tutto ciò alle 16.37 dopo una lunga sessione video negli spogliatoi, poi ecco i confronti che vedono protagonisti Fabio Gallo, Luca Leone e Paolo Tagliavento. La richiesta più netta è stata quella di «fare i nomi di chi sta remando contro, spiegateci cosa sta succedendo». E intanto l’ex amministratore unico Simone Longarini toglie subito dal tavolo l’opzione che lo riguarda: «La mia famiglia non torna».

IL CONFRONTO TRA LUCA LEONE ED I TIFOSI: «HO CREDUTO A BANDECCHI» – VIDEO

Paolo Tagliavento a colloquio con i tifosi

La bagarre

Espressioni più o meno civili, a valanga, nei riguardi di Defendi e compagni. Presi di mira in particolar modo Vantaggiato, Marilungo (due dei ‘top’ che hanno deluso le attese, eufemismo), Iannarilli e Diakité, autori di una disastrosa performance nell’allucinante – in negativo – gara con l’Imolese, a partire dal riscaldamento come ‘denunciato’ in via pubblica dal tecnico lombardo: nessun cenno di reazione da parte loro, anche perché subito dopo passano il trainer ed il ds rossoverde. Entrambi non si sono tirati indietro e hanno parlato a lungo con il gruppo di tifosi inferocito per l’atteggiamento della squadra. Lavoro per il club manager (vicepresidente non ufficializzato) Paolo Tagliavento che, mercoledì mattina alle 12, darà delucidazioni sulla cessione della Ternana in compagnia dell’avvocato Massimo Proietti.

«MISTER, FUORI I NOMI DI CHI REMA CONTRO. STIAMO ANDANDO IN D» – VIDEO

Luca Leone con i tifosi

La richiesta di Leone e il rifiuto: «Ancora prendete in giro?»

Tornando sui faccia a faccia di giornata, il ds – in un paio di occasioni ha alzato il tono della voce, contesto particolare – ha replicato ai furenti tifosi di «essere arrivato il 25 dicembre. Stavo a Pescara in serie B da terzo in classifica, mi state dicendo che sono un coglione? Allora inutile che parliamo. Secondo voi – si è rivolto a chi criticava – io vengo qua a fare queste figure e prendere parole a Terni, a cinquant’anni? Ho ricevuto la chiamata il giorno dopo la sconfitta di Ravenna e Bandecchi mi ha affascinato quando l’ho incontrato, gli ho creduto come voi. Mi vergogno, l’abbiamo detto ai giocatori negli spogliatoi. Vi posso solo chiedere di aiutarci per il bene della Ternana». Su quest’ultima frase è scattata la ‘rivolta’ dei presenti: «Ancora ci prende per il culo? Dateci i giocatori, vi facciamo vedere come vi aiutiamo». Chiaro.

LA CONTESTAZIONE AI GIOCATORI ALL’USCITA DAGLI SPOGLIATOI – VIDEO

Gallo a confronto con i tifosi

Gallo, il «state tranquilli» e l’invito: «Giocano contro, faccia i nomi»

Non meno convulso il confronto con il trainer di Bollate. Più silenzioso – l’espressione dice tutto – rispetto a Leone, ma comunque molto attento nell’ascoltare l’amarezza e gli ‘inviti’ dei tifosi: «Deve fare i nomi, per cortesia. Loro 30 punti – il discorso fatto all’ex Spezia – li hanno fatti senza problemi, sono voluti diventare così perché non lo erano. Se è successo questo qualcuno deve denunciarlo. Stanno giocando contro di noi, ci faccia sapere cosa sta accadendo perché stiamo andando in serie D. Mister, deve dare un segnale». Gallo annuisce, si gira in un paio di circostanze – attirato dall’urlo «Leone spiegaci Boateng, vieni qua» – per vedere che gli accade intorno e afferma «avete ragione», in merito allo stato della squadra. Certo, quando in avvio afferma «state tranquilli» la risposta è stata differente.

TERNANA, «‘FARSA’ ALL’ULTIMO ATTO. FALLIMENTO UNICUSANO, COSÌ DOVRÀ ESSERE RICORDATO»

Maria Grazia Fazi e Maurizio Caccavale in attesa dell’inizio della seduta

Longarini e il ritorno che non ci sarà

In tutto il trambusto in atto c’è chi ritira in ballo Simone Longarini, colui che ha ceduto la società al gruppo Unicusano. Il pensiero di qualche tifoso è «tutto scritto, ora rientrano loro al termine del biennio di garanzia», bene. Il 34enne romano tuttavia ‘taglia’ subito questa possibilità: «C’è lo 0% di chance che possa rientrare, sia per coerenza che per la scelta fatta in passato. Se allora – torniamo alla primavera del 2017 – non avevamo la forza economica di proseguire, ora la situazione non è cambiata». Di certo è diversa la categoria rispetto a quel periodo ed il peggio è che la zona playout per evitare la serie D è soli tre punti. Da ricordare che domenica pomeriggio al ‘Liberati’ arriva la capolista Pordenone e il weekend successivo c’è la trasferta di Vicenza.

Stefano Dominicis, Massimo Proietti e Simone Longarini

Il disastro Bandecchi 

Chi se la prende la Ternana in questo stato? In una categoria poco appetibile e con chance di sviluppo sul territorio non proprio invidiabili? «Sono molto triste per questa situazione – aggiunge Longarini – perché ho un affetto totale per Stefano Bandecchi e in questi due anni l’ho conosciuto come una persona corretta (le interlocuzioni non si sono mai interrotte, ndr). Ed estremamente solida, questa decisione mi lascia un senso di incompiuto. Sono convinto che aveva le potenzialità per diventare un personaggio rilevante nell’economia Ternana, per portarla in serie A: dirlo ora sembra una presa in giro, lo so, ma continuo a pensare che era adeguato per condurre in alto la società perché ha una grande passione e risorse finanziarie quasi illimitate. Purtroppo gli eventi mi stanno smentendo, tuttavia il mio pensiero resta lo stesso. Sono dispiaciuto».

I supporter all’esterno dell’impianto alle 16

La cessione

In attesa di sviluppi concreti e dei vari, classici interventi istituzionali di rito, l’ex au rossoverde conclude specificando di «saper bene quanto sia difficile vendere una società, è complicato. Io l’ho avuta in serie B, lui è ora in serie C: ho ragione di credere che non sarà così semplice trovare qualcuno che possa garantire la stessa solidità finanziaria». L’amara realtà.

La nota del CCTC

Periodo di comunicati, urla e bailamme. In giornata è arrivato anche il comunicato del Centro coordinamento Ternana clubs: «In un momento a dir poco delicato come quello che sta vivendo la Ternana, chi si definisce tifoso e vuol bene ai colori rossoverdi, al fine di provare a dare un contributo positivo ha un primo dovere, ossia l’onesta intellettuale di dire la verità (o quella che in buonafede pensa sia la verità) unita al coraggio di dire anche cose scomode senza guardare in faccia a nessuno. Disprezzo totale per chi sputa e per i ‘sacerdoti del vaffanculo e dello sfasciamo’, questa minoranza di seminatori di odio va isolata dalla parte normale del tifo, del consesso civico, degli operatori professionali della informazione; isolati da tutti e in primis da componenti dello staff della Ternana che vi hanno intrattenuto fino adesso rapporti perlomeno ambigui. In questo senso totale e sincera solidarietà al presidente Bandecchi, questi non rappresentano nessuno, tanto meno Terni. Distanza e disaccordo per quelli che (ingenuamente alcuni, ottusamente altri) predicano il ‘tanto peggio, tanto meglio’; sono gli stessi soliti noti che predicavano a squarciagola la dipartita di Longarini, la drammaticità del momento è la prova che cambiando non c’è certezza di miglioramento (anzi…), ma solo incognite. Da ultimo, cittadinanza e tifosi meritano e per certi versi devono pretendere, maggior chiarezza e dettagli da Comune e Ternana circa proposte e richieste avanzate dal patron e risposte date dall’amministrazione. Dire ‘ok alla acquisizione dello stadio, ma senza cubature commerciali’ equivarrebbe a dire ‘prenditi questo rudere e rimettilo a posto con i soldi tuoi senza alcuna forma di rientro’. Se così fosse, come risulterebbe dalle cronache, sarebbe stato più onesto rispondere ‘grazie signor Bandecchi, non ci interessa’. Infine un appello al patron… non prenda decisioni di impulso, per quanto indecente e intollerabile, non può essere il pessimo comportamento di pochi che non rappresentano neppure sé stessi, a farle gettare la spugna e voltare le spalle a quella parte di città e di tifoseria che la ha accolta e apprezza (al di là dei risultati che penalizzano prima di tutto la sua persona) il suo impegno e i suoi sforzi. Salviamo questa stagione, capisca chi gli è amico e chi no e poi piazza pulita».

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