Carcere di Terni, arrestato l’evaso

Non è durata molto la fuga di Francesco Anzani: il 43enne detenuto siciliano è stato arrestato dai Carabinieri a Frascati

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La fuga di Francesco Anzani, il 43enne siciliano detenuto nel carcere di Terni che mercoledì è evaso durante il suo primo giorno di lavoro all’esterno della casa circondariale di Sabbione, è durata ben poco. L’uomo è stato arrestato dai Carabinieri a Frascati nella tarda serata di mercoledì.

L’arresto L’uomo è stato rintracciato nella stazione di servizio Frascati Sud lungo l’autostrada A1, nei pressi di Roma. Ora si trova nel carcere di Velletri. Il 43enne potrebbe essersi allontanato autonomamente da Terni, utilizzando mezzi pubblici.

Il racconto «L’uomo è un detenuto siciliano di 43 anni – avevano riferito mercoledì Fabrizio Bonino e Donato Capece, segretario nazionale per l’Umbria e segretario generale del Sappe – ristretto nel ‘reparto comuni’ del carcere di Terni, responsabile di vari reati tra i quali rapina ed estorsione, con fine pena nel 2018. È stato ammesso in regime di lavoro all’esterno (ex articolo 21 dell’ordinamento penitenziario, ndR) perché aveva dato la disponibilità a prestare la sua opera volontaria e gratuita in un progetto di pulizia approvato dal Comune di Terni ed affidato ad una cooperativa sociale. Oggi (mercoledì, ndR) era il suo primo giorno fuori dal carcere per un periodo fino al 26 luglio. Accompagnato da un volontario della cooperativa, avrebbe dovuto lavorare dalle 7.15 alle 12.30 per poi tornare in cella, ma verso le 11.30, con la scusa di andare in bagno, si è allontanato ed ha fatto perdere le proprie tracce. Non si capisce il motivo per cui, dovendo stare solamente poche ore fuori dal carcere – concludono Bonino e Capece – era stato autorizzato a munirsi di 50 euro, soldi che evidentemente gli sono serviti per scappare». Anzani è stato bloccato a Frascati, nel Lazio.

Fabrizio Bonino (a sinistra) e Donato Capece del Sappe

Numeri Nel corso del 2016 si sono verificate, nelle carceri italiane, 6 evasioni da istituti penitenziari, 34 evasioni da permessi premio, 23 da lavoro all’esterno, 14 da semilibertà e 37 mancati rientri di internati.

«Basta tagli» «Servirebbe un potenziamento dell’impiego di personale di polizia penitenziaria nell’ambito dell’area penale esterna ed a nostro avviso – spiegano i vertici del Sappe – è fondamentale potenziare i presidi di polizia sul territorio. La sicurezza dei cittadini non può essere oggetto di tagli e non può essere messa in condizione di difficoltà se non si assumono agenti. Anche queste possono essere le conseguenze alle quali si va incontro con lo smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari e delle carenze di organico della polizia penitenziaria che ha 8 mila agenti in meno. Smantellamento che ha visto, lo ricordiamo, la chiusura in Umbria della sede del provveditorato dell’amministrazione penitenziaria di Perugia, un presidio assolutamente indispensabile per farsi carico dei controlli sull’esecuzione proprio dei permessi premio, delle misure alternative alla detenzione, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale. Chiudere uffici di polizia è sempre sbagliato: ne va della sicurezza sociale».

Il carcere di Terni

Anche l’Osapp, l’Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria, è intervenuta sulla fuga di Anzani: «Dopo – le parole del segretario generale, Leo Beneduci – le evasioni di Fossano e Volterra, questa di Terni segna ancora una volta la chiara situazione negli istituti penitenziari, con il progressivo smantellamento degli organici di polizia e l’inefficienza sia della sicurezza penitenziaria sia dei percorsi trattamentali».

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