Carceri in Umbria, progetti per i detenuti

L’assessore Bartolini: «Sostegno all’inclusione sociale e lavorativa per il loro reinserimento»

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Un milione e 160 mila euro per progetti d’integrazione dei detenuti. E’ questa una delle priorità della giunta regionale dell’Umbria per la distribuzione delle risorse del Fondo sociale europeo in relazione alle persone sottoposte ad esecuzione penale e presentata mercoledì mattina dall’assessore al welfare Luca Barberini.

157 progetti Il bando è stato già pubblicato sul bollettino ufficiale della regione, un avviso rivolto ai soggetti del terzo settore e dell’associazionismo per la realizzazione di interventi  finalizzati all’inclusione lavorativa di persone in esecuzione penale esterna. Attraverso il bando si potranno presentare progetti per 157 soggetti, di cui 80 per Perugia e Spoleto e 77 per l’ufficio di servizio sociale per i minorenni dell’Umbria. I progetti dovranno prevedere attività di orientamento individuale, bilancio delle competenze, formazione e accompagnamento al lavoro, nonché l’attivazione di percorsi di inclusione lavorativa attraverso tirocini extracurricolari.

A chi si rivolge Destinatari dei progetti saranno quelle persone sottoposte a esecuzione penale esterna, in particolare minorenni e giovani adulti con età compresa tra i 18 e i 25 anni. Tutti i progetti saranno poi accompagnati da attività di tutoraggio, sensibilizzazione del contesto economico locale per il miglioramento delle opportunità occupazionali e dell’incontro domanda-offerta di lavoro. Per i minori, invece, in assenza di assolvimento della scuola dell’ordine, i progetti saranno costruiti appositamente attraverso un’offerta formativa integrata, in grado di  rispondere alle esigenze del giovane sulla base dei propri interessi e delle capacità.

L’assessore «Il sostegno al percorso di inclusione sociale e lavorativa, unitamente all’adozione di modelli di vita socialmente accettabili, svolge un ruolo primario nel percorso di reinserimento alla vita sociale dei detenuti, – ha riferito l’assessore Barberini – diventando un elemento qualificante del percorso rieducativo e del recupero sociale delle persone sottoposte ad esecuzione penale, con una ricaduta positiva in ordine alla riduzione della reiterazione del reato». In linea con le raccomandazioni e lerisoluzioni europee e con la normativa nazionale la Regione Umbria promuove così un processo di cambiamento culturale nei confronti della tematica dell’ esecuzione penale «contribuendo a garantire uno dei più alti principi di civiltà contenuti nella Costituzione italiana – ha proseguito Bartolini – ovvero l’umanizzazione della pena. Il percorso è reso possibile anche grazie a un confronto costante tra le amministrazioni che,a vario titolo, sono impegnate nella promozione di iniziative di inclusione sociale».

 

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