Cardeto, contratto verso la risoluzione

Terni, la strada è stata tracciata e punta ad estromettere – in autotutela – la Ciam per poi procedere con una nuova gara

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La strada è ormai tracciata e quello che si compirà a breve è un passo decisivo, nell’ottica del Comune di Terni, per riprendere un percorso fermo da troppo tempo, quello per la riqualificazione del parco ‘Galigani’ di Cardeto. Palazzo Spada punta in fatti con decisione – se ne parlerà probabilmente in giunta mercoledì mattina – alla risoluzione in autotutela (ai sensi dell’articolo 1456 del codice civile) del contratto di project financing in essere con la Ciam, la società che a suo tempo -era il luglio del 2012 – si aggiudicò l’intervento con la ‘benedizione’ dell’allora amministrazione a guida Di Girolamo.

Punti di vista

Non che l’amministrazione attuale faccia salti di gioia nell’intraprendere un percorso che – in questo senso il patron di Ciam, Sandro Citarei, lo aveva già lasciato capire in seguito alla sospensione dei lavori – potrebbe portare ad un lungo ed articolato contenzioso con l’impresa estromessa in corsa. Ma – l’assessore ai lavori pubblici Enrico Melasecche era stato altrettanto chiaro – si tratta di un passaggio cruciale, in assenza di un’impresa ‘solvibile’ e con la stessa Soa (la certificazione obbligatoria per la partecipazione a gare d’appalto) per superare una fase sin troppo lunga ed aprire nuove chance per uno degli spazi verdi a cui la città è più affezionata.

La strada

Una volta risolto il contratto – occorrono 60 giorni per chiudere dopo la delibera di recesso – la procedura non può dirsi completata né semplice, visto che andrà ‘certificata’ la consistenza delle opere sin qui realizzate (il 70% ad una prima stima dell’ente) attraverso il confronto fra il direttore dei lavori dell’impresa e il Comune stesso. Poi la nuova gara e per la concessione serviranno altri tre mesi. Ovviamente la speranza dei ternani è che l’impasse venga superato, e che non si finisca in un’ennesima babele di carte bollate.

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