Cartomanti al telefono chiusi 4 call-center

Operavano fra Perugia e Bastia Umbra, con clienti in tutta Italia. Denunce dei lavoratori. Coinvolto il nucleo Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro

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Chiuse quattro società che fornivano servizi di cartomanzia attraverso normali lavoratori di call center che non avevano alcun titolo né requisito per fornire tale servizio. Si ipotizza il reato di truffa. Al momento l’unica contestazione è l’inosservanza di una disposizione del Questore – che aveva chiuso i 4 centri (3 a Perugia uno a Bastia Umbra) – nei confronti dei titolari delle attività che avevano invece riaperto i battenti limitandosi a cambiare nome: da cartomanzia ad astrologia.

I dettagli Tutto è partito dalla denuncia di alcuni dipendenti, donne soprattutto, che si sono rivolte all’Ispettorato del lavoro di Perugia lamentando il mancato pagamento di svariati stipendi ed una situazione di sfruttamento. Per questo, fin dall’inizio è stato coinvolto il nucleo dei Carabinieri interno all’Ispettorato del lavoro, con cui la polizia amministrativa ha lavorato in totale sinergia. Le successive indagini hanno permesso di rintracciare il reato di abuso della credulità popolare, fattispecie depenalizzata ormai da anni, che ha portato solo a una denuncia con multa.

IL RACCONTO DELL’OPERAZIONE – IL VIDEO

Vittime della crisi I dipendenti delle quattro società sono un centinaio, alcuni lavoravano anche da casa. Le vittime del raggiro innumerevoli, residenti in tutta Italia, visto che l’attività aveva un respiro nazionale. «Si tratta di una attività che coinvolge pericolosamente tantissime persone anche a causa della crisi economica – ha detto il questore Francesco Messina – oltre all’aspetto dello sfruttamento lavorativo e di ciarlataneria, quindi, vi segnaliamo una attività che ha importanti risvolti sociali». Al tavolo anche Dina Musio (Direttrice Ispettorato del Lavoro), Angelo Borsellini (Comandante del relativo nucleo Carabinieri) e Giovanni Giudice (Divisione Polizia Amministrativa).

‘Ciarlatani’ Le telefonate costavano al massimo 15 euro (fra i 90 centesimi e 1 euro e 50 al minuto) ma c’è chi ha speso fino a 350 euro in pochi giorni. Due le modalità di pagamento possibili: il numero 899 con addebito in bolletta oppure un numero fisso con pagamento anticipato tramite carta di credito. Presupposti che hanno consentito alla polizia di applicare l’articolo del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps) che vieta l’attività di ‘ciarlatano’.

Sfruttamento diffuso «Importante la sinergia fra Questura e Ispettorato del lavoro», ha sottolineato Giudici. «È un fenomeno preoccupante, ovviamente acuito dalla crisi – ha detto a umbriaOn la direttrice dell’Ispettorato – noi operiamo su tutti i settori merceologici perché il fenomeno è generalizzato. Viceversa, sono aumentate le denunce perché spesso si verifica il mancato pagamento da parte dei datori di lavoro».

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