Cascata delle Marmore Doppia partita al Tar

Terni, il Comune ha pubblicato la nuova procedura ma l’esito di martedì potrebbe portare sorprese: tocca ad Alis e CoopCulture. Focus su vecchio bando ed esclusioni

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di S.F.

Un’udienza pubblica, una camera di consiglio, sei avvocati coinvolti e lo stesso tema sul tavolo di discussione, il bando per la Cascata delle Marmore. Il Comune di Terni ha chiuso quello originario a fine maggio per via delle esclusioni dei due gruppi – con a capo Alis e Umbria Risorse – che si erano fatti avanti, per poi apportare alcune modifiche e ripubblicarlo in vista del 31 agosto, quando scadrà l’appalto ‘ponte’ attuale con Vivaticket leader. Tuttavia la partita su quella doppia ‘non ammissione’ non è del tutto terminata: martedì mattina al Tar Umbria c’è un doppio ricorso da discutere e uno dei due ha messo nel mirino la determina dirigenziale del 21 maggio a firma Cataldo Renato Bernocco. Non è così scontato che si arrivi alla sopravvenuta carenza d’interesse.

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Turisti dietro piazzale Vasi

Il primo ricorso, Coopculture: si entra nel merito  

Alle 11.30 ci sarà l’udienza pubblica per parlare del ricorso di CoopCulture che, rispetto all’altro, va ad incidere sul bando ed il capitolato d’appalto: per il gruppo con sede a Roma il bando non chiariva in via definitiva la possibilità di costituzione di un Rti di tipo verticale, non rendendo così possibile la loro partecipazione la gara e, in ogni caso, la difficoltà d’inserimento per la maggior parte delle imprese. A livello monocratico – decreto del magistrato Raffaele Potenza – c’è stato il respingimento dell’istanza il 9 maggio scorso, mentre per quel che riguarda il collegiale è arrivata la rinuncia alla sospensiva due settimane dopo. I legali coinvolti in questo caso sono Antonietta Favale, Gabriele Tricamo, Angelo Annibali, Matteo Valente e Paolo Gennari, quest’ultimo difensore del Comune di Terni.

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Turisti alla Cascata delle Marmore

Cautelare Alis: versione opposta

Due ore prima in camera di consiglio collegiale spazio invece all’istanza cautelare avanzata dalla società cooperativa Alis – difesa dall’avvocato del foro di Roma Lorenzo Anelli – contro il Comune e Umbria Risorse (loro non hanno fatto ricorso). Qui la storia è diversa e, paradossalmente, potrebbe far ‘tornare in vita’ la precedente procedura: l’atto impugnato infatti non è il bando stesso, bensì il provvedimento di esclusione del 21 maggio. A giochi fatti dunque. Facile capirne il motivo: viene sostenuta l’illegittimità della non ammissione in quanto, in realtà, dai documenti di gara si poteva evincere che la partecipazione di Rti di natura verticale – ed ecco la visione diversa rispetto a CoopCulture – era consentita. Almeno per chi ricorre. 

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Uno dei sentieri

La possibile conseguenza: ‘riattivazione’

Se il Tar dovesse dar ragione all’Alis si prefigurebbero due conseguenze: l’impugnazione immediata del nuovo bando – verrebbe a mancare il presupposto di prima gara deserta – per illegittima derivata e, appunto, la chance che la procedura d’appalto originaria torni ‘attiva’. Uno scenario non proprio perfetto per il Comune di Terni, già in affanno da settimane sulla vicenda. Viceversa se il ricorso venisse respinto o fosse pronunciata la sopravvenuta carenza d’interesse, il discorso si chiuderebbe per lasciare via libera in tranquillità al nuovo bando (a proposito, qualche dubbio pare sia sorto anche in merito al secondo capitolato, risolvibile attraverso la consueta finestra temporale per chiedere chiarimenti, da prassi). Per quest’ultimo l’apertura delle buste ci sarà nella mattinata del 15 luglio.

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