Caso Agriflor, cittadini prigionieri della ‘puzza’

Perugia, a Villa Pitignano residenti costretti a stare chiusi in casa. «Le istituzioni vengano qui prima di decidere sulla nostra vita»

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di L.P.

Gli appartamenti nuovi a Villa Pitignano

Villa Pitignano è una delle periferie più verdi e a misura d’uomo nei dintorni di Perugia. Eppure, da ormai troppi anni, i residenti devono fare i conti – un caso analogo, anche se con caratteristiche differenti, è stato denunciato a Terni – con la puzza. «A tutte le ore del giorno e della notte – racconta Cristina Spallina, che vive a pochi passi dal percorso verde – in inverno come in primavera e, soprattutto, d’estate. Qui la puzza ti entra in casa, in cucina, ti fa bruciare la gola e se per caso sei fuori con il cane devi subito correre a rintanarti nel tuo appartamento».

LE FOTO DELLA ZONA 

Il percorso verde

Percorso verde Lei che si è trasferita per amore dalla provincia di Empoli, pensava di venire a vivere nel cuore verde d’Italia. «Invece mi sono dovuta ricredere – spiega – sono due anni ormai che vivo qui, in questo palazzo che è stato finito di costruire nel 2011. Pensavo che per andare a lavorare potevo semplicemente fare una passeggiata e attraversare il percorso verde a piedi. Invece devo prendere la macchina perché la puzza ti fa lacrimare gli occhi e ha invaso tutta la strada. Una giornata di vento come oggi, poi, rende tutto ancora più difficile».

PARLANO DUE RESIDENTI – LE INTERVISTE 

Le ruspe dell’impianto in azione

Agriflor La stradina immersa nel verde – forse troppo, «qui l’erba se va bene la tagliano appena una volta all’anno» – costeggia il fiume Tevere. Più ci si addentra nel percorso che da Villa Pitignano porta a Ponte Pattoli e più la puzza assale i passanti. A qualche metro di distanza, infatti, lavorano le ruspe dell’azienda Agriflor, un impianto industriale di compostaggio per recupero di rifiuti speciali non pericolosi. Dagli alberi e dalla rete si vedono montagne e cumuli di terriccio fumanti, mossi e lavorati da trattori, mentre a poca distanza sorgono abitazioni civili. «Qui c’è chi fa l’orto, chi ha gli animali da cortile, e poi ci sono i bambini che vanno a scuola – prosegue Cristina – siamo veramente sicuri che quest’aria sia pulita?».

Lavori in corso

Prigionieri in casa «Io ho un bambino piccolo che ha anche l’asma – aggiunge una vicina di casa di Cristina, Alessia Pagnottini – mi sono trasferita qui da poco e trascorro le mie giornate chiusa in casa. D’estate dobbiamo tenere le finestre chiuse, viviamo prigionieri del cattivo odore e poi, magari tra anni, scopriremo che questa ‘discarica’ ci farà ammalare». Poco vicino, infatti, i residenti raccontano che sono stati interrotti i lavori di realizzazione di una struttura che avrebbe dovuto ospitare una nuova scuola, proprio dietro l’impianto sempre in funzione. 

L’impianto Agriflor

La vicenda Intanto da mesi, in comune, maggioranza e opposizione litigano sulla vicenda per la quale, il Movimento 5 stelle, aveva richiesto l’attivazione della commissione di controllo e garanzia perché, già dal 2000, era emerso che «l’area in cui ricade l’impianto industriale è classificata dal piano regolatore come zona di particolare interesse agricolo». Le autorizzazioni rilasciate dal Comune nel 1988, secondo la portavoce Rosetti, mostrerebbero un’incompatibilità tra la destinazione urbanistica della zona e il tipo di attività industriale esercitata. Eppure, negli anni, comune e provincia hanno continuato a rilasciare pareri favorevoli all’esercizio dell’impianto mentre nel luglio scorso la Regione ha trasmesso una diffida all’azienda dopo che l’Arpa, nel corso di un’ispezione, aveva rilevato ‘situazioni critiche’.

Cittadini a passeggio al percorso verde

L’inchiesta Sul caso, in comune, si è lavorato per più di un anno e la procura «risulta aver formulato l’ipotesi di abuso d’ufficio per due dirigenti comunali – come si legge nella relazione finale firmata dal Movimento 5 stelle –  i quali avrebbero attestato, in violazione delle norme e dei regolamenti, la conformità dell’impianto agli strumenti urbanistici vigenti, determinante ai fini del rilascio delle autorizzazioni degli enti sovracomunali». Le ipotesi di grave danno ambientale e, forse, anche di rischi per la salute dei residenti hanno spinto il gruppo consiliare a chiedere al sindaco il ripristino del rispetto delle norme urbanistiche e ambientali, ma la relazione non è ancora stata votata e i cittadini sono sempre più esasperati.

L’appello alle istituzioni «Invito il sindaco Romizi e il vicesindaco Barelli a venire qui da noi – conclude Cristina – perché non possono dare autorizzazioni e decidere della vita dei cittadini dalle loro scrivanie senza sapere cosa accade realmente lì fuori. Venite giù a fare una passeggiata con noi al percorso verde, venite a sentire l’odore che si sprigiona dalla movimentazione di questi cumuli di rifiuti. E poi diteci se questo è il rispetto che i cittadini che pagano le tasse meritano».

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