Caso dirigenti anziani: «La Regione dov’è?»

La Cisl Fp di Terni chiede chiarezza sul caso di Walter Ganapini all’Arpa: «Tutti i cittadini sono uguali. Evitare ricorso alla giustizia»

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La questione era stata sollevata da umbriaOn e quindi rilanciata, in ordine sparso, dai sindacati, dalla politica e anche dalla stessa Arpa. Si parla del ‘pensionamento’ del direttore generale di Arpa Umbria, Walter Ganapini, che lo scorso 21 dicembre ha compiuto 66 anni e 7 mesi ma la cui intenzione è restare in sella fino alla scadenza naturale del mandato, quinquennale.

Ad intervenire, ora, è la Cisl Fp di Terni

Il silenzio assordante delle istituzioni rispetto all’Arpa – scrive il sindacato – negli ultimi giorni è stato spezzato dagli interessamenti di alcuni rispetto alla quiescenza del suo direttore generale.

Il silenzio non era stato rotto invece due anni fa quando venne modificata un’organizzazione interna che non rispettava quanto previsto dalla Legge Regionale del 6 marzo 1998 con cui venne istituita l’Arpa. Solo la Cisl di Terni segnalò che la riorganizzazione era da rivedere in quanto generava disparità disuguaglianza e inefficienza. Una riorganizzazione a tutt’oggi ancora problematica che ha portato l’impoverimento del territorio ternano, con un ricorso alla centralizzazione verso Perugia in un contesto storico dove le questioni ambientali del comprensorio ternano necessiterebbero di potenziare e qualificare il servizio per il benessere della comunità e, al tempo stesso, di chi opera all’interno dell’Agenzia.

Nonostante i solleciti, le istituzioni non hanno fatto chiarezza rispetto al diritto presunto alla quiescenza del direttore generale. Sarebbe bastata una semplice nota per cercare di chiarire un aspetto che rischia di gettare ombre rispetto all’Arpa che invece necessita di splendere di luce propria e all’opinione pubblica.

L’altra volta qualcuno tentò di banalizzare la questione riducendola ad una mera battaglia campanilistica: fu un errore! Le istituzioni, ieri come oggi, rischiano di isolarsi rispetto a questioni che necessitano di chiarezza per la tutela ambientale e della salute dei cittadini ma anche dei dipendenti dell’Arpa che ne rappresentano il valore aggiunto.

Come sindacato non possiamo che prendere atto di ciò e, nel tentativo di auspicare che si faccia chiarezza per dimostrare che tutti i cittadini sono uguali, evitando magari che per far valere quel principio di uguaglianza si ricorra alla giustizia. Sarebbe ingeneroso nei confronti di un’agenzia strategica come l’Arpa e soprattutto di uno scienziato riconosciuto in tutto il mondo. Sarebbe altrettanto ingeneroso nei confronti dei lavoratori che debbono essere lasciati fuori dalle diatribe politiche.

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