Caso Gesenu: «Ancora fermi gli impianti»

Perugia, mentre si continua a litigare per gli extracosti restano tutte le criticità già conosciute. Pendolarismo, crediti non riscossi e assunzioni per chiamata diretta

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Se a palazzo dei Priori sembra splendere il sole, a Ponte Rio soffiano venti di burrasca. Mentre si è scongiurato, in extremis, l’ennesimo stop della raccolta con tensione altissima tra le tante società interne a Gesenu che raccolgono e smistano rifiuti – Gest e Tsa – dopo che i conferimenti fuori regione, Emilia Romagna in testa, hanno subito un rallentamento per manutenzione tecnica degli impianti, dentro alla partecipata del comune resta alta l’allerta per gli extracosti. L’arbitrato dovrebbe essere stato sostituito dall’Auri in una trattativa che, al momento, resta fissa al palo.

Urbano Barelli

Nuova governance I nodi da sciogliere, dunque, sono tanti. Eppure il vicesindaco Barelli, venerdì, in commissione, tornando a fare il punto sullo stato dell’arte in Gesenu, ha cercato di rassicurare gli animi. «Col nuovo cda e un nuovo organismo di vigilanza – ha detto – stiamo lavorando affinché Gesenu diventi un modello nella gestione rifiuti e perché si effettui una svolta in termini di efficienza degli impianti». Restano criticità, ha chiarito l’assessore all’ambiente, sul tema dei rifiuti, legate in primis a un piano regionale ormai datato e che dovrà essere prima o poi rinnovato e adeguato ai tempi. Cosa su cui l’Auri sta lavorando già da un po’. 

Fiducia nel futuro «In questo contesto così complicato e reso ancor più difficile dalle note vicende giudiziarie, l’amministrazione ha inteso lavorare per rimettere in gioco Gesenu, cambiando la governance, riqualificando gli impianti e cercando di rispondere alle esigenze della città. Il frutto di questo lavoro lo si vedrà in futuro: si punta ad aumentare la percentuale di raccolta differenziata, che si attesterà a fine anno sul 62-63%, ma anche la qualità della stessa. Verranno corrette le eventuali criticità che si sono manifestate nel sistema del ‘raccoglincentro’, ma soprattutto si estenderà il sistema domiciliare nell’intera città, superando così il sistema di raccolta stradale».

La discarica di Pietramelina

Pietramelina A far tornare coi piedi per terra i consiglieri comunali è stato invece il nuovo ad di Gesenu, l’ingegner Luciano Piacenti, sottolineando quanto sia stata penalizzante, per l’azienda, l’inchiesta giudiziaria tutt’ora in corso. Tra le criticità più note, confermate anche dall’ad, ci sono gli impianti. «Il sito di Pietramelina – ha spiegato – è ormai pronto da giugno ed attende solo di essere aperto. Si sta aspettando l’aggiornamento dell’Aia da parte della regione. L’impianto avrà una limitazione d’accesso pari a 46mila tonnellate l’anno e potrà ricevere solo rifiuti di qualità alta, ossia con una frazione non compostabile inferiore al 10%. E’ già pronto, comunque, un progetto che prevede la realizzazione di un impianto completamente nuovo in grado di ospitare 70mila tonnellate l’anno».

Ponte Rio L’altro impianto su cui si sta lavorando è ponte Rio. Qui è prevista l’eliminazione delle attività all’aperto, per risolvere il problema del cattivo odore, e la previsione di impianti che possano recuperare il css e la plastica. Intanto, assieme all’amministrazione, si stanno studiando nuovi sistemi di raccolta differenziata, così come è operativa la revisione delle partecipazioni. Per quanto riguarda i costi extra – lievitati già a 7 milioni di euro – Piacenti ha sottolineato che sono stati sostenuti da Gesenu ma che ora l’azienda ha provveduto a chiedere il ristoro. 

La sede Gesenu a Ponte Rio

Sui crediti, invece, Piacenti ha ricordato che dei 50 milioni di euro che devono rientrare si sta provvedendo a recuperarne quanti più possibili. Sono stati già incassati 35 milioni su 48 dalla Sicilia, mentre 13 sono ancora oggetto di sequestro da parte della magistratura; dei 12 milioni dell’Egitto, 8 sono stati recuperati e per i restanti 4 si sta definendo una transazione. Di altri 9,6 milioni dell’Ato di Catania 6,6 sono stati recuperati e ne mancano all’appello ‘solo tre’. Un passaggio veloce, invece, sul rapporto con Tsa che, proprio nei giorni scorsi, ha portato allo scontro e a un nuovo rischio emergenza: «La trattativa è in via di definizione» si è limitato a dire Piacenti.

Straordinari C’è poi un’altra questione, su cui in consiglio comunale si è sollevato un polverone anche per via dell’ordine del giorno del consigliere di Gal Carmine Camicia. Le ore di straordinario che, solo nel 2016, hanno fatto i dipendenti dell’azienda e che ha sfiorato le 67 mila ore. «Non è possibile tollerare che un società partecipata, come Gesenu, consenta ai propri dipendenti tutte queste ore di lavoro straordinario, ore che avrebbero consentito di occupare almeno altri 40 disoccupati». Non solo, Camicia ha sollevato anche il problema delle assunzioni in Gesenu, tutte avvenute per chiamata diretta, con criteri discutibili e senza una selezione pubblica. Anche su questo l’azienda ha frenato, assicurando che, per il 2017, ogni dipendente non farà più di 9,2 ore di straordinario al mese.

Rifiuti sulla strada di Compresso

Pendolarismo Rimangono, tra le criticità, quelle legate al cosiddetto ‘pendolarismo dei rifiuti‘, ossia alla tendenza di alcuni cittadini di utilizzare i cassonetti posti nella zona ‘densa’ della città, ossia l’area tra Madonna Alta e Ferro di Cavallo, ove risiede circa il 25% della popolazione del comune. Proprio per effetto di questo fenomeno circa il 50% delle 37mila tonnellate di rifiuti raccolti a Perugia provengono da lì. Proprio su questa migrazione, è stato detto, bisognerà lavorare. La prospettiva – assicurano – è di arrivare al domiciliare ovunque e poi alla tariffa puntuale. Per la differenziata, invece, «il dato è già ottimo in centro, ove il non compostabile è pari al 5%, mentre in molte zone della città resta intorno al 15%, con punte del 18%. La strategia principale per correggere questa criticità è il potenziamento della raccolta domiciliare che progressivamente sostituirà in tutta la città quella stradale. Ovviamente si tratta di un progetto complesso tenuto conto della vastità del territorio e dei costi collegati».

 

 

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