‘Cassa’ all’Ast, la Regione convoca i sindacati

Terni: lunedì tavolo per valutare iniziative da assumere. Paparelli a Burelli: «Stupore e sconcerto per le modalità, ‘strappo’ dell’azienda»

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Si muove la Regione, e in particolare il presidente Fabio Paparelli, dopo l’annuncio da parte dell’Ast di Terni dell’apertura della cassa integrazione ordinaria, a partire dal 30 settembre e per un periodo presumibile di 13 settimane, per 1.200 dipendenti dell’acciaieria: per lunedì 9 settembre, alle 15,30, è stato infatti convocato nella sede della giunta di palazzo Donini, un tavolo con le organizzazioni sindacali per «una valutazione comune dei fatti e delle iniziative da assumere».

TERNI, AST: SPUNTA LA CASSA INTEGRAZIONE

La chiamata

In una nota Paparelli spiega di aver aver espresso direttamente all’ad di Ast, Massimiliano Burelli, giovedì mattina, «il suo disappunto per le modalità – non proprio improntate alla correttezza dei rapporti istituzionali – con cui è stata appresa la notizia», che ha provocato in lui «stupore e sconcerto». «Al netto delle motivazioni addotte, che comunque determinano apprensione, – dice il presidente Paparelli – le modalità con le quali si è proceduto rischiano di produrre uno strappo, sia con le organizzazioni sindacali, che con le istituzioni, proprio in un momento di rinnovo del Governo e nel quale, riteniamo, sarebbe invece opportuno ricercare tutte le sinergie possibili evitando lacerazioni e conflitti sociali».

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La vicinanza ai lavoratori

Secondo Paparelli «è evidente che la responsabilità sociale di impresa si esercita, soprattutto nel caso delle ‘Acciaierie’ che hanno segnato e speriamo continuino a segnare il destino e lo sviluppo di un’intera comunità, anche attraverso una formale correttezza dei rapporti che, obiettivamente, riteniamo in questo caso essere venuta meno. Voglio esprimere – conclude il presidente della Regione – la solidarietà e vicinanza alle maestranze che, ancora una volta, sono chiamate a sacrifici».

Ugl: «Scenario di rischio»

Intanto, dopo la presa di posizione di mercoledì della Cgil, interviene ufficialmente anche l’Ugl metalmeccanici, tramite il proprio segretario Daniele Francescangeli. «La decisione di aprire la cassa integrazione – commenta Francescangeli – provoca paura e perplessità, visti i numeri annunciati. A pagare non possono essere sempre e solo i lavoratori per i meriti e i demeriti altrui, oltre alle passerelle vorremo capire tecnicamente, nei dettagli, le motivazioni del calo di ordini e produzione. A giugno abbiamo firmato un accordo sofferto, vista la limitata durata temporale (due anni, ndR), che prevede una diminuzione di personale per ristrutturazione e investimenti non idonei a consolidare nel lungo periodo le strategie di mercato. Con questa procedura di cassa integrazione la produzione è messa ora in serio rischio, il pericolo – conclude il segretario – è che non si raggiunga il milione di tonnellate all’anno previsto dall’accordo. È dunque necessario aprire un confronto con l’azienda».

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