Castelluccio di Norcia: «Abbiamo un futuro?»

Mentre volgono al termine le operazioni di semina iniziano le prime demolizioni. Gli abitanti: «Fatti contenti i turisti e le istituzioni, chi ci pensa a noi?»

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L’inverno si allontana sempre di più nonostante le montagne siano ancora innevate. E mentre gli ultimi pezzetti di terreno aspettano di essere lavorati c’è chi ha già finito di seminare la lenticchia e gli altri cereali.

Le ruspe dei vigili del fuoco in arrivo a Castelluccio

Le prime demolizioni Venerdì la giornata inizia con le prime ruspe che entrano in azione nel piccolo borgo, un tempo ‘perla’ del centro Italia e oggi raso al suolo dai terremoti che si sono susseguiti a partire dallo scorso 24 agosto. «Era ora» commentano i pochi agricoltori che si trovano a Castelluccio assieme agli alpini dell’esercito, gli unici autorizzati a percorrere la strada che porta da Norcia. Una buona notizia per il paese ormai deserto e abbandonato tra le macerie.

TUTTO SUL TERREMOTO

Centro storico «Finalmente è iniziato il piano di demolizioni degli edifici non più recuperabili di Castelluccio, adesso speriamo che si riesca a portare via le macerie e soprattutto a riaprire, quanto prima, la strada che collega Norcia al nostro borgo» afferma il presidente della Proloco di Castelluccio Diego Pignatelli. Al momento le demolizioni riguardano tre strutture del centro del paese, quelle cioè che, una volta rimosse le macerie, renderanno possibile la messa in sicurezza di una parte del centro e la riapertura delle prime due attività commerciali, due agriturismi.

La Sp477

Viabilità «Ma anche se riaprono i negozi – spiegano alcuni agricoltori – chi ci viene se non è possibile raggiungere il paese?». Il nodo viabilità, dunque, resta sempre il più cruciale e senza una data certa o, almeno, la certezza di una riapertura da qui all’estate, la possibilità di tornare a lavorare e far ripartire l’economia di Castelluccio è pressoché inesistente.I timori sono tanti, suffragati anche dalle posizioni contrastanti emerse nelle scorse settimane che vedono da un lato la Regione e l’amministrazione comunale di Norcia e, dall’altro, la Provincia che deve effettivamente garantire il completamento dei lavori entro giugno. «Non possiamo dare false speranze» aveva spiegato il presidente Mismetti.

Paese fantasma Poter sopravvivere, isolati dal resto del mondo, sembra ormai un miraggio. Anche per tutti quegli agricoltori che si sono battuti e hanno protestato duramente sfilando coi propri trattori per garantire la semina dei cereali sul pian Grande sotto al monte Vettore e assicurare la fioritura alle migliaia di turisti che ogni anno accorrevano da ogni parte del mondo per poter assistere a quello spettacolo naturale. «Ci siamo battuti per il diritto al lavoro, ma anche per tutta la nostra comunità. E ora che faremo se per quando c’è la fiorita la strada non sarà ancora percorribile?».

La manifestazione degli agricoltori

Stanchezza e rassegnazione sono ormai gli stati d’animo più diffusi. Anche qualora la strada fosse di nuovo aperta, «si saranno fatti contenti le istituzioni e i turisti. Ma i castellucciani? Noi che abbiamo perso la casa, il negozio, le nostre attività, gli animali, le stalle, tutto? A noi chi ci pensa? Finita la fiorita Castelluccio sarà di nuovo deserto e abbandonato. Che fine ha fatto il progetto di decentralizzazione per le attività commerciali? E, ancora, gli spazi a disposizione per i non residenti? Gli alloggi per chi può riprendere a lavorare a Castelluccio?». Tutte promesse rimaste parole vuote e, in questo modo, pensare una ripresa dell’economia e un ritorno dei residenti, anche solo quelli stagionali, è praticamente impossibile. «Le demolizioni iniziano solo ora, a otto mesi dal primo terremoto, mentre avrebbero già dovuto liberare il centro dalle macerie per far spazio alle soluzioni abitative d’emergenza che ci avevano promesso. Noi non abbiamo più niente, questo è solo un paese fantasma».

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