Castelluccio di Norcia: «Ecco l’ultima chance

Una missiva indirizzata a vari Ministeri: «Passaggio libero per Campi in attesa della Sp477, altrimenti avvieremo le procedure per uscire dal Parco nazionale dei Monti Sibillini»

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di L.P.

Un ultimo, estremo tentativo, per poter guardare al futuro con un’altra prospettiva, quella di una vita che può continuare nonostante tutto.

Il paese fantasma

La missiva Arriva scritta, stampata, su quattro fogli di carta. Dopo l’annuncio di una manifestazione simbolica che ‘impedirà’ con ogni mezzo di godere dello spettacolo naturale della Fiorita, agricoltori e allevatori, residenti e commercianti, decidono di proseguire sulla propria strada. Carta e penna in mano, stavolta la missiva punta più in alto. Arriva anche al ministero dell’Ambiente, a quello delle Infrastrutture e trasporti, quello delle Politiche agricole forestali e a quello del Lavoro. Firmato, in calce, «le rappresentanze di Castelluccio di Norcia portatrici di interessi legittimi». Una lettera per riportare al centro la realtà dei fatti «ritenendo violati i propri diritti a svolgere le attività lavorative non ché di fruire del territorio in relazione al quale sono cittadini e contribuenti».

IL TERREMOTO IN UMBRIA

Il terremoto Si ripercorre, nella lettera, l’ultimo tragico anno per l’intera comunità, quello che ha visto gli abitanti ‘sgomberati’ dal borgo ormai ridotto interamente a ‘zona rossa’ e con la civiltà completamente interdetta. «Per consentire l’accesso ai luoghi di pascolo e ai terreni agricoli – scrivono – dopo numerose missive e proteste si è ottenuto di raggiungere il paese solo attraverso dei permessi specifici rilasciati con un prestabilito iter per la Sp477».

La Sp477 lo scorso aprile

Ritardi «Nelle more, ogni istituzione, ciascuna per le proprie competenze, hanno posto in essere, sebbene con il noto ritardo, le attività per il materiale ripristino della viabilità garantendo, di volta in volta, termini di apertura definitivi discordanti che, ad oggi, di fatto, danno le opere appena iniziate e con più che fondati timori di inadempimento entro i prossimi giorni per consentire la risalita degli allevatori e le attività di raccolta delle lenticchie». Non solo, una viabilità compressa significa anche ritardi nella rimozione delle macerie, nelle demolizioni e ancora non vi è traccia, a Castelluccio, di soluzioni abitative emergenziali e quanto dovuto agli operatori economi per riprendere le proprie attività.

La strada di Campi Visti i disastri e i ritardi cui è costretta tutta la comunità, nella lettera si ricorda come, lo scorso maggio, veniva sottoscritto un accordo tra Protezione civile e Agenzia forestale regionale, perché, mentre iniziavano i lavori di ripristino della Sp477, si era determinato di procedere alla temporanea sistemazione della strada di Campi, un percorso meno lungo e tortuoso, oltre che meno costoso, per tutti. A mancare all’appello, però, è ancora oggi il via libera del Parco nazionale dei Monti Sibillini, un comportamento incomprensibile in una situazione di emergenza tale.

La semina nei mesi scorsi

La Sp477 Quella di Campi, secondo i Castellucciani, sarebbe una soluzione temporanea ottimale: un tracciato già esistente e utilizzato nel tempo, percorribile solo da un numero limitato di persone  fino a che non sarà di nuovo disponibile la provinciale 477, su cui transiterebbero allevatori e agricoltori sono nelle fasce orarie in cui le ditte non sono impegnate nei lavori di ripristino. Un’opzione, questa, già avanzata al sindaco Nicola Alemanno e alla presidente Catiuscia Marini ma a tutt’oggi rimasta ferma sul tavolo, mentre i lavori agricoli, in questo periodo dell’anno, necessiterebbero di maggiore manodopera e gli allevatori dovrebbero stare vicini ai propri animali tornati al pascolo.

Ultima chance Questo, dunque, per i rappresentanti di Castelluccio «è un ultimo tentativo di bonario componimento degli interessi in questione». Cadute queste richieste, «l’intera comunità di Castelluccio si vedrà costretta a porre in essere tutte le procedure necessarie per ottenere l’esclusione dall’area giuridica del Parco nazionale dei Monti Sibillini che, in un momento di totale assenza non di qualità della vita, ma proprio della vita stessa, non si attiva prontamente, rendendo, di fatto, impossibile alla comunità lo svolgimento dei propri diritti fondamentali, costituzionalmente previsti e normativamente attuati: il lavoro e la libera circolazione sul territorio».

Il cartello appeso a Castelluccio – foto di Alfonso della Corte

Parco nazionale dei monti Sibillini «Il Parco – affermano Roberto Pasqua della comunanza agraria, Giovanni Perla della onlus Per la vita e Diego Pignatelli della Proloco – è stato e deve essere un’opportunità per l’ambiente e gli abitanti, non un limite arbitrario e con visione monoculare a danno delle persone che da sempre mantengono vivo il territorio. Altrimenti, il danno provocato a una comunità, ancora prima che al suo territorio, provocherà un danno irreparabile all’Italia stessa». E, in tutto questo, suona come una presa in giro l’organizzazione di navette in programma per i prossimi sabato e domenica 24 e 25 giugno: «mentre qui ci sono disperati – affermano – il comune vende la fioritura a non si sa bene chi. Nessuna attività è possibile al borgo, nessun aiuto economico è stato dato. Manca l’acqua, la corrente, ci sono macerie e rifiuti fermi dallo scorso agosto»

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