Castelluccio di Norcia: «Vogliamo la strada»

Si avvia a conclusione il lavoro degli agricoltori per la semina, ma il ‘nodo viabilità’ resta sempre aperto mentre il borgo continua a essere isolato

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di L.P.

C’è chi ha ripreso a lavorare col trattore già domenica. Chi si è fermato solo il giorno di Pasqua e chi non farà ponte e il 25 aprile continuerà a seminare

TUTTO SUL TERREMOTO 

La semina I lavori, sul Pian Grande, sono a buon punto. «Se non fosse stato per la neve dei giorni scorsi avrei già finito» commenta uno degli agricoltori impegnato nella semina della lenticchia più difficile che Castelluccio abbia mai conosciuto. Stefano ora si sta spostando verso Visso, dove sono rimasti gli ultimi lembi di terra. «Domenica mi sono concesso il lusso di andare al mare con la mia famiglia, ora devo finire il prima possibile».

I massi lungo la Sp477 (foto Testa-DellaCorte)

I nodi da sciogliere Finita la semina, però, i problemi restano. E non sono pochi, per tutti gli agricoltori che, dopo settimane di proteste, sono riusciti ad ottenere l’apertura di un varco sulla provinciale 477 che da Norcia porta a Castelluccio per poter lavorare. «Qui sembra che ci abbiano concesso non si sa quale lusso per averci permesso di attraversare la strada diretta senza fare il giro di tre diverse regioni. Per il resto non è cambiato niente. Siamo sempre costretti a mangiare in un’autorimessa di lamiera, ci portiamo il pranzo da casa, e ogni sera dobbiamo tornare verso Norcia perché qui non si può dormire».

La strada Nonostante le tante promesse, la situazione dunque è rimasta la stessa anche ora che la semina è quasi finita. «E’ quasi finita, ma non del tutto e non per tutti. Ci hanno detto che solo fino al 24 avremmo potuto usufruire della ‘scorta’ dei mezzi della Protezione civile per poter salire a Norcia senza fare il giro lungo. Poi che succederà? Nessuno lo sa». Intanto una prima proroga sembrerebbe essere stata concessa fino al dieci maggio. Ma i problemi relativi alla viabilità non finiscono qui visto che la Provincia, nei giorni scorsi, ha messo le mani avanti sui tempi relativi alla sistemazione della strada provinciale 477. Parlando di «lavori particolarmente complessi per i quali, nonostante si stia procedendo con la massima celerità, al momento, è azzardato definire la data della loro ultimazione creando false aspettative», l’ente che ha il compito di ripristinare il tracciato di quei venti chilometri che separano Norcia da Castelluccio ha messo tutti in allarme. Il sindaco Alemanno in primis.

PARLA IL SINDACO DI NORCIA, NICOLA ALEMANNO – L’INTERVISTA

I lavori Dei sette lotti in cui sono stati suddivisi gli interventi, al momento solo tre sono in corso di esecuzione e ultimazione. Due riguardano la bonifica e il consolidamento delle pareti rocciose dell’intero tratto stradale, il terzo riguarda il ripristino della sede stradale dei primi cinque chilometri. Per altri quattro interventi manca ancora l’assegnazione definitiva o l’approvazione del progetto, quindi devono ancora essere affidati. I lavori, sulla strada, sono iniziati da pochi giorni, così almeno raccontano gli agricoltori che ormai due volte al giorno si trovano a percorrere la vecchia provinciale dissestata dalle scosse di terremoto. «Si vedono gli operai che sono ancora alle prese con i massi da togliere dal manto stradale, non potevano aver iniziato un mese fa?»

La fioritura «A noi avevano garantito la riapertura della strada per tutti entro fine giugno – prosegue Stefano Pasqua – e la stessa cosa è stata ribadita nei giorni scorsi alla riunione davanti ai castellucciani. Ora cosa dice Alemanno? Eppure lui è un geometra, dovrebbe rendersi conto dello stato della strada, dei lavori, per capire che non faranno mai in tempo per la fiorita». Per loro, tutti sanno, ma nessuno si prende la responsabilità di dire come stanno per davvero le cose. «Noi a inizio luglio iniziamo la raccolta, questo è certo».

Un borgo fantasma E intanto mentre sfilano i trattori su e giù per il Pian Grande, Castelluccio rimane un borgo fantasma. C’è solo l’esercito, in presidio permanente. Il resto è tutta zona rossa. «Dovevano aver già iniziato con le demolizioni ma, a quanto sembra, non sono stati contattati neanche i proprietari degli edifici da demolire. Così anche quelle poche strutture ancora agibili continuano ad essere chiuse. Per non parlare poi delle Sae, di cui non c’è neanche l’ombra. ‘Prima di tutto a chi vive qui tutto l’anno’ ci avevano detto, ma tutti sanno che qui, a parte due coppie di anziani ottantenni, tutti noi viviamo a Castelluccio da aprile a novembre. E intanto si rimanda, la zona rossa è sempre inagibile e pure i progetti di recupero e installazione temporanea di negozi e attività rimangono su carta».

I progetti Uno per Norcia e l’altro per Castelluccio, i progetti, realizzati dal professor Verducci per Norcia e dall’architetto Cellini per Castelluccio, prevedono infatti la delocalizzazione di attività commerciali in strutture semovibili e temporanee in attesa del ripristino dei rispettivi centri storici. Nelle strutture, i cui tempi di realizzazione non sono ancora noti, dovrebbero trovar spazio almeno 24 tra ristoranti e negozi. «Non possiamo aspettare che le istituzioni risolvano i nostri problemi, dobbiamo attrezzarci da soli. – conclude Pasqua – Così infatti ora mi sto organizzando per andare a riprendere il bestiame momentaneamente ospitato in alcune stalle a Rovigo anche se poi come farò a tornare ogni giorno a Castelluccio per dar loro da mangiare e da bere?».

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