Castelluccio di Norcia: «2019 di rinascita»

Con l’inaugurazione del Deltaplano si tenta di tornare alla normalità. Ma ci sono ancora ritardi e la ricostruzione sembra lontana

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di L.P.

Due anni e tre inverni da dimenticare. Una sola, comune, ambizione, quella di risorgere. C’è poca di voglia di raccontare come vanno le cose in una Valnerina che è ancora ferita, a distanza di 24 mesi da quella domenica mattina. Chi ancora non aveva la casa ridotta a macerie dal sisma dei mesi precedenti, si è visto squarciare muri e mancare il pavimento sotto ai piedi con una scossa di magnitudo 6.5.

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Le criticità

Il fotomontaggio

Attività economiche in sofferenza, problemi di viabilità, macerie ancora abbandonate e una ricostruzione che fatica a ripartire. E’ questo il quadro che si presenta due anni dopo il terremoto, quando finita la fase d’emergenza i riflettori si sono spenti e gli amministratori hanno dovuto fare i conti con i tempi della burocrazia, spesso troppo più dilatati rispetto a quelli della vita delle persone. Se di ‘ritardi inaccettabili’ aveva parlato, nei giorni scorsi, la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, «tempestività deve essere la nuova parola d’ordine». Guardando al futuro, numeri alla mano, dei 10 mila cantieri che saranno necessari per la ricostruzione, al momento ne sono partiti appena un centinaio. Ma è Castelluccio il borgo che soffre di più, oggi come ieri: se la rimozione delle macerie è quasi finita, a distanza di due anni ancora non è stata realizzata neanche una Sae, mentre le cose sembrano migliorare per quanto riguarda le attività produttive.

LA PRESIDENTE DEL SENATO: «TROPPI RITARDI» – VIDEO

L’inaugurazione del Deltaplano

L’inaugurazione del Deltaplano

Problemi, ritardi, macerie accumulate, i mesi passati sembrano troppi, ma ancora troppo pochi perché si possa tornare a immaginare una quotidianità. A parlare, più delle persone, sono i numeri. Oltre mille, infatti, le pratiche presentate per la ricostruzione, con 400 cantieri aperti e 80 interventi di riparazioni lievi già effettuati. A Castelluccio, però, l’inaugurazione della struttura temporanea che ospita le attività di ristorazione, avvenuta lunedì, ha portato a compimento la delocalizzazione delle attività economiche e produttive della frazione. Presenti alla cerimonia, oltre alla presidente Catiuscia Marini, anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Vito Crimi, del vice presidente della Regione, Fabio Paparelli, del sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, dei rappresentanti della Comunanza agraria di Castelluccio e degli stessi operatori e ristoratori del luogo. «Abbiamo voluto con forza questa struttura per la delocalizzazione – ha aggiunto Marini -, scelta condivisa e partecipata prima di tutto con gli operatori, perché abbiamo sempre pensato che questo fosse il modo per tenere in piedi una comunità ed il lavoro, perché questo è il presupposto per dare futuro a Castelluccio. Se tutti noi, e quanti vengono qui ad ammirare questo luogo unico e meraviglioso, potremo continuare a gloriarci di Castelluccio e della sua bellezza, ciò lo dobbiamo prima di tutti alle persone di questo luogo, a chi con forza, caparbietà e determinazione qui vuole continuare a vivere e lavorare».

Le demolizioni

Castelluccio

«Abbiamo praticamente finito – ha commentato il sindaco di Norcia Nicola Alemanno – è stato demolito circa il 70% del paese e i pochi immobili rimasti in piedi necessitano di una profonda ristrutturazione». Un’immensa area, tutta zona rossa, è ormai il cuore del piccolo centro che, più di tutti, ha sofferto dei ritardi e delle difficoltà del post emergenza. Lì dove un tempo c’erano locande e abitazioni ora ci sono grandi buchi e spazi vuoti: il panorama è praticamente irriconoscibile. Neanche la chiesa, con il suo altare, ormai trasferito al deposito del Santo chiodo di Spoleto, c’è più. E’ come se tutto si fosse fermato a quella domenica mattina, poco conta che, nel frattempo, anche grazie al Deltaplano, siano ripartite le attività economiche. Eppure la speranza e la voglia di rinascere non mancano. Ne è convinto Alemanno, a tal punto che «a primavera la gente potrà iniziare a presentare progetti per sistemare le case ancora in piedi o avviare la ricostruzione pesante». Per cercare di tornare a come si viveva prima, tra un paio di settimane tornerà in attività una struttura ricettiva all’interno del paese, come l’agriturismo appena fuori il borgo. E le ruspe sono sempre in movimento, anche nell’area dove un tempo sorgeva la scuola. Ma intanto le prime prove si faranno dentro alla nuova struttura, interamente smontabile ma che garantirà il massimo della sicurezza, realizzata dagli architetti Francesco Cellini, docente di Progettazione Architettonica nella facoltà di Architettura di Roma Tre, e Paolo Verducci, del dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia. «Questo è il simbolo della rinascita di Castelluccio – ha detto il sindaco – e di tutta l’area colpita dal terremoto. E per tutti noi quella di oggi è una giornata di grande gioia e di festa».

La voglia di rinascere

Contestato, dai più, in realtà il Deltaplano è considerato il simbolo della rinascita anche dalla Comunanza agraria del piccolo borgo. «Il 2019 sarà l’anno della vera rinascita di Castelluccio – ha detto il suo presidente Roberto Pasqua – ma alcuni passi in avanti sono stati fatti anche in questi ultimi mesi. La ritengo – spiega – una delle strutture più belle realizzate per la delocalizzazione delle imprese». Il presidente sottolinea anche «l’accelerazione che è stata impressa alla rimozione delle macerie e questo è un altro fatto positivo». Resta invece «il nodo parcheggi». «Entro la primavera – afferma – dobbiamo trovare definitivamente una soluzione a un problema che da sempre affligge il borgo. Sono comunque fiducioso di poter trovare una volta per tutte una sintesi che permetterà a Castelluccio di essere davvero fruibile senza disagi».

Catiuscia Marini

«Se c’è una lezione – il commento della presidente della Regione – che ci viene dalla drammatica esperienza di questo terremoto è che lo Stato italiano deve dotarsi di una legge quadro che detti norme per la gestione delle emergenze dovute a calamità naturali, in quanto non è possibile gestire queste fasi delicate e straordinarie con norme ordinarie. Oltre 7.400 persone assistite, di cui 5180 con contributo di autonoma sistemazione ed il resto nelle 752 soluzioni abitative di emergenza realizzate e nei 68 moduli abitativi rurali; 45.848 sopralluoghi effettuati (tra schede Fast e Aedes); 94% di macerie rimosse per la parte pubblica; 80 delocalizzazioni di attività produttive, pari al 93% delle richieste presentate; oltre 1000 pratiche per ricostruzione leggera presentate di cui 400 autorizzate con la conseguente apertura di altrettanti cantieri avviati, di cui 80 già terminati. Anche per ciò che riguarda la ricostruzione pesante i cittadini hanno iniziato a presentare domande. Siamo dunque in una fase ormai operativa – ha aggiunto la presidente – ed abbiamo anche approvato, prima tra le Regioni coinvolte dal terremoto, la legge sulla ricostruzione con cui ci poniamo l’obiettivo non solo di una ricostruzione fisica degli edifici, ma anche della ricostruzione economica e sociale della Valnerina e di Spoleto. L’attuazione della ricostruzione dovrà avvenire nei tempi necessari con le autorizzazioni che devono essere date nella garanzia della legalità, ma anche della qualità della ricostruzione, della trasparenza».

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