Ceneri in Valnestore, indagati in dieci

Pietrafitta, avviso di conclusione indagine da parte della procura di Perugia. Tra le accuse l’omessa bonifica dei terreni

Condividi questo articolo su

Si sono concluse le indagini della procura di Perugia relative alla vicenda delle ceneri interrate della Valnestore. Omessa bonifica e inquinamento ambientale sono le accuse che vengono contestate a vario titolo a dieci persone in merito allo stato dei terreni vicini alla centrale Enel di Pietrafitta, nel Comune di Piegaro. Tra loro amministratori e responsabili della stessa Enel Produzione, oltre che della Valnestore sviluppo Srl.

I fatti

L’indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico, è stata coordinata dai pm Gemma Miliani e Paolo Abbritti. Secondo gli inquirenti nei terreni sarebbe stato sversato un ingentissimo quantitativo di rifiuti – 240 mila metri cubi di ceneri pari a 216 mila tonnellate – provenienti dal funzionamento della centrale termoelettrica, non solo di Pietrafitta, ma anche di La Spezie e Vado Ligure. Nell’area sarebbe stata registrata anche una contaminazione delle acque da solfati.

Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari (M5S Umbria)

«Alle persone e agli organi della Procura di Perugia che hanno portato avanti in maniera incisiva le indagini sugli imponenti volumi di ceneri e rifiuti sepolti in Valnestore, vanno il ringraziamento e l’incoraggiamento del M5S Umbria, dei portavoce delle comunità interessate, di tutti i residenti e le famiglie talora pesantemente toccati pure a livello esistenziale da questo dramma, peraltro lungamente e irresponsabilmente nascosto», si legge in una nota a firma dei consiglieri regionali del M5S Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari. «La conclusione delle indagini rappresenta un coraggioso atto che punta a ripristinare verità e giustizia dopo 30 anni di silenzi da parte non solo di rilevanti pezzi delle istituzioni, ma anche della medesima Enel. Auspichiamo il rapido accertamento delle responsabilità, ma anche un’ampia riflessione politica su chi sapeva e ha taciuto, condannando così per troppo tempo un intero territorio a vivere nella menzogna e nell’imbarazzo».

La nota di Enel

«Come già evidenziato nelle sedi amministrative», l’Enel ribadisce di aver «sempre agito nel miglior interesse del territorio e dell’ambiente. Eventuali responsabilità per i reati contestati non sono imputabili a Enel Produzione. In linea con la nostra politica ambientale abbiamo, peraltro, già svolto da tempo interventi paesaggistici in quelle aree e ci siamo impegnati ad effettuare ulteriori attività di natura ambientale anche laddove di responsabilità di soggetti terzi». In ogni caso, la società confida «che nel corso delle prossime fasi del procedimento si potrà accertare la nostra estraneità e quella dei nostri dipendenti ai fatti contestati». Enel Produzione continuerà «a collaborare con le autorità amministrative e con la magistratura per chiarire ogni aspetto, al fine di favorire il ripristino ambientale delle zone indicate nel provvedimento, riservandoci ogni diritto di rivalsa sui soggetti eventualmente responsabili».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli