«Centri per l’impiego trascurati in Umbria»

Liberati e Carbonari (M5S): «Vogliamo sapere quando sarà data nuova centralità al servizio pubblico e superata la fase d’incertezza causata da formule non idonee»

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Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari

Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari
Gruppo M5S Regione Umbria

A seguito dello stato di agitazione proclamato dai Sindacati della funzione pubblica Cgil Cisl Uil Regionali e dalle Rsu delle Province di Perugia e Terni, è necessario porre in evidenza il disagio riscontrato da operatori e utenti dei Centri per l’impiego di tutta la regione.

Anzitutto il personale – sia a tempo indeterminato che precario – dei Centri per l’Impiego si trova ancora coinvolto in processi di mobilità legati alla legge Del Rio che riguardano Regioni, Province e Ministero del Lavoro, sia dal punto di vista della ripartizione delle risorse – legate a convenzioni annuali con il Ministero del Lavoro – che della titolarità delle funzioni: dopo il referendum costituzionale è stata infatti confermata la titolarità delle funzioni in capo alle Regioni, ma il personale risulta ancora contrattualizzato sotto le Province, ove si evidenziano ulteriori anomalie.

Innanzi tutto il fatto che, nella Provincia di Perugia, i Centri per l’Impiego si avvalgano di 47 precari, personale prezioso che, pure da più lustri, è in forza a un ente che concretamente affronta ogni giorno il delicato tema del lavoro, ma poi vive nel triste paradosso di mantenere decine e decine di propri dipendenti in forme tutt’altro che stabili, restituendo conseguentemente all’esterno un’immagine non propriamente positiva.

E poi il fatto che, nella Provincia di Terni, si presenti, da un lato, una fortissima carenza di personale (appena 28 su 187) sia in rapporto alla popolazione che rispetto alle specifiche e gravi esigenze territoriali, con maestranze in condizioni di estremo disagio, e si registri addirittura da tempo l’assenza della connettività, con un servizio estremamente difficile per operatori e utenza, costretta a indecorose file la mattina presto per accaparrarsi una prenotazione informale in orari antelucani.

Non si può ulteriormente indebolire e smantellare un servizio pubblico fondamentale, vedendo disperso un patrimonio di professionalità che, nonostante le difficoltà strutturali, talune delle quali sopra citate, come ricordato dalle organizzazioni sindacali si è contraddistinto tra i migliori a livello nazionale

Vogliamo quindi sapere dalla giunta quando sarà data nuova centralità al servizio pubblico e superata l’odierna fase di forte incertezza normativa e funzionale, causata da formule non idonee quali il ricorso all’avvalimento del personale, nonché del cronico stato di precarizzazione degli operatori a tempo determinato di Perugia, così che i dipendenti possano essere messi nelle giuste condizioni per poter fornire risposte all’utenza (circa 65 mila ogni anno), al contempo rafforzando pesantemente gli organici su Terni, entro quando verrà costruito un modello regionale dei servizi per l’impiego, individuando idonee formule in grado di dare stabilità e funzionalità a servizi pubblici fondamentali, quali quelli per il lavoro e quando sarà definita al meglio l’organizzazione regionale dei servizi attraverso un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali, nella chiarezza delle funzioni tra servizi pubblici e ruolo del privato, dando certezze sulle attività che debbano svolgere gli operatori e sugli strumenti messi in atto per rispondere alle crescenti esigenze di disoccupati e sistema economico alla luce dell’istituzione dell’assegno di ricollocazione e degli interventi di lotta alla povertà. Si chiedono, inoltre, i tempi e le modalità di inizio della discussione della legge regionale sul Lavoro, annunciata dalla giunta, ma non ancora sottoposta all’attenzione dell’Assemblea legislativa.

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