Cgil di Terni, nuova segreteria a cinque

Ne faranno parte, insieme al segretario generale Attilio Romanelli e a Laura Ricci, che erano già in carica, Andrea Corpetti, Valentina Porfidi e Alessandro Rampiconi

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La Cgil di Terni ha una nuova segreteria, più ampia rispetto al passato, visto che passa da tre a cinque componenti. Ne faranno parte, insieme al segretario generale Attilio Romanelli e a Laura Ricci, che erano già in carica, Andrea Corpetti (41 anni), Valentina Porfidi (33 anni) e Alessandro Rampiconi (42 anni). Esce invece Mauro Bottinelli, che ha presentato le sue dimissioni per ragioni personali legate al suo posto di lavoro. L’elezione dei tre nuovi membri è avvenuta oggi, 27 ottobre, da parte dell’assemblea generale della Camera del Lavoro di Terni. Su 62 votati 61 favorevoli e un contrario

Mauro Bottinelli

Il saluto «Voglio prima di tutto ringraziare Mauro per l’importante lavoro svolto in questi anni come responsabile di organizzazione della nostra Camera del Lavoro – dice Attilio Romanelli – un lavoro che dovrà proseguire cercando sempre di più di intrecciare l’operato delle categorie con quello della confederazione e in questa direzione va la scelta di allargare a 5 componenti la segreteria provinciale, che vede infatti l’ingresso di due compagni e una compagna che vengono da esperienze di categoria nella Fiom (Corpetti) nella Funzione Pubblica (Porfidi) e nella Filt (Rampiconi). La Cgil di Terni – ha concluso Romanelli – è ora attesa da un periodo particolarmente complesso, sia per gli appuntamenti interni in programma (conferenza d’organizzazione e congresso) sia per le grandi sfide poste dal territorio, ancora in piena crisi occupazionale, con una preoccupante crescita della povertà in atto e una risposta politico-istituzionale che non riesce ad invertire la rotta».

Baseotto All’assemblea generale della Cgil ternana hanno partecipato anche il segretario generale della Cgil dell’Umbria, Vincenzo Sgalla, e il segretario nazionale Nino Baseotto: «Auguro buon lavoro alla nuova segreteria che, vista la situazione del paese e di questo territorio – ha detto Baseotto nelle sue conclusioni -, avrà molto da fare. Perché se è vero che c’è qualche debole segnale di ripresa, allora ci sarebbe un’unica cosa da fare: mettersi nelle condizioni di agganciarla. Ma in mancanza di risposte adeguate, a partire dalla partita delle pensioni, dobbiamo essere pronti a mettere in campo una forte mobilitazione e per questo bisogna andare in mezzo ai lavoratori e ai pensionati per far crescere la spinta a sostegno delle nostre richieste e cambiare le posizioni del governo».

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