«Chiudono i negozi, ma di chi è la colpa?»

Lettera da Perugia: una lettrice ci scrive dopo la chiusura di un noto negozio in corso Vannucci. Occasione per una riflessione sul tema

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Di una lettrice di umbriaOn.it

Egregio direttore,
le scrivo in riferimento alla notizia, diffusa negli ultimi giorni, della chiusura di uno storico negozio in corso Vannucci, nel pieno centro storico di Perugia.

Subito si sono rincorse, sui social e non solo, analisi sulla “moria” di esercizi commerciali nel centro della nostra città, analisi di tipo politico, ovviamente, ma anche economico e sociologico. Ognuno rintraccia una colpa in qualcosa o in qualcuno: colpa dell’amministrazione, colpa dei centri commerciali, colpa della globalizzazione, colpa dei vigili… ma sicuri di aver analizzato proprio tutto tutto?

Io non mi permetto di fornire risposte, mi limito a raccontare la mia esperienza, lasciando ad altri l’analisi, magari per trarne una teoria, per rintracciare un problema, per rincorrere una soluzione o anche solo per identificare questa mia esperienza come la classica eccezione che conferma la teoria già preconfezionata. Fate voi. Io intanto racconto.

Vivo nell’immediata periferia della città, ma per lavoro sono spesso in giro a ridosso del centro. Qualche tempo fa, era un venerdì se non ricordo male, mi viene in mente all’improvviso che l’indomani sarei stata invitata ad un ricevimento, una cresima, e non avevo scarpe adatte. Avrei finito di lavorare alle 20, ma chiedo un permesso, liquido una cliente e corro su, in centro, nel noto negozio che ora sta chiudendo.

Saranno state poco oltre le 19, forse 19.10, comunque ricordo bene che mancava almeno un quarto d’ora all’orario di chiusura.
Come faccio ad esserne così sicura è presto detto: dopo aver parcheggiato a fatica entro trafelata nel negozio e mi assale un odore di detersivo, forse ammoniaca. A terra era bagnato. Alzo lo sguardo e vedo in lontananza le due commesse intente a risistemare. Una lava a terra, l’altra spolvera gli scaffali. Penso: “Forse ricordavo male l’orario, forse hanno già chiuso”. E a quel punto mi volto verso la vetrina, guardo l’orario, poi guardo il mio orologio: mancava un quarto d’ora abbondante (ecco perché lo ricordo bene).

A quel punto, un po’ imbarazzata, chiedo permesso… quasi come se mi stessi intrufolando in una casa privata. Una delle due commesse, alza la testa mi guarda e mi invita ad entrare con uno di quei sorrisi tipici di chi sta andando di fronte al patibolo. Di certo stava pensando: ” E questa mo da dove è uscita?”. Chiedo: “Posso? State chiudendo”. E lei: “Quasi, ma prego…”.

Cammino in punta di piedi un po’ per non scivolare un po’ per non sporcare il pavimento, dò un’occhiata veloce, indico un paio di scarpe, chiedo il mio numero e una voce mi risponde: “I numeri sono quelli che vede”. Desisto. L’odore di detersivo mi sta facendo girare la testa. E mi sento palesemente di troppo, quasi indesiderata.

Esco velocemente. E appena fuori, mentre riprendo fiato, mi ricordo che il centro commerciale in periferia chiude alle 21. Le scarpe le ho comprate lì. Avevano il mio numero. Il giorno dopo, alla cresima, all’uscita della cattedrale, si chiacchierava con parenti ed amici, e in tanti commentavano: “Chissà perché chiudono i negozi in centro…”.

 

Pubblichiamo questa lettera, che non è l’unica giunta in redazione su questo tema specifico, per stimolare una discussione fra gli addetti ai lavori e i rappresentanti di categoria su un tema troppo complesso per ridurlo ad uno scontro fra opposte fazioni, men che meno di natura partitica.

Il macro-tema è serio e coinvolge una buona fetta dell’economia cittadina ma ancor di più il tipo di città che si immagina e si vuole avere: come sarà il centro storico di Perugia fra 10, 20, 50 anni? A chi deve essere destinato il ‘salotto buono’ della città? Ai turisti? Ai residenti? Agli acquirenti dei negozi? Domande a cui non spetta a noi rispondere.

Il tema specifico di cui tratta questa lettera e di cui talvolta abbiamo parlato anche sul nostro sito è il seguente: gli orari di apertura dei negozi e dei ristoranti in centro è in linea con la loro funzione e con gli orari in cui solitamente il centro è frequentato da potenziali clienti? Ha senso chiudere alle 19.30 i negozi e alle 23.30 il 90% di ristoranti, pub e pizzerie dell’acropoli? Se a mezzanotte restano aperti solo i locali che distribuiscono alcol che tipo di frequentazioni ci immaginiamo possa avere il centro di Perugia?

Lanciamo questi interrogativi nel dibattito in corso, disponibili ad ospitare repliche e contributi.

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