«Città della salute? Sì, ma non di commercio»

L’assessore Luca Barberini la immagina come «sfogo all’azienda ospedaliera e che dia risposte al territorio». Con dei paletti precisi

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di Francesca Torricelli

La mia domanda è stata diretta: «Terni avrà mai la sua Città della Salute?». La risposta dell’assessore regionale alla sanità, Luca Barberini, è stata altrettanto diretta: «Sì, l’avrà perché a Terni e alla sua provincia serve una Città della Salute che dia una risposta vera inserita all’interno della programmazione, ma che sia sempre più orientata all’attività sanitaria e sociosanitaria».

L’assessore Barberini

L’idea L’assessore Barberini immagina una Città della Salute «che sia di sfogo all’azienda ospedaliera e che dia risposte al territorio. Una Città della Salute, a mio avviso, che deve però riscoprire la sua vocazione di risposte ai bisogni sanitari. Insomma, immagino un po’ meno di commercio e un po’ più di attività sociosanitaria e sanitaria».

L’INTERVISTA ALL’ASSESSORE BARBERINI

L’assessore Corradi

I tempi Quindi sull’immaginazione siamo a posto, ma sul concreto, ovvero su modi e tempi, siamo ancora a ‘carissimo amico’. Alcuni giorni fa era stato proprio l’assessore comunale Sandro Corradi a mettere un po’ di fretta alla Usl Umbria 2, diretta da Imolo Fiaschini: «Attendiamo il progetto complessivo – aveva detto – stringere i tempi, indire la conferenza dei servizi e presentare il piano attuativo».

Il direttore della Usl2 Fiaschini

La Città della Salute A febbraio, il direttore generale della Usl Umbria 2, Imolo Fiaschini, durante un’audizione con il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Terni, Maurizio Dal Maso, in seconda commissione consiliare, aveva spiegato che «il nuovo studio di fattibilità della Città della salute, che di fatto è un progetto preliminare che consente di essere la base per il futuro bando, è stato deliberato». Lo studio di fattibilità, aveva detto il direttore generale, «è relativo alla realizzazione di una struttura dell’azienda Usl Umbria 2 dove saranno ubicati tutti i servizi sanitari e gli uffici che attualmente sono dislocati in più stabili situati in zone diverse della città. Nello specifico saranno trasferiti all’interno della nuova sede tutti i servizi, costituiti da ambulatori, poliambulatori ed uffici, ad oggi situati in via Bramante, in via Federico Cesi, in via Giovanni XXIII, in via Montegrappa e in via T. di Joannuccio». La localizzazione dell’intervento «deriva dalla previsione urbanistica del P.R.G. del Comune di Terni, che individua nell’area dell’ex Sim (Servizio di igiene mentale) la sede di una vera e propria ‘Città della salute’.La localizzazione prescelta risponde ad un criterio di funzionalità urbanistica teso ad integrare in un unico sito tutte le funzioni sanitarie di rango urbano-territoriale, che hanno rilevanza per l’intera provincia e, per diversi aspetti, anche oltre».

Appalto in concessione La fattibilità dell’intervento, aveva sottolineato inoltre Fiaschini, «è stata accertata sotto i diversi aspetti: fattibilità urbanistica, storico ambientale, idrogeologica, tecnica ed economica». La realizzazione del nuovo polo sanitario è stata prevista «attraverso la modalità dell’appalto in concessione, finalizzato ad individuare un soggetto in grado di realizzare tutto il complesso con risorse proprie e di gestire successivamente, oltre alla struttura, anche la fornitura di alcuni servizi». L’intervento prevedeva diverse fonti di finanziamento: alienazione bene immobile di via Federico Cesi (6 milioni e 500 mila euro); finanziamento ex Legge regionale (749 mila e 878 euro); project financing (12.651.422 euro) per un totale di 19.901.300 euro.

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