Città della salute, Terni avvia il percorso finale

Audizione a palazzo Spada di Fiaschini (Usl) e Dal Maso (Azienda ospedaliera): tra tante cose già note emerge che «non serve altro che il parere della Conferenza dei servizi che convocheremo entro 10 giorni»

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di Francesca Torricelli

«Il nuovo studio di fattibilità della ‘Città della salute’, che di fatto è un progetto preliminare che consente di essere la base per il futuro bando, è stato deliberato mercoledì». Questa è, a conti fatti, l’unica notizia nuova data giovedì pomeriggio da Imolo Fiaschini, direttore generale della Usl Umbria 2, durante l’audizione con il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Terni, Maurizio Dal Maso, in seconda commissione consiliare.

LO STUDIO DI FATTIBILITA’ DELLA ‘CITTA’ DELLA SALUTE’

Le criticità Ma prima di arrivare all’illustrazione della tanto attesa delibera, diversi sono stati gli interventi dei consiglieri comunali nel corso della seduta. «L’ospedale di Terni non deve assolutamente perdere la sua missione di alta specialità – ha sottolineato Saverio Lamanna (Partito Democratico) -, anche se il bacino di utenza, negli ultimi anni, è aumentato notevolmente. Diventa sempre più fondamentale l’integrazione con gli altri ospedali del territorio, integrazione che, però, risulta al momento solo sulla carta». D’accordo con lui Paolo Crescimbeni (Gruppo misto) che ha ricordato, però, «una serie di problematiche che a mio avviso vanno analizzate e affrontate, come i letti in corridoio o il personale non equamente distribuito». L’integrazione tra azienda ospedaliera e Usl, per Francesco Maria Ferranti (Forza Italia) «è ormai fondamentale, ma entrambe devono svolgere funzioni differenti. Ciò che è importante è che l’Umbria meridionale non venga penalizzata: per ciò che riguarda la Usl1 ci sono delle certezze che non vedo per quanto riguarda la Usl2». Infatti per Franco Todini (Il Cammello), «gli aspetti organizzativi sono importanti, ma prima di questo dovremmo discutere delle strategie politiche della nostra regione, perché i direttori generali sono soltanto i destinatari delle direttive della Regione. Gli interlocutori devono essere, quindi, i politici, anche se alcuni di loro si sono già svenduti sul discorso di azienda unica regionale che rientra nella strategia della macroregione».

L’ospedale Santa Maria di Terni

Le aziende ospedaliere «L’ospedale di Terni – per il direttore generale Imolo Fiaschini – è di grande qualità, ma ovviamente ha anche il carico di ospedale di comunità. Negli ospedali di Narni e di Amelia i reparti di Medicina sono pieni per quello che possono dare e hanno anche dei letti di appoggio, come avviene nella maggior parte degli ospedali in Italia. È vero, dal 30 ottobre, a causa delle criticità emerse a seguito del terremoto, con il Centro Geriatrico ‘Le Gratiae’ nel quale sono ospitati pazienti anziani provenienti dalla Valnerina, non stiamo aiutando l’azienda ospedaliera, ma è una situazione momentanea che stiamo cercando di risolvere. Per quanto riguarda, invece, l’integrazione fra le 2 aziende scontiamo alcune difficoltà normative per quanto riguarda il personale, ma ci tengo a ricordare, ad esempio, che per quanto riguarda il laboratorio analisi abbiamo raggiunto un’integrazione quasi perfetta». Il direttore generale Maurizio Dal Maso ha ricordato quanto illustrato giovedì mattina in conferenza stampa, ovvero che «l’ospedale ha criticità e vincoli oggettivi, ma che le soluzioni si possono trovare solo con la ridefinizione dell’assetto organizzativo, già avviata e che chiuderemo entro l’estate». Per quanto riguarda i posti letto «abbiamo potenziato l’area medica riconvertendo posti letto sotto utilizzati nell’area chirurgica, dove la quantità di interventi, con una programmazione appropriata da parte dei primari, richiede meno posti letto di quelli attuali. Ciò ha consentito di eliminare appoggi da altri. Per dare soluzioni nuove ai problemi vecchi occorre riorganizzarsi e dare un segnale forte e chiaro di inversione di tendenza». Secondo Dal Maso «è necessario costruire rapidamente una vera rete clinica integrata con gli ospedali di Narni e Amelia, che deve prevedere precisi percorsi clinico-diagnostici e terapeutico-assistenziali condivisi, allo scopo di ridurre gli accessi impropri in un ospedale di alta specializzazione come il nostro, agevolare le dimissioni e permetterci di aumentare le attività e le risorse per la casistica ad alta complessità, che è la vera missione della nostra azienda».

La proposta di progetto

La ‘Città della salute’ «Lo studio di fattibilità – ha spiegato Fiaschini – è relativo alla realizzazione di una struttura dell’azienda Usl Umbria 2 dove saranno ubicati tutti i servizi sanitari e gli uffici che attualmente sono dislocati in più stabili situati in zone diverse della città. Nello specifico saranno trasferiti all’interno della nuova sede tutti i servizi, costituiti da ambulatori, poliambulatori ed uffici, ad oggi situati in via Bramante, in via Federico Cesi, in via Giovanni XXIII, in via Montegrappa e in via T. di Joannuccio». La localizzazione dell’intervento «deriva dalla previsione urbanistica del P.R.G. del Comune di Terni, che individua nell’area dell’ex Sim (Servizio di igiene mentale) la sede di una vera e propria ‘Città della salute’.La localizzazione prescelta risponde ad un criterio di funzionalità urbanistica teso ad integrare in un unico sito tutte le funzioni sanitarie di rango urbano-territoriale, che hanno rilevanza per l’intera provincia e, per diversi aspetti, anche oltre».

Un rendering del progetto

Appalto in concessione La fattibilità dell’intervento è stata accertata «sotto i diversi aspetti: fattibilità urbanistica, storico ambientale, idrogeologica, tecnica ed economica». La realizzazione del nuovo polo sanitario è stata prevista «attraverso la modalità dell’appalto in concessione, finalizzato ad individuare un soggetto in grado di realizzare tutto il complesso con risorse proprie e di gestire successivamente, oltre alla struttura, anche la fornitura di alcuni servizi». L’intervento prevedeva diverse fonti di finanziamento: alienazione bene immobile di via Federico Cesi (6 milioni e 500 mila euro); finanziamento ex Legge regionale (749 mila e 878 euro); project financing (12.651.422 euro) per un totale di 19.901.300 euro.

I tempi Per poter avviare il bando, ha sottolineato Fiaschini, «non serve altro che il parere della Conferenza dei servizi che convocheremo entro 10 giorni; non appena la Conferenza darà il proprio parere, noi saremo in grado in 30 giorni di pubblicare il bando, quindi più o meno fine aprile». Da quel momento, pubblicato il bando di gara, «ci sarà la valutazione dell’offerta e l’affidamento in concessione ad un unico soggetto in grado di realizzare le opere e gestire diversi servizi. Successivamente il soggetto concessionario provvederà alla progettazione esecutiva e alla realizzazione. Il tempo totale stimato per la realizzazione complessiva è di 41-42 mesi».

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