Clitunno inquinato: «Azzerare Consorzio»

Il M5S: «I rinvii a giudizio confermano la validità delle nostre accuse. Ora il Comune si costituisca parte civile e la Regione invii il commissario»

Condividi questo articolo su

«I rinvii a giudizio di questi giorni, pur nel rispetto del principio di innocenza, sembrano dimostrare che le nostre denunce sulle condizioni del Clitunno e sul tipo di interventi che vi erano stati condotti erano fondate. Il Comune di Trevi dovrebbe costituirsi parte civile e la Regione valutare di commissariare il Consorzio di bonifica». A dirlo è il capogruppo del Movimento 5 Stelle al consiglio regionale  dell’Umbria, Andrea Liberati.

La situazione nel 2015

I fanghi Liberati, insieme alla collega Maria Grazia Carbonari, ai parlamentari Stefano Lucidi, Tiziana Ciprini, Filippo Gallinella e al consigliere comunale di Trevi Simone Moretti, nel corso di un incontro con i giornalisti, ha ripercorso le vicende che hanno portato ai recenti provvedimenti della magistratura: «Dopo l’incidente della Umbria Olii, fin dal 2012, sono stati stanziati milioni di euro per la bonifica del fiume Clitunno. Il Consorzio per la bonificazione umbra – dice Liberati – è intervenuto per rimuovere i fanghi dal letto del fiume, dato che essi contenevano gran parte delle sostanze inquinanti finite nel corso d’acqua. Ma sul riutilizzo di quei materiali vi erano indicazioni precise dell’Arpa, che subordinava l’impiego sugli argini alla verifica della loro pericolosità. Invece i fanghi sono stati lasciati per molto tempo lungo il fiume, esposti agli agenti atmosferici, e poi utilizzati come base per strada di servizio. Dal sopralluogo effettuato a suo tempo dal nostro consigliere comunale emerse che i fanghi erano pieni di rifiuti ed emettevano un odore nauseante. Oltre a trovarsi a brevissima distanza dalle coltivazioni».

Le sponde del Clitunno

«Comune parte civile» Per il M5S, «ora che il Noe e la magistratura hanno valutato fondate le nostre denunce auspichiamo che il Comune di Trevi si costituisca parte civile nel processo contro gli indagati per la mancata bonifica e che la Regione Umbria valuti il commissariamento del Consorzio, a cui peraltro spetterebbero anche gli eventuali ulteriori interventi sull’area. Solleciteremo anche l’attenzione dell’Unesco, considerando che il fiume Clitunno è in piena area di rispetto del sito di Campello, già classificato Patrimonio mondiale dell’Umanità».

La cronaca Ad essere rinviati a giudizio dal gup Francesco Salerno – per presunte violazioni ambientali e frode in relazione ai lavori di bonifica del fiume Clitunno – sono stati Candia Marcucci, direttore del Consorzio e due tecnici, Fabrizio Ceccarelli e Marco Cittadini. Insieme a loro dovrà essere processato anche Domenico Visco, amministratore unico dell’impresa che si era aggiudicata l’appalto.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli