‘Concerto dai balconi’: «Non finisce qui»

Terni, gli organizzatori dell’evento tracciano un bilancio della seconda edizione e si tolgono anche qualche ‘sassolino dalle scarpe’

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di Demetra e Arciragazzi
organizzatori dell’evento

A due giorni dal ‘Concerto dai balconi’, anche quest’anno, nella più totale trasparenza diamo i nostri numeri:

2 le associazioni ideatrici e organizzatrici del progetto ‘Concerto dai balconi’
(Demetra e Arciragazzi gli Anni in Tasca);
6 mesi dalla data di inizio del progetto, 8 mesi di lavoro nel quartiere (4 passati e 4 futuri);
15 attività progettuali, tra cui l’evento di sabato 13 ottobre e 4 percorsi laboratoriali;
38 mila euro di contributo da parte di Siae e Mibac per la realizzazione dell’intero percorso, ancora non terminato;
3.850 euro di cofinanziamento da parte delle due associazioni;
40 persone coinvolte nella realizzazione del progetto (più gli abitanti del quartiere);
23 gruppi per un totale di 80 musicisti;
8 artisti;
35 artigiani e produttori locali;
11 balconi e 2 garage;
872 euro spese per affissioni, permessi per la somministrazione temporanea, modifica della viabilità, occupazione di suolo pubblico.

Eppure il cuore dell’evento, l’idea semplice ma che lo rende tanto speciale, non avrebbe bisogno di alcuna concessione di spazio pubblico: è possibile solo grazie alla partecipazione degli abitanti che hanno accolto i musicisti sui propri balconi e finestre. La realizzazione della festa diviene così un ‘pretesto’ per attraversare le soglie, aprire le case in un virale gesto di fiducia, unire le forze per preparare una sorpresa alla città intera.

Tutto il percorso è frutto della progettualità delle associazioni promotrici, abituate ormai da anni a praticare la partecipazione e incoraggiare la creatività all’interno dei centri di aggregazione giovanile della città (Centro di Palmetta e Blob/La Siviera). Risultati come questi sono l’esempio virtuoso di come questi spazi siano fucine di progettualità innovative, scuole di problem solving creativo e calamite per i tanti giovani volontari che hanno contribuito alla riuscita dell’evento.

Per l’amministrazione comunale questo ‘Concerto dai balconi’ è stato un evento a costo zero, così come lo è stata la passata edizione a piazza del Mercato e il conseguente, purtroppo ancora non sfruttato progetto di riuso temporaneo della abbandonata struttura mercatale.

Dopo l’esperienza di piazza del Mercato ci siamo domandati su quale territorio della città continuare il percorso. Sant’Agnese e la zona delle case popolari ci ha attirato da subito: un quartiere multietnico (40% di stranieri), un percorso di riqualificazione incompiuto, un luogo quasi sconosciuto ai più ma praticamente al centro della città, con una presenza importante di edilizia residenziale pubblica. Tutti elementi potenzialmente stimolanti per intervenire nel tessuto sociale e creativo della città, non attraverso percorsi di abbellimento e rivitalizzazione del centro storico ma attraverso il confronto con la vita reale e quotidiana delle persone.

Il programma Sillumina, che per la seconda annualità ha sostenuto l’iniziativa con il contributo di Mibac e Siae, è dedicato alle ‘Periferie urbane’. Purtroppo la parola periferia è finita per diventare una delle parole chiave della retorica politica: quasi diventando un luogo mitico e immaginario verso il quale organizzare il pellegrinaggio. Parliamo di luoghi caratterizzati da una carenza di servizi ed accompagnati da una percezione di degrado e insicurezza.

Il nostro desiderio è proprio sfatare il pregiudizio, riportare la meraviglia nel termine ‘periferia’, mostrare come come sia possibile abitare spazi meno conosciuti della nostra città: effettivamente, consapevolmente, intimamente. Spostare il centro, restare in bilico e osservare in questo nuovo equilibrio, seppur temporaneo, se e come tutto il resto può riorganizzarsi. Ridestare la partecipazione e l’affezione ai luoghi, alle strade, ai muri, per evitare dispositivi di controllo e sicurezza imposti dall’esterno, o peggio ancora, dall’alto: “Ogni luogo è accogliente quando è davvero abitato”.

Alcuni a posteriori hanno nominato gli ‘ingredienti’ che avrebbero portato al sicuro successo dell’iniziativa. Ma in realtà, e fortunatamente, non esiste una ricetta per la realizzazione di un percorso del genere. Perché quando l’ingrediente principale è l’umano, questo ha molto poco di prevedibile. La cosa in cui meglio abbiamo dimostrato di riuscire, possiamo dirlo, è la gestione dell’imprevisto. La rapidità con cui siamo riusciti in entrambe le edizioni a trovare soluzioni creative, concrete e condivise alle difficoltà che – in extremis – ci si sono presentate.

Certo, qualche domanda ci assale quando l’imprevisto ha caratteristiche già viste e diviene periodico. L’anno scorso proprio negli ultimi giorni, a ridosso dell’evento, ci fu il diniego dell’utilizzo del vecchio Mercato. Quest’anno, sempre a ridosso, l’incapacità da parte di pezzi della macchina amministrativa del Comune di rilasciare un parere definitivo sul piano dell’emergenza presentato dagli organizzatori. Chiediamo ancora una volta, e sicuramente a nome dei tanti che si attivano per far vivere la nostra città, uno sportello, unico e competente, per la gestione delle pratiche per la realizzazione di eventi.

Vogliamo inoltre sottolineare come tra gli ‘ingredienti’ giochi per noi un ruolo fondamentale la regia. Lo sguardo artistico è rivolto all’esperienza del pubblico: attraverso performance in luoghi non convenzionali, attività ed interventi installativi quasi impercettibili, integrati nell’ambiente circostante, ogni singola persona si è trovata immersa in una nuova realtà, tangibile, esplorabile con tutti i sensi.

La nostra presenza nel quartiere non è terminata, abbiamo intenzione di proseguire le attività con gli abitanti e con i tanti bambini e ragazzi che ci hanno accompagnato nel percorso, approfondire le azioni e le relazioni soprattutto nella zona delle case popolari, partire da qui con un nuovo entusiasmante progetto partecipativo rivolto a tutta la città: il ‘museo domestico’, di cui presto racconteremo di più.

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